Il Dollar Index precipita sotto i supporti chiave in attesa della Fed

Il Dollar Index (DXY) ha registrato un crollo significativo martedì, toccando i minimi da diversi mesi e perforando livelli di supporto cruciali a 97,253 e 97,109. Gli investitori stanno intensificando le scommesse su un imminente taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. Con l’indice che ha raggiunto quota 96,738 – il livello più basso dai primi di luglio – il prossimo obiettivo ribassista è rappresentato dal minimo del 1° luglio a 96,377. Una rottura sotto questa soglia potrebbe intensificare la pressione di vendita e aprire la strada verso un test del minimo pluriennale a 95,137.

L’attesa per la decisione della Fed: cosa aspettarsi dal FOMC

I mercati hanno già scontato un taglio dei tassi di 25 punti base al termine della riunione del FOMC di mercoledì. Sebbene questa mossa sia ampiamente prevista, l’attenzione degli operatori è concentrata sul tono che adotterà il presidente Jerome Powell e sulle indicazioni prospettiche. Qualsiasi segnale di persistente atteggiamento accomodante o preoccupazioni sull’inflazione potrebbe prolungare il declino del dollaro. Lunedì, il presidente Trump ha rinnovato le pressioni sulla Fed attraverso i social media, sollecitando un taglio “più consistente” per sostenere il mercato immobiliare. Lo stratega di Jefferies, Mohit Kumar, ha osservato che se Powell dovesse enfatizzare l’incertezza inflazionistica, i mercati potrebbero ricalibrare le aspettative per futuri allentamenti monetari. L’attuale sell-off del DXY riflette un accumulo di momentum ribassista, innescato da dati deboli sul mercato del lavoro e aspettative aggressive di tagli dei tassi.

Le valute globali si rafforzano mentre il biglietto verde cede terreno

Le perdite del dollaro sono state generalizzate su tutti i fronti. L’euro è balzato dello 0,7% a 1,1837 dollari, toccando il livello più alto dal 1° luglio, sostenuto da modesti guadagni nella produzione industriale dell’eurozona e da un inaspettato miglioramento del sentiment degli investitori tedeschi. La sterlina è salita dello 0,5% a 1,3667 dollari dopo che i dati sull’occupazione nel Regno Unito hanno mostrato un rallentamento della crescita salariale nel settore privato, riducendo la pressione sulla Bank of England per ulteriori strette monetarie. Il dollaro australiano ha toccato un massimo di 10 mesi a 0,6677 dollari prima di ritracciare leggermente, mentre il dollaro ha perso lo 0,5% sia contro il franco svizzero che contro lo yen giapponese. La forza dello yen arriva in vista della riunione della Bank of Japan di venerdì, dove non sono previsti cambiamenti di politica monetaria nonostante i continui cambiamenti nella leadership di Tokyo.

Vendite al dettaglio e rendimenti Treasury evidenziano la resilienza dei consumatori

Le vendite al dettaglio statunitensi, superiori alle attese, hanno contribuito a pesare sul dollaro. I dati di agosto hanno mostrato un incremento mensile dello 0,6%, il doppio delle previsioni di consenso. Escludendo le auto, le vendite sono salite dello 0,7%, suggerendo una domanda dei consumatori resiliente nonostante i venti contrari macroeconomici. I rendimenti dei Treasury hanno reagito di conseguenza, con il decennale in rialzo di 3 punti base al 4,064%.

Prospettive di mercato: il DXY sotto pressione al di sotto di 96,377

Il DXY sta ora testando un supporto tecnico critico. Una chiusura decisiva sotto 96,377 innescherebbe probabilmente ulteriori ribassi, con 95,137 come prossima zona di supporto principale. Con l’allentamento della Fed già ampiamente scontato nei prezzi, il percorso del dollaro dipenderà dalle indicazioni di Powell. Se la Fed segnalerà preoccupazioni persistenti su inflazione e crescita, ci si può aspettare che il DXY rimanga sotto pressione, specialmente se i rendimenti dei Treasury continueranno a salire sulla scia di dati economici più solidi. Gli operatori dovranno monitorare attentamente non solo la decisione sui tassi, ma soprattutto il tono e le prospettive future delineate dalla banca centrale americana.

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