Settimana nera per il governo britannico tra turbolenze obbligazionarie e pressioni politiche
Il governo del Regno Unito sta attraversando uno dei periodi più difficili dall’insediamento del Primo Ministro Keir Starmer. Le crescenti pressioni da parte degli investitori internazionali stanno mettendo in discussione la sostenibilità fiscale, economica e politica del paese, con ripercussioni immediate sui mercati finanziari. Il mini-crollo del mercato obbligazionario globale di martedì ha spinto il rendimento dei gilt britannici a 30 anni ai massimi dal 1998, colpendo duramente anche la sterlina e aggravando le preoccupazioni fiscali del Tesoro in vista del Budget autunnale. A complicare ulteriormente il quadro politico, il vice Primo Ministro Angela Rayner, che ricopre anche il ruolo di ministro per l’edilizia, sta affrontando richieste di dimissioni dopo aver ammesso di aver pagato tasse insufficienti su una seconda casa.
La crisi di fiducia degli investitori
Nonostante Rayner si sia difesa affermando di aver agito seguendo consulenze professionali nell’acquisto del suo appartamento al mare, questo scandalo arriva in un momento particolarmente delicato. Il governo fatica a ispirare fiducia sia negli elettori che negli investitori, con indici di gradimento ai minimi storici. Sebbene la volatilità del mercato obbligazionario abbia colpito tutte le principali economie questa settimana – con rendimenti in aumento ovunque a causa delle preoccupazioni sull’inflazione, deficit di bilancio crescenti e montagne di debito pubblico – la fiducia nel Regno Unito è stata particolarmente intaccata da problematiche specifiche del paese.
Le sfide fiscali del Ministro delle Finanze Rachel Reeves
I dubbi si concentrano principalmente sulla capacità del Ministro delle Finanze Rachel Reeves di equilibrare il bilancio e ridurre il deficit nazionale, che ha raggiunto il 4,8% nel 2024. Il debito pubblico si attesta intorno al 96% del PIL secondo l’ultima rilevazione di luglio. Reeves presenterà il prossimo Budget autunnale il 26 novembre, in un contesto economico caratterizzato da inflazione persistente e crescita stagnante che rappresentano un vero rompicapo per la Bank of England.
Stabilizzazione temporanea ma preoccupazioni persistenti
I rendimenti obbligazionari globali si sono stabilizzati giovedì, con il rendimento del gilt britannico a 30 anni al 5,582% alle 9 del mattino ora di Londra. Gli economisti sottolineano che non è ancora il momento di farsi prendere dal panico, ma evidenziano che il Regno Unito deve affrontare sfide particolarmente complesse. “C’è stata un’emissione record di gilt questa settimana, con una sindacazione aumentata da 8 a 14 miliardi di sterline, quindi c’è stata molta offerta sul mercato”, ha dichiarato Fredrik Repton, senior portfolio manager del Global Fixed Income Team di Neuberger Berman. “È importante non guardare all’azione dei prezzi di martedì e farsi prendere dal panico, ma è sicuramente sul radar degli investitori.”
Il dilemma della politica monetaria britannica
Repton ha evidenziato come le preoccupazioni degli investitori si concentrino su deficit e situazione politica: “Il budget britannico era atteso per ottobre, ma è stato rinviato a novembre. Questo rende anche il lavoro della Bank of England piuttosto difficile, perché il budget arriverà dopo la riunione del 6 novembre, che è la riunione con le previsioni complete.” Fabio Balboni, senior European economist di HSBC, concorda sul fatto che l’inflazione persistente, salita a un inaspettato 3,8% a luglio, rappresenti un dilemma significativo per la Bank of England. “Ci sono preoccupazioni significative nel mercato, e penso che derivino dalla combinazione di due fattori”, ha spiegato Balboni. “Fondamentalmente, la resilienza dell’inflazione rende ovviamente più difficile per le banche centrali tagliare ulteriormente i tassi, ed è particolarmente difficile in alcune giurisdizioni come il Regno Unito.”
Le dichiarazioni del Governatore Bailey
Il Governatore della Bank of England Andrew Bailey ha ricordato che potrebbero non esserci ulteriori tagli dei tassi nel breve termine, considerando che l’inflazione si avvicina al 4%. “D’altra parte, ci sono preoccupazioni fiscali, con deficit ancora molto ampi, a partire proprio dal Regno Unito, con decisioni molto difficili che incombono sul governo nel Budget autunnale”, ha aggiunto Balboni.
Le opzioni limitate per il Budget autunnale
Il Tesoro britannico ha confermato mercoledì che Reeves presenterà i piani di bilancio del governo per il 2026 il 26 novembre, affrontando una pressione crescente per risolvere un complesso rompicapo fiscale tra spesa, tassazione e indebitamento. Reeves ha già annunciato piani di spesa significativi per il Servizio Sanitario Nazionale, la difesa e l’istruzione, ma si è impegnata a ricorrere al debito solo per scopi di investimento, con la spesa corrente che dovrà essere finanziata dalle entrate fiscali. Queste regole fiscali, che ha ripetutamente promesso di non violare, lasciano come uniche opzioni aumenti delle tasse o tagli impopolari alla spesa sociale se vuole raggiungere l’obiettivo di un bilancio in pareggio entro il 2029/2030, come precedentemente promesso.
Chi pagherà il conto?
Reeves ha già condotto una razzia fiscale sulle imprese britanniche, il che significa che lavoratori, ricchi e banche potrebbero essere i prossimi nel mirino mentre il governo cerca di aumentare le entrate. Alcuni analisti invitano alla cautela riguardo al panico sui costi di indebitamento del Regno Unito e sul prossimo budget, sottolineando che il mercato dei gilt non può essere analizzato isolatamente.
Una prospettiva globale sulla crisi britannica
Bill Blain, stratega di mercato e fondatore di Wind Shift Capital con sede a Londra, ha avvertito nel suo newsletter “Morning Porridge” che “non si possono analizzare i rischi dei gilt britannici senza considerare il quadro globale.” “Ciò che l’aumento dei rendimenti nei mercati obbligazionari globali sta segnalando è una crescente minaccia inflazionistica“, ha spiegato Blain. “Il fatto che sia accompagnato da alti carichi di debito (creando rischio di rifinanziamento), incertezza geopolitica e crescente instabilità politica – ovvero la difficoltà nel prevedere i cambiamenti di politica dei politici populisti e valutare la loro competenza politica – è ciò che caratterizza l’attuale vulnerabilità del sentiment di mercato.” La situazione del Regno Unito rimane quindi delicata, con il governo Starmer che deve navigare tra le aspettative degli investitori internazionali, le necessità di spesa pubblica e la promessa di mantenere la disciplina fiscale, il tutto in un contesto di inflazione persistente e crescita economica debole.