Trump scuote i mercati con nuovi dazi sui BRICS: rotazione verso asset difensivi
L’annuncio del presidente Trump domenica sera di imporre dazi aggiuntivi del 10% sulle nazioni BRICS ha innescato un riposizionamento difensivo su tutti i mercati: azionario, obbligazionario, valutario e delle materie prime. La scadenza del 9 luglio per gli accordi commerciali crea un’urgenza immediata, con l’implementazione prevista per il 1° agosto che minaccia di provocare ampie disruzioni nel commercio internazionale. Le lettere ufficiali sui dazi specifici per paese inizieranno ad essere consegnate oggi alle 12:00 ET.
Rotazione settoriale evidente sui mercati azionari USA
I mercati azionari statunitensi hanno mostrato chiari pattern di rotazione settoriale lunedì. L’S&P 500 ha ceduto lo 0,11% a 6.198,01 punti, mentre il Dow Jones ha sovraperformato con un guadagno dello 0,91% a 44.494,94 punti. Il NASDAQ ha sottoperformato, scendendo dello 0,82% a 20.202,89 punti, riflettendo la preferenza degli investitori per i titoli value rispetto ai growth. Il settore sanitario si è distinto come il migliore performer, con un guadagno del 7,5% da inizio anno e guidando la performance di lunedì. I finanziari sono entrati nel quadrante principale sui grafici di forza relativa. La rottura del Russell 2000 sopra la sua media mobile a 200 giorni segnala forza nelle small-cap, suggerendo una partecipazione più ampia del mercato nonostante l’incertezza politica.
Le nuove minacce tariffarie complicano la strategia della Fed
Le nuove minacce di dazi complicano l’approccio cauto della Federal Reserve. I futures sui Fed funds mostrano attualmente una probabilità del 76% di nessun cambiamento dei tassi alla riunione di luglio, in calo dal 95% prima del rapporto sull’occupazione di venerdì che ha mostrato 147.000 posti di lavoro aggiunti e la disoccupazione in calo al 4,1%. Le ricerche della Fed stimano che i dazi potrebbero aggiungere tra 0,8 e 2,2 punti percentuali all’inflazione core. Il presidente Powell aveva precedentemente dichiarato che la Fed avrebbe già tagliato i tassi se non fosse stato per l’incertezza sui dazi. Con l’inflazione core PCE al 2,3% e proiettata a raggiungere il 3,1% entro il quarto trimestre 2025, la banca centrale affronta potenziali pressioni stagflazionistiche.
Il dollaro si rafforza mentre i mercati valutano le implicazioni
Il dollaro USA ha guadagnato terreno lunedì, con il DXY in rialzo a 97,10 dopo l’annuncio dei dazi BRICS di Trump. La forza del biglietto verde riflette la percezione dei mercati che la minaccia tariffaria difenda il dominio del dollaro, in particolare contro gli sforzi delle nazioni BRICS di sviluppare valute alternative. Il timing dell’annuncio di Trump, coincidente con il summit BRICS a Rio de Janeiro, ha amplificato l’impatto sul mercato. Nonostante la debolezza da inizio anno, il movimento di lunedì suggerisce che minacce credibili per difendere l’egemonia del dollaro forniscono supporto alla valuta americana.
Mercati petroliferi contrastati tra pressioni di offerta e domanda
I mercati petroliferi hanno mostrato performance miste con il Brent in rialzo dello 0,61% a $68,70 mentre il WTI è sceso dello 0,72% a $65,98. L’OPEC+ ha concordato aumenti di produzione maggiori del previsto per agosto, creando pressione sull’offerta mentre emergono preoccupazioni sulla domanda per i potenziali impatti della guerra commerciale. Entrambi i benchmark rimangono in calo di circa il 20% su base annua, indicando che persistono preoccupazioni più ampie sulla domanda. Il WTI sta testando il supporto intorno a $65-66 con il Brent che si mantiene sopra i $68.
Il 9 luglio rappresenta un punto di svolta critico per i mercati
La scadenza del 9 luglio rappresenta un punto di inflessione critico per la direzione del mercato. Il posizionamento attuale riflette strategie difensive con rotazione settoriale, domanda di beni rifugio e ridotta assunzione di rischio su tutte le classi di asset. L’oro è sceso dello 0,82% nel range $3.302-$3.333 nonostante mantenga forti guadagni da inizio anno superiori al 40%. Il VIX a 17,48 (+5,05%) rimane elevato sopra i livelli di compiacenza ma non ha raggiunto il territorio di panico. Ci si aspetta volatilità continua con un bias verso settori difensivi e il dollaro fino al 9 luglio, con potenziale per un’inversione rialzista se i negoziati progrediscono. L’estensione dell’implementazione al 1° agosto fornisce un sollievo temporaneo ma mantiene l’incertezza sottostante su tutte le classi di asset.