Il regolatore cinese accusa Nvidia di violazioni antitrust

L’Amministrazione Statale per la Regolamentazione del Mercato (SAMR) della Cina ha comunicato lunedì che Nvidia ha violato la legge antitrust nazionale, secondo quanto emerso da un’indagine preliminare. Pechino ha annunciato che proseguirà le investigazioni sul colosso americano dei semiconduttori. La notizia ha immediatamente impattato i mercati: le azioni Nvidia hanno registrato un calo del 2% nelle contrattazioni pre-mercato.

L’acquisizione Mellanox al centro dell’indagine

L’inchiesta della SAMR, avviata alla fine dello scorso anno, si concentra sull’acquisizione di Mellanox Technologies da parte di Nvidia e su alcuni accordi stipulati durante l’operazione. La società israeliana, specializzata in soluzioni di rete per data center e server, è stata acquisita da Nvidia nel 2020 in un’operazione che aveva ricevuto l’approvazione cinese con specifiche condizioni. Secondo le conclusioni preliminari del regolatore, Nvidia avrebbe violato le leggi antitrust cinesi proprio in relazione a questa acquisizione e alle condizioni imposte. La SAMR non ha tuttavia specificato la natura esatta delle presunte violazioni.

Tensioni commerciali USA-Cina in escalation

Questo sviluppo rischia di complicare i colloqui commerciali tra funzionari cinesi e americani iniziati domenica a Madrid. Le tensioni tecnologiche tra Pechino e Washington mostrano segnali di intensificazione. Sabato la Cina ha lanciato due indagini separate nel settore dei semiconduttori: – Un’indagine anti-dumping su determinati chip importati dagli Stati Uniti – Un’analisi anti-discriminazione sulle restrizioni americane all’industria cinese dei chip

Il rapporto complesso di Nvidia con il mercato cinese

Nvidia ha attraversato mesi turbolenti nel mercato cinese, trovandosi al centro delle tensioni geopolitiche. All’inizio dell’anno, il prodotto H20 di Nvidia – un chip progettato specificamente per rispettare le restrizioni all’export americane – è stato bloccato dalle autorità cinesi.

Le pressioni di Jensen Huang per l’accesso al mercato cinese

Il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha pubblicamente sollecitato il governo americano a permettere alle aziende statunitensi di vendere in Cina. Huang stima che il mercato cinese dell’intelligenza artificiale potrebbe raggiungere circa 50 miliardi di dollari nei prossimi due-tre anni. L’amministratore delegato ha avvertito che l’assenza di aziende americane in Cina creerebbe un vuoto che verrebbe inevitabilmente colmato da player domestici come Huawei.

Un accordo parziale con Washington

Le pressioni di Huang sembrano aver sortito qualche effetto. Il mese scorso, Nvidia ha raggiunto un accordo con Washington che permetterebbe all’azienda di riprendere le vendite di chip in Cina in cambio della cessione del 15% di tali ricavi al governo americano. Attualmente, Huang e l’amministrazione statunitense stanno discutendo la possibilità di esportare chip più avanzati verso il mercato cinese, un segnale che potrebbe indicare un parziale allentamento delle restrizioni tecnologiche tra le due superpotenze.