L’inflazione americana accelera mentre cresce la disoccupazione

I dati economici pubblicati negli Stati Uniti mostrano un quadro complesso per la Federal Reserve, con l’indice dei prezzi al consumo che registra un aumento superiore alle attese e un’impennata delle richieste di sussidi di disoccupazione, elementi che influenzeranno le decisioni di politica monetaria della prossima settimana.

Dinamica dei prezzi al consumo: analisi dettagliata

L’indice dei prezzi al consumo (CPI) ha registrato un incremento dello 0,4% su base mensile in agosto, il rialzo più significativo da gennaio. Questo movimento porta il tasso di inflazione annuale al 2,9%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e al livello più elevato dall’inizio dell’anno. Gli economisti intervistati da Dow Jones avevano previsto un aumento mensile dello 0,3%, rendendo il dato effettivo una sorpresa al rialzo. L’inflazione core, che esclude le componenti volatili di cibo ed energia, ha mostrato un incremento mensile dello 0,3%, portando il dato annuale al 3,1%, in linea con le previsioni degli analisti.

Componenti principali dell’inflazione

Il principale driver dell’aumento dei prezzi è stato il settore abitativo, con un incremento dello 0,4% che rappresenta circa un terzo del peso complessivo nell’indice. I prezzi alimentari hanno registrato un balzo dello 0,5%, mentre il comparto energetico è salito dello 0,7%, trainato da un aumento dell’1,9% dei prezzi della benzina. I prezzi dei servizi, esclusa l’energia, sono aumentati dello 0,3% su base mensile e del 3,6% su base annuale. Il settore abitativo mantiene un ritmo di crescita annuale del 3,6%, in costante decelerazione rispetto al picco superiore all’8% registrato all’inizio del 2023.

Mercato del lavoro: segnali di deterioramento

Il Dipartimento del Lavoro ha riportato un aumento inatteso delle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione a 263.000 unità per la settimana terminata il 6 settembre, superiore alle 235.000 stimate e in aumento di 27.000 rispetto al dato rivisto della settimana precedente. Questo livello rappresenta il massimo da quasi quattro anni, precisamente dal 23 ottobre 2021. Le richieste continuative si sono mantenute stabili a 1,94 milioni, ma rimangono vicine ai livelli più elevati dalla fine del 2021, suggerendo che i lavoratori disoccupati stanno incontrando maggiori difficoltà nel trovare nuove opportunità di impiego.

Implicazioni per la politica monetaria della Fed

I mercati finanziari hanno reagito positivamente ai dati, con un rally azionario guidato dalle aspettative di tagli dei tassi di interesse più aggressivi. Secondo Seema Shah, chief global strategist di Principal Asset Management, “il rapporto CPI di oggi è stato oscurato dal report sulle richieste di disoccupazione. Sebbene i dati sull’inflazione siano leggermente più caldi del previsto, non faranno esitare la Fed nell’annunciare un taglio dei tassi la prossima settimana”.

Probabilità di intervento sui tassi

Il pricing di mercato indica una certezza del 100% che la Federal Reserve ridurrà il suo tasso di riferimento, attualmente nell’intervallo 4,25%-4,5%. Esiste una possibilità concreta che la banca centrale possa optare per un taglio di mezzo punto percentuale invece del consueto quarto di punto, considerando la debolezza del mercato del lavoro e le letture contenute dell’inflazione. I trader hanno inoltre aumentato la probabilità di un’ulteriore riduzione in ottobre a quasi certezza e vedono un’alta probabilità di un terzo intervento a dicembre, delineando un percorso di allentamento monetario più aggressivo del previsto.

Impatto dei dazi e dinamiche settoriali

I funzionari della Fed hanno monitorato attentamente i dati sull’inflazione per valutare l’impatto dei dazi commerciali dell’amministrazione Trump. I prezzi dei veicoli, sensibili alle tariffe, hanno mostrato aumenti mensili, con i veicoli nuovi in rialzo dello 0,3%. Le auto e i camion usati, generalmente non influenzati dai dazi, sono aumentati dell’1%. È interessante notare che i prezzi alla produzione hanno registrato un calo dello 0,1% in agosto, suggerendo che le pressioni inflazionistiche potrebbero non essere così pervasive come indicato dai dati al consumo.

Prospettive economiche e considerazioni finali

La combinazione di inflazione persistente e deterioramento del mercato del lavoro presenta una sfida complessa per la Federal Reserve. Mentre l’inflazione rimane sopra l’obiettivo del 2% della banca centrale, i segnali di debolezza nel mercato del lavoro potrebbero giustificare un approccio più accomodante alla politica monetaria. Il presidente Jerome Powell ha ripetutamente descritto il mercato del lavoro come “solido”, ma l’aumento delle richieste di disoccupazione suggerisce che le aziende potrebbero iniziare a ridurre la forza lavoro dopo un periodo di rallentamento nelle assunzioni senza significativi licenziamenti. Per gli investitori e gli operatori di mercato, questi dati rafforzano le aspettative di un ciclo di allentamento monetario che potrebbe estendersi fino alla fine dell’anno, con implicazioni significative per i mercati azionari, obbligazionari e valutari. La riunione del FOMC della prossima settimana sarà cruciale per delineare la traiettoria futura della politica monetaria americana e il suo impatto sui mercati globali.