Il rally dell’intelligenza artificiale mostra i primi segni di cedimento

Dopo mesi di ottimismo ininterrotto, Wall Street sta finalmente rallentando il passo. I mercati azionari statunitensi, trainati fino a poco tempo fa dai colossi tecnologici, hanno registrato perdite significative mentre gli investitori iniziano a interrogarsi sulla sostenibilità del boom dell’intelligenza artificiale. Anche i sogni più ambiziosi legati all’AI devono fare i conti con la realtà dei bilanci e degli utili concreti.

Gli avvertimenti dei giganti bancari

Il disagio sui mercati è emerso con particolare chiarezza quando i vertici di Morgan Stanley e Goldman Sachs hanno lanciato un monito: i mercati appaiono maturi per una correzione significativa. La loro analisi riflette un sospetto crescente tra gli operatori: il rally dell’AI si è alimentato di una logica circolare, dove le aziende investono in intelligenza artificiale nella speranza di vendere prodotti AI ad altre società che fanno esattamente la stessa cosa. Un meccanismo che si è progressivamente distaccato dalla realtà economica.

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Palantir e il settore tech sotto pressione

Palantir Technologies, da tempo considerata un punto di riferimento nel settore dei dati, è crollata di oltre il 7% nonostante abbia registrato ricavi record. Gli investitori, preoccupati da una possibile svolta restrittiva della Federal Reserve e delusi da risultati che, seppur solidi, non hanno soddisfatto aspettative ormai stratosferiche, stanno riconsiderando le valutazioni del settore AI con occhio più critico. Anche Nvidia, Alphabet e Amazon hanno perso terreno. Quando nemmeno le buone notizie riescono a sostenere i prezzi, i trader iniziano a sospettare che l’euforia abbia superato i limiti della razionalità finanziaria.

Utili solidi ma fondamenta fragili

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Va riconosciuto che la salute delle aziende americane rimane complessivamente robusta. Circa l’83% delle società dell’S&P 500 ha superato le previsioni degli analisti sugli utili trimestrali, un dato ben superiore alla media storica. Tuttavia, gran parte di questo entusiasmo poggia su una base ristretta di società tecnologiche le cui valutazioni dipendono da modelli di business non ancora testati e da efficienze ancora largamente teoriche.

Incertezza politica e shutdown governativo

L’inquietudine crescente su Wall Street trova ulteriore alimento nell’incertezza politica. Washington sembra determinata a fornire instabilità in abbondanza. Se lo shutdown dovesse protrarsi, stabilirà un nuovo record negativo, aggiungendo un’altra medaglia di disfunzione alla più grande economia mondiale. Il Tesoro ha ridotto le stime di indebitamento grazie a riserve di liquidità più elevate del previsto: un paradossale conforto mentre il Congresso non riesce ad approvare un bilancio. Le elezioni locali in New York, New Jersey e Virginia potrebbero offrire una piccola distrazione, ma difficilmente porteranno sollievo ai mercati.

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Materie prime e prudenza strategica

Nel frattempo, i giganti delle materie prime mostrano maggiore pragmatismo. L’OPEC+ ha sospeso i piani per aumentare la produzione nel prossimo trimestre, un’ammissione implicita che l’offerta supera già la domanda. I prezzi del petrolio hanno conseguentemente registrato un calo, mentre l’oro ha perso terreno con gli investitori divisi sulle prossime mosse della Fed. Sul fronte aziendale, la stagione degli utili volge al termine. BP è riuscita a sorprendere positivamente, mentre Saudi Aramco ha pubblicato un altro trimestre di profitti straordinari. Nintendo ha alzato le previsioni grazie al successo della sua nuova console.

I futures di Wall Street in territorio negativo

Questa mattina i futures di Wall Street sono rimasti in rosso: il Dow Jones ha perso lo 0,6%, l’S&P 500 è sceso dell’1%, mentre il Nasdaq 100 ha guidato i ribassi con un calo più marcato. Nonostante ciò, il mercato sta prendendo fiato senza allontanarsi troppo dai massimi recenti. Il Nasdaq 100 ha guadagnato lo 0,4% nella sessione precedente e sta nuovamente flirtando con quota 26.000, sostenuto da un balzo del 4% di Amazon.

Dati macro e banche centrali

La giornata è dominata da una nuova ondata di trimestrali: AMD, Shopify, Uber, Arista Networks, Amgen e Pfizer pubblicheranno i loro risultati. Sul fronte macroeconomico, la banca centrale australiana ha mantenuto il tasso di riferimento al 3,60%, come previsto, dopo una nuova ondata di pressioni inflazionistiche. Le politiche monetarie più restrittive in diversi paesi stanno inviando segnali preoccupanti sulle prossime mosse della Fed. Gli investitori sono sempre più inquieti riguardo alla prospettiva di tagli dei tassi a dicembre. I mercati dei futures riflettono questa preoccupazione, così come l’aumento del rendimento dei Treasury a 10 anni. Il rapporto JOLTS sull’occupazione statunitense, inizialmente previsto per oggi, non sarà pubblicato a causa dello shutdown governativo.

Mercati asiatici ed europei sotto pressione

L’umore si è deteriorato anche nell’area Asia-Pacifico, dopo un recente periodo di scambi sereni. Il Giappone ha restituito parte dei guadagni della sessione precedente (-1,7%), mentre Hong Kong è scesa dello 0,5%. La Corea del Sud ha subito un duro colpo, con il KOSPI in calo del 2,4% dopo che le autorità di vigilanza hanno espresso preoccupazione per la frenesia speculativa attorno a SK Hynix, le cui azioni sono più che triplicate nel corso dell’anno. India, Taiwan e Australia hanno registrato perdite comprese tra lo 0,4% e lo 0,9%. Anche l’Europa ha aperto in territorio negativo, riflettendo il sentiment ribassista globale.