L’Unione Europea si prepara allo scenario peggiore

Bruxelles sta intensificando i preparativi per affrontare uno scenario di mancato accordo commerciale con gli Stati Uniti, mentre l’incertezza domina le prospettive di un’intesa tra le due potenze economiche. La tensione cresce con l’avvicinarsi della scadenza del 1° agosto, data in cui potrebbero scattare dazi americani del 30% sulle importazioni europee.

Il pacchetto di ritorsioni europee

I legislatori europei hanno approvato giovedì un pacchetto massiccio di contro-tariffe che colpirebbe un’ampia gamma di prodotti americani. La Commissione Europea ha unificato due proposte separate in un’unica lista che prevede dazi su merci per un valore di 93 miliardi di euro (109 miliardi di dollari), includendo prodotti alimentari, bevande, abbigliamento e macchinari. Secondo fonti vicine al dossier, le tariffe europee potrebbero raggiungere il 30%, rispecchiando quelle minacciate dagli Stati Uniti. Gli stati membri dell’UE hanno votato per approvare questa lista combinata, con misure pronte a entrare in vigore subito dopo la scadenza americana.

Le dichiarazioni di Trump alimentano l’incertezza

Il presidente americano Donald Trump ha dichiarato venerdì ai giornalisti che le possibilità di raggiungere un accordo sono solo del “50-50, forse anche meno”. Questa dichiarazione ha ulteriormente alimentato i timori di un’escalation commerciale, considerando la nota imprevedibilità del presidente americano nelle decisioni di politica commerciale. Fonti informate hanno rivelato a CNBC che lo scenario base per un eventuale accordo includerebbe comunque tariffe del 15% sulle importazioni europee negli USA, con esenzioni ancora da definire.

La strategia di ritorsione calibrata

Carsten Brzeski, responsabile globale macro di ING, prevede una risposta europea proporzionata in assenza di un accordo. “In uno scenario senza intesa e senza ulteriori rinvii dei dazi americani, vedo l’UE adottare un approccio di reciprocità”, ha dichiarato Brzeski, “imponendo tariffe del 30% su prodotti americani selezionati, come le note motociclette, automobili, abbigliamento e alcolici”. L’analista sottolinea che la mancanza di pieno allineamento tra i paesi europei sulla risposta da adottare potrebbe portare l’UE a cercare un equilibrio tra la necessità di reagire e il desiderio di non superare le misure americane.

L’arma segreta europea: lo strumento anti-coercizione

Tra le opzioni discusse a Bruxelles c’è il cosiddetto strumento anti-coercizione (ACI), soprannominato “bazooka commerciale”. Questo meccanismo, progettato come deterrente, permette all’Unione di identificare formalmente casi di coercizione economica e rispondere con misure che vanno dalle restrizioni all’import-export fino alle limitazioni all’accesso al mercato europeo. La Commissione Europea sottolinea che lo strumento sarebbe più efficace se non dovesse essere utilizzato, ma la sua esistenza fornisce all’UE una leva negoziale significativa. L’ACI considera la coercizione economica come un’interferenza da parte di paesi terzi nelle politiche dell’Unione attraverso minacce o misure che impattano commercio e investimenti.

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Tempistiche e strategie di implementazione

Alberto Rizzi, policy fellow presso il Consiglio Europeo per le Relazioni Estere, evidenzia che nonostante l’ACI sia considerato “l’opzione nucleare”, esiste margine di flessibilità nella sua applicazione, purché le misure di ritorsione rimangano proporzionate al danno subito. “La ritorsione è vista come uno strumento negoziale dall’UE”, spiega Rizzi, “quindi l’ACI sarà probabilmente attivato solo in una seconda fase se non ci sarà risposta dagli USA dopo l’entrata in vigore del pacchetto tariffario. L’UE preferisce mantenerlo come leva piuttosto che usarlo immediatamente”.

Implicazioni per i mercati e gli investitori

L’escalation delle tensioni commerciali transatlantiche rappresenta un rischio significativo per i mercati finanziari globali. Gli investitori dovrebbero monitorare attentamente gli sviluppi, considerando che: – Le aziende con forte esposizione al commercio transatlantico potrebbero subire impatti significativi sui margini – I settori automobilistico, alimentare e manifatturiero sono particolarmente vulnerabili – La volatilità sui mercati valutari potrebbe intensificarsi, con possibili pressioni sull’euro Il clima di incertezza commerciale potrebbe inoltre influenzare le decisioni di politica monetaria sia della Federal Reserve che della Banca Centrale Europea, con potenziali ripercussioni sui tassi di interesse e sulle strategie di investimento a medio termine.