La nuova offensiva tariffaria di Trump scuote i mercati asiatici

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato lunedì l’imposizione di dazi del 25% su tutte le importazioni provenienti da Giappone e Corea del Sud, due dei principali alleati commerciali americani in Asia. La misura, che entrerà in vigore il 1° agosto, rappresenta una significativa escalation nella guerra commerciale globale avviata dall’amministrazione Trump. L’annuncio ha immediatamente provocato turbolenze sui mercati finanziari, con l’indice S&P 500 che ha registrato il calo più marcato delle ultime tre settimane. Wall Street ha reagito negativamente alla prospettiva di tariffe più elevate su due economie chiave per le catene di approvvigionamento globali.

Un’ondata di dazi differenziati per 14 paesi

Trump ha inviato lettere ufficiali a 14 nazioni, delineando una struttura tariffaria diversificata che riflette le specifiche relazioni commerciali con ciascun paese:

Le aliquote paese per paese

25%: Tunisia, Malesia, Kazakistan – 30%: Sudafrica, Bosnia ed Erzegovina – 32%: Indonesia – 35%: Serbia, Bangladesh – 36%: Cambogia, Thailandia – 40%: Laos, Myanmar Nelle comunicazioni inviate attraverso la piattaforma Truth Social, Trump ha avvertito che qualsiasi ritorsione comporterà un aumento proporzionale delle tariffe americane: “Se per qualsiasi motivo decidete di aumentare i vostri dazi, qualunque sia la percentuale scelta verrà aggiunta al 25% che applichiamo”.

Impatto sui settori strategici e aperture negoziali

Un aspetto rilevante della nuova struttura tariffaria è che non si cumula con i dazi settoriali esistenti. Ad esempio, le tariffe sui veicoli giapponesi rimarranno al 25%, invece di salire al 50% come combinazione delle vecchie e nuove imposte. Il presidente ha mostrato una certa flessibilità, estendendo la scadenza per i negoziati dal mercoledì inizialmente previsto al 1° agosto. “Direi che è una scadenza ferma, ma non al 100%. Se ci chiamano proponendo un approccio diverso, saremo aperti al dialogo”, ha dichiarato Trump.

Le reazioni dei governi coinvolti

Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha riferito martedì di progressi nei negoziati per evitare tariffe che potrebbero raggiungere il 35%. “Abbiamo ricevuto una proposta dagli Stati Uniti per procedere rapidamente con i negoziati entro la nuova scadenza del 1° agosto”, ha affermato Ishiba durante una riunione di gabinetto. La Corea del Sud ha annunciato l’intensificazione dei colloqui commerciali, sottolineando che eventuali accordi dovranno includere esenzioni o riduzioni per i settori automobilistico e siderurgico.

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L’impatto sui mercati emergenti dell’Asia

Le economie del Sud-est asiatico stanno affrontando sfide particolarmente acute. Il Bangladesh, che dipende dagli Stati Uniti per oltre l’80% delle sue esportazioni tessili, si trova in una posizione critica. “È una notizia assolutamente scioccante”, ha dichiarato Mahmud Hasan Khan, presidente dell’Associazione dei produttori ed esportatori di abbigliamento del Bangladesh. “Speravamo in tariffe tra il 10 e il 20%. Questo danneggerà gravemente un’industria che impiega 4 milioni di persone“.

Le strategie di risposta regionali

Thailandia: Si dichiara fiduciosa di poter negoziare tariffe competitive – Malesia: Riconosce le preoccupazioni americane sugli squilibri commerciali e punta sul dialogo costruttivo – Indonesia: Mantiene aperto il canale negoziale con incontri previsti a Washington

Le dinamiche con i blocchi commerciali maggiori

L’Unione Europea sembra aver ottenuto una tregua temporanea, non avendo ricevuto lettere con aumenti tariffari immediati. Fonti della Commissione europea confermano che l’obiettivo rimane raggiungere un accordo commerciale entro il 9 luglio, dopo quello che viene descritto come un “buon scambio” tra Ursula von der Leyen e Trump. La Cina, che ha tempo fino al 12 agosto per finalizzare un accordo, ha lanciato un avvertimento contro il ripristino di ulteriori dazi, minacciando ritorsioni contro i paesi che stringono accordi con gli Stati Uniti per escluderla dalle catene di approvvigionamento.

Le prospettive per i mercati finanziari

Tapas Strickland, responsabile dell’economia di mercato presso la National Australia Bank, prevede volatilità crescente nei prossimi giorni: “Ci sarà molta instabilità man mano che emergeranno nuovi annunci e i negoziati si intensificheranno verso la scadenza del 1° agosto”. Il Segretario al Tesoro americano Scott Bessent ha anticipato diversi annunci commerciali nelle 48 ore successive, suggerendo che la situazione rimane fluida e potrebbero emergere nuovi sviluppi. Wendy Cutler del Asia Society Policy Institute mantiene un cauto ottimismo: “Anche se le notizie sono deludenti, non significa che la partita sia chiusa. C’è ancora tempo per una svolta nei negoziati”.

Gli accordi già conclusi

Finora solo due paesi hanno raggiunto intese definitive con l’amministrazione Trump: – Regno UnitoVietnam Questi accordi potrebbero servire da modello per altri paesi che cercano di evitare l’impatto delle nuove tariffe, anche se i dettagli specifici non sono stati resi pubblici.