Il dollaro recupera terreno ma resta debole su base settimanale

L’indice del dollaro ha mostrato segnali di stabilizzazione venerdì, pur rimanendo orientato verso il più marcato ribasso settimanale degli ultimi trenta giorni. Gli investitori stanno valutando attentamente le negoziazioni sui dazi commerciali e si preparano alle cruciali riunioni delle banche centrali previste per la prossima settimana. Nel frattempo, la sterlina britannica ha registrato un indebolimento dopo la pubblicazione di dati sulle vendite al dettaglio inferiori alle attese.

Le attese per Fed e Bank of Japan

Sia la Federal Reserve che la Bank of Japan dovrebbero mantenere invariati i tassi di interesse durante gli incontri di politica monetaria della prossima settimana. Tuttavia, l’attenzione dei trader è concentrata principalmente sulle dichiarazioni successive, che potrebbero fornire indicazioni cruciali sul timing delle prossime mosse. La politica rappresenta un elemento determinante per entrambe le istituzioni, con particolare rilevanza negli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump ha nuovamente esercitato pressioni giovedì per ottenere tassi più bassi, entrando in contrasto con il presidente della Fed, Jerome Powell.

Le dichiarazioni di Trump sostengono il dollaro

Il biglietto verde è riuscito a recuperare leggermente contro l’euro nella serata di giovedì, dopo che Trump ha dichiarato di non avere intenzione di licenziare Powell, nonostante le frequenti minacce in tal senso. Derek Halpenny, responsabile della ricerca EMEA presso MUFG, ha commentato: “Il sollievo del mercato si è basato sul fatto che Trump si sia astenuto dal chiedere le dimissioni di Powell, anche se questa posizione dipende dalla convinzione di Trump che Powell ‘farà la cosa giusta’”. Halpenny ha tuttavia aggiunto che “il tema dell’indipendenza della Fed minacciata dalla Casa Bianca difficilmente scomparirà e rimane un rischio al ribasso per il dollaro”.

Performance settimanale del dollaro index

Le perdite contro euro e yen hanno portato l’indice del dollaro, che misura la valuta americana contro sei altre divise principali, a quota 97,45. Questo livello implica un calo dello 0,75% su base settimanale, la performance peggiore nell’arco di un mese, nonostante un rimbalzo dello 0,3% registrato venerdì.

La situazione politica giapponese complica le decisioni della BOJ

In Giappone, sebbene l’accordo commerciale firmato con gli Stati Uniti questa settimana potrebbe facilitare la continuazione dei rialzi dei tassi da parte della BOJ, la pesante sconfitta della coalizione del Primo Ministro Shigeru Ishiba nelle elezioni della camera alta di domenica complica notevolmente lo scenario per la banca centrale nipponica. Le prospettive di una spesa pubblica elevata potrebbero mantenere l’inflazione giapponese su livelli sostenuti, suggerendo un inasprimento più rapido della politica monetaria. Tuttavia, la potenziale paralisi politica prolungata e i rischi di una guerra commerciale globale forniscono ragioni convincenti per procedere con cautela sui rialzi dei tassi.

blank

Movimenti valutari nella sessione asiatica

Lo yen ha mostrato debolezza nella giornata, complici anche i dati sull’inflazione di Tokyo inferiori alle aspettative. Il dollaro è salito dello 0,55% a 147,8 yen, pur rimanendo orientato verso un calo settimanale dello 0,7%. L’euro ha perso lo 0,2% portandosi a 1,1721 dollari, ma mantiene un guadagno settimanale dello 0,8%.

Divergenze tra BCE e Bank of England

La moneta unica europea ha trovato sostegno giovedì dalla riunione della Banca Centrale Europea. I responsabili della politica monetaria hanno lasciato il tasso di riferimento al 2%, come previsto, ma la valutazione relativamente ottimista delle prospettive economiche e i segnali di un possibile accordo commerciale UE-USA hanno indotto gli investitori a riconsiderare le precedenti aspettative di un ulteriore taglio dei tassi quest’anno. Paul Hollingsworth, responsabile dell’economia dei mercati sviluppati presso BNP Paribas Markets 360, ha osservato: “Mentre un rinnovato deterioramento sul fronte commerciale, o un calo più marcato dell’inflazione nel breve termine, potrebbero ancora spingere la BCE a tagliare nuovamente, sembra esserci una forte propensione a mantenere la politica invariata. Riteniamo che il ciclo di allentamento sia terminato”.

I dati britannici supportano aspettative di tagli BOE

Al contrario, i deboli dati britannici stanno alimentando le aspettative di ulteriori tagli dei tassi da parte della Bank of England, causando un aumento più rapido dei rendimenti obbligazionari dell’eurozona rispetto a quelli britannici, sostenendo così l’euro contro la sterlina.

Euro ai massimi da aprile contro la sterlina

L’euro è salito fino allo 0,23% contro la sterlina britannica venerdì, raggiungendo 87,27 pence, il livello più alto da aprile, consolidando il guadagno dello 0,44% del giorno precedente. I dati pubblicati venerdì hanno mostrato che le vendite al dettaglio britanniche di giugno sono risultate leggermente inferiori alle aspettative degli analisti, pur registrando un rimbalzo dopo il forte calo di maggio. Questi dati seguono le cifre di giovedì che indicavano una crescita solo debole dell’attività economica a luglio e tagli occupazionali al ritmo più veloce degli ultimi cinque mesi. La sterlina ha perso lo 0,5% contro il dollaro, scendendo a 1,3445 dollari, riflettendo le crescenti preoccupazioni sulla salute dell’economia britannica e le aspettative di una politica monetaria più accomodante da parte della Bank of England.

Plus Post