Calo significativo dell’inflazione nell’area euro

L’inflazione nell’eurozona ha registrato un netto rallentamento a maggio, scendendo all’1,9% e posizionandosi sotto l’obiettivo del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea. I dati preliminari diffusi da Eurostat hanno sorpreso gli analisti, che prevedevano un valore del 2%, rispetto al 2,2% registrato nel mese precedente. Il dato assume particolare rilevanza in vista della riunione della BCE prevista per questa settimana, dove si attende una decisione sui tassi di interesse. La discesa dell’inflazione rafforza le aspettative di un nuovo taglio dei tassi di 25 punti base.

Servizi e inflazione core in forte rallentamento

Il settore dei servizi ha mostrato un raffreddamento particolarmente marcato, con l’inflazione che è scesa al 3,2% dal precedente 4%. Si tratta del livello più basso degli ultimi tre anni, un segnale che conferma il trend discendente dopo il picco temporaneo legato alle festività pasquali. L’inflazione core, che esclude i prezzi volatili di energia, alimentari, tabacco e alcol, è diminuita dal 2,7% di aprile al 2,3% di maggio. Questo indicatore, particolarmente monitorato dalla BCE per le decisioni di politica monetaria, conferma la tendenza al raffreddamento dei prezzi nell’economia europea.

L’analisi degli esperti

Jack Allen-Reynolds, deputy chief economist per l’eurozona presso Capital Economics, ha commentato: “Il forte calo dell’inflazione nei servizi di maggio conferma che l’aumento del mese precedente era solo un’anomalia legata alla Pasqua e che la tendenza al ribasso dell’inflazione nei servizi rimane in corso”.

Implicazioni per la politica monetaria della BCE

I mercati stanno già scontando con una probabilità del 95% un taglio dei tassi di 25 punti base nella riunione di giovedì. Il tasso sui depositi, attualmente al 2,25%, potrebbe quindi scendere ulteriormente, allontanandosi dal picco del 4% raggiunto a metà 2023. Nonostante il taglio di questa settimana sia ampiamente previsto, i dati di maggio rafforzano le argomentazioni per un’ulteriore riduzione nella riunione di luglio. La BCE si trova a navigare tra la necessità di sostenere una crescita economica debole e il mantenimento della stabilità dei prezzi.

Contesto economico globale e prospettive

L’economia europea affronta sfide significative nel 2025. Le politiche protezionistiche del presidente americano Donald Trump, con i suoi piani tariffari “reciproci” che potrebbero colpire anche l’Unione Europea, rappresentano un elemento di incertezza per la crescita economica. L’OCSE, nel suo ultimo Economic Outlook pubblicato martedì, prevede una crescita dell’1% per l’area euro nel 2025, confermando le previsioni precedenti. L’inflazione annuale è stimata al 2,2%, in linea con le proiezioni di marzo.

Reazione dei mercati finanziari

I mercati obbligazionari hanno reagito positivamente ai dati sull’inflazione. Il rendimento del Bund tedesco a 10 anni è sceso di oltre due punti base al 2,499%, mentre il rendimento del titolo francese a 10 anni è calato di oltre un punto base al 3,169%. Sul mercato valutario, l’euro ha perso circa lo 0,3% contro il dollaro, riflettendo le aspettative di una politica monetaria più accomodante da parte della BCE rispetto alla Federal Reserve.

Prospettive per investitori e mercati

Il calo dell’inflazione sotto il target BCE apre scenari interessanti per gli investitori. I titoli obbligazionari europei potrebbero beneficiare di ulteriori tagli dei tassi, mentre il differenziale di rendimento con i Treasury americani potrebbe influenzare i flussi di capitale. Per le imprese europee, tassi più bassi significano costi di finanziamento ridotti, ma la debolezza dell’euro potrebbe aumentare i costi delle importazioni, specialmente in un contesto di possibili tensioni commerciali transatlantiche. Gli investitori dovranno monitorare attentamente le prossime mosse della BCE e l’evoluzione del quadro inflazionistico, considerando che un’inflazione troppo bassa potrebbe segnalare debolezza economica, mentre un ritorno sopra il target richiederebbe un cambio di rotta nella politica monetaria.