Wall Street continua la corsa al rialzo con nuovi massimi storici

Il mercato azionario americano prosegue la sua marcia trionfale. L’indice S&P 500 ha chiuso in territorio positivo per la quarta seduta consecutiva, stabilendo l’ennesimo massimo storico. La performance positiva è stata sostenuta dal forte momentum sul fronte commerciale e dai risultati trimestrali superiori alle attese di Alphabet, che hanno compensato le persistenti incertezze macroeconomiche.

Performance contrastanti tra USA ed Europa

Mentre Wall Street celebrava nuovi record, i mercati europei hanno mostrato andamenti più eterogenei. La giornata di ieri ha rappresentato una delle sessioni più intense della stagione degli utili, con reazioni divergenti sui due lati dell’Atlantico.

Stati Uniti: resilienza nonostante le difficoltà settoriali

L’S&P 500 ha raggiunto un nuovo picco storico, trainato principalmente dalla forza dei Magnificent Seven dopo i brillanti risultati di Alphabet. Questo traguardo è stato conseguito nonostante le difficoltà di alcuni titoli di rilievo: – **Tesla** ha perso l’8,4% dopo risultati che hanno evidenziato le sfide operative dell’azienda – **Southwest Airlines** (-10,2%) e **American Airlines** (-9,4%) hanno pesato sul sentiment del settore aereo

Europa: vincitori e vinti in una seduta volatile

Il Vecchio Continente ha presentato un quadro più frammentato: – **BT** (+10,4%) e **Deutsche Bank** (+9,1%) si sono distinti come i migliori performer – **Moncler** (-5,8%) e **Dassault Systèmes** (-8,4%) hanno subito perdite significative – **STMicroelectronics** ha registrato il crollo più pesante con un -16,6% La riunione della Banca Centrale Europea non ha riservato sorprese: i tassi sono rimasti invariati e Christine Lagarde ha mantenuto un approccio prudente, evitando impegni specifici in attesa di maggiore chiarezza sui negoziati commerciali tra UE e Stati Uniti.

L’evoluzione del sentiment di mercato nel 2025

L’analisi retrospettiva del 2025 rivela un pattern interessante: mentre i titoli dei giornali cambiano continuamente, il trend rialzista rimane costante. Gli indici americani hanno iniziato l’anno sui massimi, sostenuti dall’aspettativa che i dazi sarebbero stati limitati o gestibili.

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Le fasi della volatilità commerciale

Il percorso del mercato ha attraversato diverse fasi: 1. **Gennaio-Febbraio**: Ottimismo iniziale sui dazi limitati 2. **Metà febbraio-inizio aprile**: Correzione del 10% con l’introduzione dei primi dazi settoriali su auto, acciaio e alluminio 3. **Aprile-maggio**: Ulteriore calo con l’escalation delle tensioni con Cina, Canada e Messico 4. **Fine giugno**: Recupero dei massimi grazie alla strategia “TACO trade” – la convinzione che Trump non avrebbe spinto fino in fondo

Il nuovo paradigma dei dazi al 15%

La percezione del mercato si è rapidamente adattata alle nuove realtà commerciali. Dazi del 15%, che settimane fa sembravano inaccettabili, ora vengono accolti come un compromesso ragionevole rispetto alle minacce del 25-30%. Secondo fonti recenti, il Giappone ha già accettato questa soglia e un accordo simile potrebbe presto essere raggiunto con l’Unione Europea. Questa rapida evoluzione del sentiment dimostra come i mercati siano capaci di ricalibrarsi velocemente alle nuove condizioni, trovando sempre motivi per mantenere una visione costruttiva quando l’incertezza si trasforma in certezza, anche se meno favorevole del previsto.

Focus sui prossimi market mover

La giornata odierna si preannuncia più tranquilla, con l’attenzione degli investitori concentrata su: – I risultati deludenti di **LVMH** pubblicati ieri sera – L’annuncio di **Intel** sul taglio di 15.000 posti di lavoro nell’ambito del piano di ristrutturazione – I report mattutini di **Volkswagen** ed **Eni** in Europa

Asia-Pacifico in fase di consolidamento

Dopo una settimana positiva, i mercati asiatici mostrano segnali di prese di profitto. Gli indici cinesi, il TOPIX giapponese e il Nifty50 indiano registrano lievi flessioni. Solo il **Kospi coreano**, rimasto ai margini del recente rally, mostra un modesto progresso (+0,2%). Gli indicatori anticipatori europei segnalano aperture in territorio negativo.

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