Il dollaro perde slancio dopo l’annuncio dei dazi commerciali
Il mercato valutario globale sta vivendo una fase di particolare volatilità a seguito degli ultimi sviluppi sulla politica commerciale statunitense. L’annuncio di dazi del 25% su Corea del Sud e Giappone ha inizialmente spinto al rialzo il biglietto verde, ma la natura imprevedibile di queste misure e il tono con cui sono state comunicate hanno rapidamente invertito la tendenza. Il Dollar Index, dopo aver raggiunto il ritracciamento del 38,2% del movimento ribassista iniziato il 23 giugno, sta ora consolidando in un range ristretto tra 97,18 e 97,45. La scadenza fissata al 1° agosto per eventuali negoziazioni mantiene alta l’incertezza tra gli operatori.
Le aspettative di inflazione negli Stati Uniti
Un elemento cruciale per comprendere la direzione futura del dollaro riguarda le aspettative inflazionistiche. I dati della Federal Reserve mostrano che a maggio le aspettative a un anno si attestavano al 3,2%, mentre quelle a tre e cinque anni erano rispettivamente al 3,0% e 2,6%. Il sondaggio dell’Università del Michigan rivela un quadro più complesso: le aspettative a un anno sono scese al 5,0% a giugno, in calo dal 6,6% di maggio. Parallelamente, i breakeven inflazionistici a un anno sono diminuiti dal picco di marzo del 4,15% all’attuale 2,6%, toccando recentemente il minimo di 2,50% – il livello più basso da novembre scorso.
La sorpresa della Reserve Bank of Australia scuote i mercati
La decisione della RBA di mantenere invariati i tassi di interesse ha colto di sorpresa gli operatori che scontavano un taglio. Per la prima volta, la banca centrale australiana ha rivelato il voto del consiglio: 6 membri a favore del mantenimento, 3 per il taglio. La governatrice Bullock ha chiarito che le divergenze riguardavano il timing, non la direzione della politica monetaria. Questa mossa ha spinto il dollaro australiano a guadagnare lo 0,80%, rendendolo la valuta più forte del G10 nella sessione odierna. I rendimenti dei titoli decennali australiani sono balzati di 8 punti base.
L’impatto sui mercati dei bond
I mercati obbligazionari stanno registrando vendite generalizzate. I rendimenti dei titoli di stato a 10 anni sono aumentati di 4-5 punti base nella maggior parte dei mercati sviluppati. Particolarmente significativo il movimento dei Gilt britannici, tornati ai massimi della settimana scorsa vicino al 4,64%. In Giappone, il balzo di 9-15 punti base sui titoli governativi a lungo termine non ha fornito supporto allo yen, che rimane l’unica valuta del G10 in difficoltà contro il dollaro. Il biglietto verde ha toccato un massimo di due settimane a 146,50 yen.
Euro sotto pressione ma resiliente
L’euro ha toccato i minimi da sei giorni a 1,1685 dollari, raggiungendo il ritracciamento del 38,2% del rally iniziato il 23 giugno. Tuttavia, la moneta unica ha mostrato resilienza mantenendosi sopra 1,17 e raggiungendo 1,1765 prima di consolidare. I dati commerciali di Germania e Francia presentano dinamiche divergenti. Il surplus commerciale tedesco è salito a 18,4 miliardi di euro a maggio, mentre la Francia ha registrato un deficit di 7,77 miliardi. La media mensile del surplus tedesco nel 2025 si attesta a 17,8 miliardi, in calo rispetto ai 22,5 miliardi dei primi cinque mesi del 2024.
Le valute asiatiche sotto osservazione
Lo yuan offshore ha visto il dollaro toccare i massimi da due settimane sopra 7,18, anche se non c’è stato seguito rialzista. La People’s Bank of China ha fissato il riferimento a 7,1534, continuando la sua politica di gestione graduale del cambio. Le riserve valutarie cinesi sono aumentate di quasi l’1% a 3,317 trilioni di dollari, il livello più alto dalla fine del 2015. Per l’ottavo mese consecutivo, la PBOC ha incrementato le sue riserve auree, acquistando circa 70.000 once troy il mese scorso.
Sterling e dollaro canadese navigano l’incertezza
La sterlina ha ceduto terreno ma ha mantenuto i minimi della settimana scorsa poco sotto 1,3565 dollari. L’area di 1,3580 corrisponde al ritracciamento del 50% del rally dal minimo del 23 giugno. Il rapporto dell’Office for Budget Responsibility dipinge un quadro di vulnerabilità per l’economia britannica, complicando le scelte fiscali del nuovo governo laburista. Il dollaro canadese si prepara a dati cruciali con il PMI IVEY in uscita oggi e il rapporto sull’occupazione di venerdì. Le aspettative sono per una crescita zero dell’occupazione e un aumento del tasso di disoccupazione al 7,1%, un nuovo massimo ciclico.
Mercati emergenti: focus su Messico e Brasile
Il peso messicano ha toccato nuovi minimi da agosto scorso, avvicinandosi al supporto di 18,60 contro il dollaro. I dati sulla produzione di veicoli mostrano un aumento dello 0,8% a giugno, mentre le esportazioni sono balzate del 10,1% su base mensile. Il real brasiliano, dopo essersi avvicinato a 5,40 dollari – il livello più basso da settembre-ottobre scorsi – ha subito un gap rialzista raggiungendo quasi 5,4835. Il ritracciamento del 50% del movimento ribassista dal 25 giugno si trova poco sopra questi livelli.
Prospettive di breve termine per i mercati valutari
L’attuale fase di mercato è caratterizzata da elevata incertezza legata alle politiche commerciali statunitensi. Gli investitori attendono ulteriori annunci sui dazi, mentre le banche centrali navigano tra pressioni inflazionistiche e rischi di rallentamento economico. La divergenza nelle politiche monetarie continuerà a essere un driver fondamentale. Mentre la Fed mantiene un approccio attendista, la sorpresa della RBA suggerisce che le banche centrali potrebbero essere più caute del previsto nel tagliare i tassi, specialmente con l’inflazione che rimane sopra i target in molte economie. I mercati azionari hanno mostrato una resilienza sorprendente, con la maggior parte delle borse dell’Asia-Pacifico in territorio positivo nonostante le tensioni commerciali. Questa divergenza tra mercati valutari e azionari potrebbe non essere sostenibile nel lungo termine, suggerendo potenziali aggiustamenti nei prossimi giorni.