Wall Street chiude la settimana in positivo tra tregua commerciale e dati sull’inflazione
Wall Street conclude la settimana con un tono positivo, sostenuta dalla temporanea tregua sui dazi tra Stati Uniti e Cina e dai dati sull’inflazione più contenuti del previsto. I principali indici, trainati dal settore tecnologico, hanno ripreso slancio all’inizio della settimana e si avviano verso solidi guadagni settimanali, con l’S&P 500 che è tornato in territorio positivo per l’anno in corso. Tuttavia, dietro questo clima rialzista si nasconde un quadro economico più complesso. Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha avvertito dell’arrivo di una nuova era caratterizzata da un’inflazione volatile, guidata da frequenti shock dell’offerta. Questa cautela modera l’entusiasmo degli investitori, così come l’incertezza sulla politica fiscale, in particolare i ritardi nell’approvazione del nuovo pacchetto fiscale del presidente Trump, al quale alcuni legislatori stanno ora opponendo resistenza.
Segnali contrastanti dai mercati globali
Al di là del mercato azionario, gli indicatori più ampi mostrano segnali contrastanti. I rendimenti dei Treasury sono diminuiti mentre i trader si preparano a tagli dei tassi entro la fine dell’anno, mentre il dollaro si indebolisce sotto il peso delle minori preoccupazioni inflazionistiche. Anche le materie prime riflettono questa narrativa di raffreddamento: i prezzi del petrolio si stanno stabilizzando e l’oro ha subito un calo settimanale di quasi il 4%.
Performance aziendali disomogenee
Sul fronte aziendale, i risultati rimangono disomogenei. Charter Communications è balzata di quasi il 10% dopo aver annunciato una fusione da 34,5 miliardi di dollari con Cox, mentre le azioni di colossi tecnologici e dei media come Applied Materials e Take-Two Interactive sono crollate a causa di prospettive deboli. Ieri a Wall Street, i principali indici hanno registrato modesti guadagni, continuando la loro ascesa misurata. I titoli difensivi hanno contribuito a compensare la debolezza dei giganti tecnologici come Amazon e Meta, che hanno temporaneamente pesato sul Nasdaq 100. L’S&P 500 ha chiuso in rialzo dello 0,4%, mentre il Nasdaq, a forte componente tecnologica, ha guadagnato appena lo 0,08%.
Europa: una ripresa con caratteristiche difensive
Le azioni europee, dopo un periodo di stagnazione, hanno rimbalzato con un curioso mix di guadagni nei settori della difesa, delle utilities e del real estate. Si tratta di un evidente spostamento verso posizioni difensive, e a ragione. Gli investitori stanno nuovamente evitando settori altamente ciclici come l’automotive e i beni di lusso, turbati da segnali preoccupanti sulla traiettoria della crescita globale. Nonostante ciò, lo Stoxx Europe 600 è salito dello 0,6%.
Riduzione della volatilità
La volatilità è diminuita, portando con sé parte dell’irregolarità nelle contrattazioni giornaliere. Il VIX, il cosiddetto indice della paura di Wall Street, continua a scendere lentamente, un segnale che l’ansia del mercato si sta attenuando.
Dati economici USA: un quadro di cautela
I dati economici pubblicati mercoledì negli Stati Uniti hanno delineato un quadro di cautela. Consumi e produzione sembrano stagnare, forse in risposta all’imprevedibilità delle politiche di Donald Trump. Nel frattempo, gli spettri dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi alla produzione appaiono meno minacciosi del temuto. Questo ha riacceso le scommesse su due tagli dei tassi della Fed prima della fine dell’anno, un cambiamento che ha fatto scendere i rendimenti obbligazionari dai recenti massimi. Il settore immobiliare ha accolto con favore la notizia: tassi più bassi si traducono in mutui più economici, e il mercato ha risposto di conseguenza.
La narrativa prevalente: focus sul breve termine
La narrativa prevalente è orientata al breve termine, ma funzionale. I mercati azionari stanno attraversando una fase di tumulto trumpiano e indicatori economici poco entusiasmanti senza cadere nel panico. In questo clima, i dati deboli vengono paradossalmente accolti con favore, poiché rafforzano le argomentazioni a favore di una politica monetaria più accomodante, l’elisir definitivo per i mercati. In un discorso di ieri, Jerome Powell ha evitato di affrontare direttamente questioni di politica immediata, ma ha accennato a un ripensamento più ampio del quadro decisionale della Fed, in particolare su come bilancia il suo duplice mandato di piena occupazione e stabilità dei prezzi. I mercati hanno interpretato le sue osservazioni come un allontanamento dall’ortodossia – e quindi come una buona notizia.
Panorama economico globale
Le notizie economiche continuano ad abbondare. In Giappone, il PIL si è contratto leggermente nel primo trimestre, sottoperformando rispetto alle aspettative – e questo prima dell’impatto dei dazi commerciali americani. Trump, nel frattempo, era impegnato a fare affari nel Golfo. Sono stati firmati generosi impegni di investimento e contratti, ma gli sforzi per promuovere una leadership regionale nell’intelligenza artificiale stanno suscitando inquietudine tra i falchi repubblicani, che vedono echi di errori passati con la Cina.
Tensioni geopolitiche
Sul fronte geopolitico, le grandi speranze per i colloqui di pace tra Russia e Ucraina in Turchia stanno svanendo. Trump, dopo aver inizialmente incoraggiato il dialogo bilaterale, è tornato alla sua caratteristica strategia di brinkmanship, dichiarando che nessuna risoluzione è possibile senza il suo coinvolgimento personale e un faccia a faccia con Vladimir Putin. Si tratta dell’ennesima velata offesa al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che la Casa Bianca sembra riluttante a trattare come un pari.
Mercati asiatici e prospettive future
Nell’area Asia-Pacifico, i mercati hanno chiuso la settimana senza particolari eventi, per lo più stabili. Australia, Taiwan e Corea del Sud hanno registrato modesti guadagni. Giappone, India e Cina sono in territorio negativo. I futures sono in verde questa mattina, così come gli indici europei.
Appuntamenti economici della giornata
All’ordine del giorno: produzione industriale in Giappone; bilancia commerciale nell’eurozona; negli Stati Uniti, permessi di costruzione, avvii di nuove abitazioni e il sentiment dell’Università del Michigan.