La Federal Reserve riduce i tassi di 25 punti base

La Federal Reserve ha tagliato i tassi d’interesse di 25 punti base nella riunione di ieri, come ampiamente previsto dai mercati. La decisione, sostenuta da 11 membri su 12 del FOMC, conferma la volontà della banca centrale americana di sostenere l’economia, ma il presidente Jerome Powell ha adottato un tono più cauto del previsto durante la conferenza stampa. Solo Stephen Miran ha votato contro, preferendo un taglio più aggressivo di 50 punti base. Il consenso quasi unanime, che include anche i falchi Christopher Waller e Michelle Bowman, rafforza la credibilità di Powell nel guidare la politica monetaria, nonostante le probabili critiche politiche che arriveranno dalla Casa Bianca.

Reazione tiepida di Wall Street

I mercati hanno reagito con cautela all’annuncio. L’indice S&P 500 ha mostrato un andamento emblematico: piatto fino a metà pomeriggio, un balzo immediato dopo l’annuncio del taglio, seguito da un rapido calo quando Powell ha iniziato a parlare, per poi recuperare e chiudere praticamente invariato a -0,1%. Il dollaro americano ha seguito un percorso simile, indebolendosi inizialmente per poi recuperare terreno durante la conferenza stampa. I rendimenti dei Treasury decennali sono scesi brevemente sotto il 4% prima di risalire al 4,07%, sostanzialmente invariati rispetto all’apertura.

Le proiezioni future della Fed

Le nuove proiezioni del FOMC suggeriscono tre tagli totali prima che la politica monetaria si normalizzi, con solo un ulteriore taglio previsto nel 2026. Questo scenario è meno accomodante di quanto sperato da alcuni investitori, ma riflette la fiducia della Fed nella resilienza dell’economia statunitense. Powell ha sottolineato che la banca centrale intende sostenere il mercato del lavoro senza perdere di vista i rischi inflazionistici, potenzialmente amplificati dalle tensioni commerciali e dai dazi. Il messaggio agli investitori è stato chiaro: la Fed agirà “quanto necessario”, non “quanto possibile”.

Focus sulla Bank of England e BCE

L’attenzione si sposta ora sull’Europa, con la Bank of England che annuncerà la sua decisione sui tassi a mezzogiorno. Gli analisti si aspettano una pausa nel ciclo di tagli, mentre la BCE dovrebbe mantenere i tassi invariati nella prossima riunione.

Mercati asiatici contrastati

In Asia, le reazioni sono state miste. Il Giappone ha guadagnato l’1,3%, la Corea del Sud l’1,2% e Taiwan l’1,1%, sostenuti dall’andamento positivo di Wall Street. I mercati cinesi hanno invece registrato perdite, penalizzati dalle persistenti difficoltà del settore immobiliare. L’indice australiano ASX ha perso lo 0,7%, trascinato al ribasso dai titoli energetici dopo che Santos ha confermato il fallimento dell’offerta di acquisizione da parte di ADNOC.

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Strategia della Fed tra crescita e inflazione

La decisione di ieri conferma che la Federal Reserve sta cercando un equilibrio delicato tra il sostegno alla crescita economica e il controllo dell’inflazione. Con due probabili tagli ancora in programma per quest’anno, Powell mantiene aperte le opzioni ma evita di impegnarsi in un percorso predefinito. Questa cautela potrebbe attirare nuove critiche da Donald Trump, che ha fatto del presidente della Fed uno dei suoi bersagli preferiti. Tuttavia, il forte consenso interno al FOMC rafforza la posizione di Powell nel resistere alle pressioni politiche e mantenere l’indipendenza della banca centrale. Per gli investitori, il messaggio è di attendere maggiore chiarezza prima di prendere posizioni aggressive, a meno che non preferiscano semplicemente cavalcare l’attuale, moderata onda rialzista che caratterizza i mercati azionari americani.