Il dollaro trova equilibrio dopo il forte rialzo
Il biglietto verde ha mostrato segnali di stabilizzazione nelle contrattazioni odierne, dopo il significativo balzo registrato nella seduta precedente. I mercati asiatici ed europei hanno accolto con minore entusiasmo il rafforzamento del dollaro rispetto a quanto visto in Nord America, evidenziando divergenze regionali nell’interpretazione delle dinamiche valutarie. Il Dollar Index (DXY) ha esteso il suo avanzamento con un guadagno dello 0,6% nella giornata di ieri, il più marcato degli ultimi 30 giorni. L’indice non registra flessioni dal 2 luglio e ha superato il target di ritracciamento di 98,25 che avevamo anticipato. Oggi si osserva un consolidamento in un range ristretto tra 98,45 e 98,65.
Tassi Fed e aspettative di mercato
Il rafforzamento del dollaro è stato sostenuto dall’aumento dei rendimenti dei Treasury USA. Il tasso implicito di fine anno nei futures sui Fed funds ha raggiunto i livelli più elevati da febbraio, riflettendo aspettative di una politica monetaria più restrittiva. I dati sui prezzi alla produzione attesi oggi potrebbero mostrare un rallentamento, con previsioni di un aumento dello 0,2% sia per l’indice generale che per quello core. Questo porterebbe i tassi annuali rispettivamente al 2,5% (dal 2,6%) e al 2,7% (dal 3,0%).
Beige Book e stagione degli utili
Nel corso della sessione verrà pubblicato il Beige Book della Federal Reserve, documento preparatorio per la riunione del FOMC di fine mese. Sebbene abbia acquisito maggiore rilevanza sotto la presidenza Powell, l’impatto sui mercati dovrebbe essere limitato data la quasi certezza di tassi invariati questo mese. La stagione degli utili è iniziata con vigore, con diverse grandi istituzioni finanziarie che hanno già presentato i risultati. Il declino del dollaro potrebbe favorire il valore in dollari degli utili esteri per le multinazionali americane.
Euro sotto pressione ma resiliente
L’euro ha subito vendite nella seduta precedente, chiudendo sotto la media mobile a 20 giorni. Per la prima volta in quasi due mesi, la media a 5 giorni è scesa sotto quella a 20 giorni. La moneta unica ha toccato quota 1,16 dollari ma oggi mantiene sostanzialmente i livelli, senza riuscire però a superare 1,1630. L’eurozona ha registrato un surplus commerciale destagionalizzato di 16,2 miliardi di euro a maggio. La media mensile nei primi cinque mesi dell’anno si attesta a circa 18,9 miliardi, in aumento dai 17,1 miliardi dello stesso periodo del 2024.
Flussi di capitale vs bilancia commerciale
Nonostante alcuni osservatori sostengano ancora che un surplus commerciale maggiore dovrebbe tradursi in apprezzamento valutario, questa correlazione non trova riscontro nella pratica. Data la dimensione del mercato forex e l’entità dei flussi di capitale rispetto a quelli commerciali, attribuiamo maggior peso ai fattori che muovono i capitali piuttosto che le merci nella nostra analisi dei tassi di cambio.
Yuan cinese e interventi PBOC
La People’s Bank of China ha fissato il tasso di riferimento del dollaro a 7,1526 yuan, il livello più alto dall’8 luglio. Si tratta del terzo fixing consecutivo al rialzo, evento che non si verificava da fine maggio. Il dollaro/yuan offshore si è mosso in un range ristretto tra 7,1785 e 7,1860. Se la PBOC stava cercando di moderare il declino del dollaro, è stata aiutata dal rafforzamento generale del biglietto verde dopo i dati CPI statunitensi. Il dollaro aveva trovato supporto nell’area 7,1660-80 e ieri ha avvicinato il massimo mensile sopra 7,1880.
Yen giapponese sotto pressione
Il dollaro ha guadagnato contro lo yen in sette delle undici sessioni di questo mese, con quattro rialzi superiori all’1%, incluso quello di ieri. Il ritmo ha spinto il dollaro sopra la banda di Bollinger superiore (circa 148,80 yen oggi). Il biglietto verde è salito da sotto 145 yen della scorsa settimana a oltre 149 yen ieri, il miglior livello da inizio aprile. Il rendimento del Treasury a 10 anni si è avvicinato al 4,50% per la prima volta dall’11 giugno, mentre quello a 30 anni ha superato il 5% per la prima volta da fine maggio.
Misure preventive della Bank of Japan
La Bank of Japan ha annunciato che fornirà dollari alle banche giapponesi utilizzando titoli di stato giapponesi attraverso un meccanismo di repo. L’operazione appare preventiva, mirata a prevenire problemi che potrebbero sorgere dalla scadenza di obbligazioni denominate in dollari legate a carry trade su larga scala. L’azione della BOJ potrebbe ridurre la pressione sulle istituzioni finanziarie giapponesi, evitando vendite forzate di Treasury o scramble per assicurarsi finanziamenti in dollari sul mercato. Il cross-currency basis swap si è allargato leggermente a circa -33 punti base, senza segnali di particolare tensione.
Sterlina britannica e inflazione UK
La sterlina ha esteso la sua serie negativa a otto sessioni consecutive, avvicinandosi al minimo del 23 giugno (circa 1,3370 dollari). I dati CPI di giugno del Regno Unito sono risultati più solidi delle attese, complicando le prospettive di politica monetaria. L’inflazione headline è salita dello 0,3% a giugno (0,1% atteso), portando il tasso annuale al 3,6% dal 3,4%. L’inflazione core è accelerata al 3,7% dal 3,5%, mentre l’inflazione nei servizi al consumo è rimasta invariata al 4,7%. Nonostante i dati solidi sull’inflazione, il mercato rimane altamente fiducioso che la crescita deludente spingerà la Bank of England ad agire il mese prossimo, con una probabilità dell’87% secondo i prezzi indicativi nel mercato degli swap.
Dollaro canadese e dati inflazione
Il dollaro canadese ha mostrato una relativa resilienza ieri, con una perdita minore dello 0,10%, la più contenuta tra le valute del G10. Il dollaro USA è rimasto all’interno del range di venerdì scorso (1,3650-1,3730 CAD). L’inflazione canadese di giugno non ha modificato sostanzialmente il quadro sottostante. L’inflazione headline è salita all’1,9% dall’1,7%, come previsto, mentre le letture core sottostanti sono rimaste elevate con la media delle due che sale al 3,05% dal 3,0%.
Prospettive tassi Bank of Canada
Un taglio dei tassi questo mese non appariva particolarmente probabile prima dei dati e lo è ancora meno dopo. Le probabilità di un altro taglio quest’anno sono state ridotte. Il mercato degli swap vede il tasso target di fine anno intorno al 2,58%-2,60%, il più alto degli ultimi quattro mesi.
Dollaro australiano e pattern tecnici
Il dollaro australiano ha registrato il massimo dell’anno venerdì scorso, sfiorando 0,6600 dollari USA. Il sell-off di ieri lo ha portato leggermente sotto 0,6510. Gli indicatori di momentum non hanno confermato il massimo della scorsa settimana, lasciando una divergenza ribassista. L’Australia pubblicherà domani il rapporto sull’occupazione di giugno. Il mercato si attende dati sostanzialmente stabili, con tasso di disoccupazione e partecipazione fermi rispettivamente al 4,1% e 67,0%. La crescita complessiva dell’occupazione dovrebbe rimbalzare di circa 20.000 unità dopo la perdita di 2.500 posti di lavoro a maggio.
Peso messicano e tensioni commerciali
Il dollaro è salito per la terza sessione consecutiva contro il peso messicano, eguagliando la sua serie positiva più lunga dalla fine del primo trimestre. Il guadagno di circa lo 0,6% è stato il maggiore dal 20 giugno. La tariffa USA sui pomodori rappresenta solo l’ultima mossa nelle tensioni commerciali. Data la mancanza di sostituti disponibili, è difficile vedere come questo non impatti i prezzi interni USA e le scelte dei consumatori. Il Messico fornisce circa il 70% dei pomodori USA, in aumento dal 30% di un paio di anni fa secondo stime del settore. La presidente Sheinbaum spera che la tariffa sui pomodori possa essere incorporata nei negoziati commerciali più ampi. Circa un lavoratore messicano su nove è impiegato nel settore agricolo, e in passato le interruzioni nel settore hanno portato a migrazioni verso gli Stati Uniti.