Il ritorno della deflazione in Cina preoccupa i mercati globali
L’economia cinese è tornata in territorio deflazionistico ad agosto, con l’indice dei prezzi al consumo (CPI) che ha registrato un calo dello 0,4% su base annua. Si tratta del primo dato negativo da maggio e del più marcato da febbraio, quando la contrazione aveva toccato lo 0,7%.
I prezzi alimentari guidano il calo
Il principale responsabile di questa dinamica deflazionistica è il settore alimentare, con i prezzi dei generi alimentari in flessione del 4,3% su base annua. In controtendenza, i prezzi dell’abbigliamento hanno mostrato un incremento dell’1,8%, mentre altri beni e servizi hanno registrato un balzo dell’8,6%. Il settore dei trasporti e delle comunicazioni ha invece subito una contrazione del 2,4%. Un segnale più incoraggiante arriva dall’inflazione core (al netto di alimentari ed energia), che ha segnato un aumento dello 0,8%, il dato più elevato degli ultimi 18 mesi.
Segnali di miglioramento dal settore industriale
Sul fronte dei prezzi alla produzione (PPI), la deflazione si è attenuata al -2,9% rispetto al -3,6% precedente, rappresentando il minor calo dei prezzi di fabbrica da aprile. Alcuni analisti attribuiscono questo miglioramento alla campagna di Pechino contro gli investimenti eccessivi nel settore industriale.
La strategia della PBOC sul cambio
La People’s Bank of China (PBOC) ha continuato a gestire attivamente il tasso di cambio attraverso il fixing giornaliero del dollaro. Il tasso di riferimento è stato fissato a 7,1062 yuan per dollaro, in leggero rafforzamento rispetto ai 7,1008 del giorno precedente. Questa mossa ha favorito l’apprezzamento dello yuan offshore (CNH), che ha toccato nuovi massimi annuali a 7,1135 prima di consolidare nell’area 7,1170-7,1200.
Le dinamiche del dollaro USA sui mercati globali
Il Dollar Index ha toccato i minimi delle ultime sei settimane a 97,25, mantenendosi comunque sopra i minimi di fine luglio (97,10). Dopo un recupero fino a 97,80, l’indice si è stabilizzato nell’area 97,75. Dal punto di vista tecnico, un superamento del massimo pre-weekend a 98,25 rappresenterebbe un segnale importante per il biglietto verde.
Focus sui dati inflazionistici USA
L’attenzione degli investitori si concentra ora sui dati dell’inflazione statunitense. Oggi è atteso il PPI di agosto, con previsioni di un aumento dello 0,3% sia per il dato headline che per quello core. Su base annua, il tasso headline dovrebbe rimanere stabile al 3,3%, mentre il core potrebbe scendere al 3,5% dal 3,7% precedente. Domani sarà la volta del CPI, con il dato headline atteso in crescita al 2,9% dal 2,7%, che rappresenterebbe il livello più alto da febbraio.
Euro: test dei massimi annuali
L’euro ha raggiunto $1,1780 nella sessione asiatica di ieri, segnando un nuovo massimo da luglio dello scorso anno. La moneta unica ha poi corretto fino a $1,1685 prima di recuperare verso $1,1720 nella mattinata europea.
BCE: nessun cambio di politica atteso
La Banca Centrale Europea si riunisce domani, ma non sono previste modifiche alla politica monetaria. Lo staff aggiornerà le proiezioni economiche, mentre i mercati monitoreranno attentamente eventuali segnali sulla traiettoria futura dei tassi. Sul fronte politico, il presidente francese Macron ha nominato il ministro della Difesa Lecornu, ma resta l’incertezza sulla sua capacità di superare un voto di fiducia. Il premio del decennale francese rispetto al Bund tedesco si è leggermente ampliato, mentre Fitch si appresta ad annunciare l’esito della revisione del rating AA- della Francia, attualmente sotto osservazione negativa.
Yen giapponese: consolidamento in corso
Il dollaro contro yen si muove in un range ristretto tra 147,25 e 147,60, dopo aver toccato ieri un minimo a 146,30. Le speculazioni sui cambiamenti nel Partito Liberal Democratico giapponese e l’arrivo di un nuovo primo ministro non sembrano influenzare le aspettative di un rialzo dei tassi da parte della Bank of Japan. Il mercato degli swap sconta circa 16 punti base di stretta monetaria per il resto dell’anno.
Sterlina britannica sotto pressione
La sterlina ha sfiorato la resistenza psicologica di $1,36 prima di ripiegare verso $1,3520. Opzioni per circa 610 milioni di sterline scadono domani proprio a $1,36, mentre oggi scadono opzioni per 390 milioni a $1,3475. Il percorso di minor resistenza nel breve termine sembra orientato al ribasso, con potenziale verso l’area $1,3460-90.
Attesa per i dati sul PIL britannico
Il momento clou della settimana per la sterlina arriverà venerdì con la pubblicazione del PIL di luglio. Le previsioni mediane indicano una crescita piatta dopo il +0,4% registrato a giugno.
Dollaro canadese: Bank of Canada verso un nuovo taglio
Il dollaro USA si mantiene nel range 1,3760-1,3855 contro il dollaro canadese, con il mercato che ora prezza con maggiore convinzione un taglio dei tassi da parte della Bank of Canada la prossima settimana. La serie negativa di dati economici canadesi ha spinto il mercato degli swap ad aggiustare il tasso terminale atteso vicino al 2,25% dal precedente 2,50%.
Dollaro australiano: battaglia per quota 0,66
L’aussie ha superato brevemente $0,6600 ieri, raggiungendo $0,6620 prima di ripiegare. Il mercato non ha però abbandonato l’obiettivo, con la valuta australiana nuovamente sopra 0,66 nella sessione europea odierna.
Peso messicano: inflazione in leggero aumento
Il dollaro USA si muove in un range ristretto contro il peso messicano, tra 18,6075 e 18,6520. I dati sull’inflazione messicana hanno mostrato un leggero aumento, con il tasso headline salito dal 3,51% al 3,57% e il core stabile al 4,23%. Si tratta del primo incremento del tasso headline da maggio, ma l’entità contenuta non dovrebbe ostacolare un taglio dei tassi da parte di Banxico il 25 settembre.