La Federal Reserve mantiene l’inflazione come priorità assoluta
Il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha dichiarato mercoledì che l’elevata inflazione rappresenta ancora il rischio principale per la banca centrale americana. Nonostante i segnali di indebolimento del mercato del lavoro, Bostic ritiene probabile un singolo taglio dei tassi di interesse di 25 punti base entro la fine dell’anno. Dopo quattro anni consecutivi con l’inflazione superiore all’obiettivo del 2% fissato dalla Fed, “la stabilità dei prezzi rimane la preoccupazione primaria”, ha affermato Bostic durante il suo intervento. Il banchiere centrale ha sottolineato come le implicazioni complete delle politiche commerciali restino ancora poco chiare, così come l’impatto delle proposte di deregolamentazione federale e delle modifiche fiscali.
L’impatto dei dazi commerciali sui prezzi al consumo
Un elemento di particolare attenzione riguarda la capacità delle imprese di assorbire l’aumento dei costi derivanti dai dazi sulle importazioni. Secondo Bostic, le aziende potrebbero non essere più in grado di evitare aumenti dei prezzi molto più a lungo, con effetti che potrebbero manifestarsi pienamente solo dopo diversi mesi. Questa dinamica rappresenta un fattore di rischio aggiuntivo per l’inflazione, già persistentemente elevata, e potrebbe complicare ulteriormente le decisioni di politica monetaria della Fed nei prossimi trimestri.
Il mercato del lavoro USA: tra rallentamento e piena occupazione
Sul fronte occupazionale, Bostic ha evidenziato come il rallentamento delle assunzioni sia stato accompagnato da una riduzione parallela della crescita dell’offerta di lavoro. Questo equilibrio ha permesso agli Stati Uniti di rimanere vicini alla piena occupazione, nonostante i segnali di raffreddamento economico. Il banchiere ha riconosciuto che i rischi per i due obiettivi principali della Fed – inflazione al 2% e massima occupazione – si stanno avvicinando a un maggiore equilibrio. “Il mercato del lavoro sta rallentando abbastanza da giustificare un allentamento della politica monetaria, probabilmente nell’ordine di 25 punti base, nel resto di quest’anno”, ha precisato Bostic.
Le aspettative del mercato per la riunione di settembre
Sebbene Bostic non abbia diritto di voto sulle decisioni di politica monetaria quest’anno, la sua visione riflette il dibattito in corso all’interno della banca centrale americana. I membri del Federal Open Market Committee (FOMC) sono divisi tra chi teme un indebolimento più serio dell’occupazione e chi preferisce mantenere i tassi nell’attuale range del 4,25%-4,50% fino a quando non sarà più evidente il calo dell’inflazione.
Probabilità di un taglio dei tassi a settembre
La Fed si riunirà il 16-17 settembre, con gli investitori che attribuiscono circa il 90% di probabilità a un taglio dei tassi in quella riunione. Questa elevata aspettativa del mercato riflette la crescente convinzione che la banca centrale dovrà bilanciare la lotta all’inflazione con il sostegno a un’economia in rallentamento. Le dichiarazioni di Bostic suggeriscono un approccio cauto e graduale, con un singolo taglio modesto che permetterebbe alla Fed di rispondere ai segnali di debolezza economica senza compromettere gli sforzi per riportare l’inflazione verso l’obiettivo del 2%. Questa strategia riflette la complessità del contesto economico attuale, caratterizzato da pressioni inflazionistiche persistenti e incertezze legate alle politiche commerciali e fiscali.