La Banca Centrale Europea conferma la politica monetaria invariata
La Banca Centrale Europea ha mantenuto i tassi di interesse invariati nella riunione di giovedì, in un contesto di persistente incertezza economica legata alla politica tariffaria aggressiva dell’amministrazione Trump. Prima dell’annuncio, i mercati avevano già scontato con una probabilità del 99% il mantenimento del tasso sui depositi al 2% per la seconda volta consecutiva. L’ultimo taglio risale a giugno, quando l’istituto di Francoforte ha ridotto il costo del denaro dal massimo storico del 4% raggiunto l’anno precedente. “L’inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo di medio termine del 2% e la valutazione del Consiglio direttivo sulle prospettive inflazionistiche rimane sostanzialmente invariata”, ha dichiarato la BCE nel comunicato ufficiale.
Approccio prudente e dipendente dai dati economici
L’istituto centrale ha ribadito che continuerà a seguire un approccio decisionale basato sui dati economici, valutando la situazione riunione per riunione, senza impegnarsi su un percorso predefinito per i tassi di interesse. La BCE ha fornito indicazioni limitate sulla direzione futura della politica monetaria.
Le sfide dell’incertezza economica globale
La Banca Centrale si trova ad affrontare un contesto di incertezza economica globale, nonostante l’inflazione nell’eurozona si sia stabilizzata intorno all’obiettivo del 2% negli ultimi mesi e l’UE abbia raggiunto un accordo commerciale con gli Stati Uniti. I partner transatlantici hanno concordato tariffe generali del 15% sulle esportazioni europee verso gli USA a luglio, con ulteriori dettagli sul framework emersi il mese scorso. L’accordo ha fornito risposte per settori chiave europei come quello farmaceutico. Tuttavia, permangono interrogativi significativi poiché alcune questioni – come le disposizioni per il settore vinicolo e degli alcolici – sono rimaste aperte. Le preoccupazioni per ulteriori dazi si sono intensificate dopo le minacce di ritorsione di Trump contro l’UE, in seguito alla multa antitrust di 3,45 miliardi di dollari inflitta a Google da parte di Alphabet.
Crescita economica debole nonostante i tassi più bassi
I timori sull’impatto dei dazi sulla crescita economica persistono. L’espansione nell’eurozona è rimasta debole nonostante la riduzione dei tassi, con gli ultimi dati che mostrano una crescita di appena lo 0,1% nel secondo trimestre, dopo un’espansione dello 0,6% nel periodo precedente. Christine Lagarde ha osservato giovedì che “i rischi per la crescita economica sono diventati più bilanciati”. Ha aggiunto: “Mentre i recenti accordi commerciali hanno ridotto l’incertezza, un nuovo peggioramento delle relazioni commerciali potrebbe ulteriormente frenare le esportazioni e trascinare al ribasso investimenti e consumi”. La presidente ha anche sottolineato che “le prospettive per l’inflazione rimangono più incerte del solito a causa dell’ambiente di politica commerciale ancora volatile”.
L’incertezza commerciale diminuisce ma non scompare
Rispondendo a una domanda di Annette Weisbach di CNBC, Lagarde ha affermato che l’incertezza commerciale è “chiaramente diminuita” poiché rischi come le ritorsioni europee contro la politica statunitense si sono ridotti. Tuttavia, ha precisato che l’incertezza non è tornata ai livelli “normali” pre-Covid, aggiungendo che “forse non ci sarà mai un livello normale”.
Prospettive divergenti sui futuri tagli dei tassi
Economisti e analisti appaiono divisi sulle aspettative di ulteriori tagli dei tassi nel prossimo futuro. Thomas Pugh, chief economist presso la società di consulenza RSM, ritiene che basandosi sulle aspettative economiche, la banca centrale “non ha fretta di ridurre ulteriormente i tassi”. Tuttavia, ha osservato che “la tariffa del 15% sulle esportazioni UE verso gli USA, insieme all’accresciuta incertezza, peserà sulla domanda, lasciando potenzialmente aperta la porta a un ulteriore taglio dei tassi entro la fine dell’anno”. “Una combinazione di colpo agli investimenti e alle esportazioni, un euro più forte insieme a importazioni più economiche dalla Cina potrebbero frenare crescita e inflazione abbastanza da giustificare un altro taglio dei tassi quest’anno”, ha spiegato Pugh in una nota.
Visioni contrastanti sul ciclo di allentamento
Irene Lauro, economista per l’eurozona presso Schroders, ha affermato che gli annunci di giovedì “confermano la nostra visione che il ciclo di allentamento si è concluso”. Lauro vede l’incertezza commerciale in diminuzione e la ripresa economica dell’eurozona in accelerazione, con le aziende che diventano meno caute e i mercati del lavoro che continuano a essere tesi. “I rischi per l’eurozona si sono spostati dall’incertezza commerciale all’instabilità politica, con la Francia ora sotto i riflettori fiscali. Ma la resilienza dell’economia e il rafforzamento della domanda interna significano che la BCE può permettersi di mantenere invariata la politica monetaria”, ha dichiarato.
Aggiornamento delle previsioni economiche
Con la decisione sui tassi ampiamente anticipata, l’attenzione giovedì si è concentrata sulla conferenza stampa di Lagarde e sulle ultime proiezioni per inflazione e crescita economica. La banca centrale aveva aggiornato l’ultima volta le sue previsioni economiche a giugno. “Le nuove proiezioni dello staff della BCE presentano un quadro dell’inflazione simile a quello previsto a giugno. Prevedono un’inflazione media del 2,1% nel 2025, dell’1,7% nel 2026 e dell’1,9% nel 2027”, ha comunicato la banca centrale. A giugno, l’inflazione principale era prevista in media al 2% quest’anno, all’1,6% l’anno prossimo e al 2% nel 2027.
Previsioni di crescita riviste al rialzo per il 2025
La cosiddetta inflazione core, che esclude i costi di cibo ed energia, dovrebbe attestarsi in media al 2,4% quest’anno, invariata rispetto alla stima precedente. Per quanto riguarda la crescita economica, la BCE ha dichiarato che “l’economia dovrebbe crescere dell’1,2% nel 2025, rivista al rialzo dallo 0,9% previsto a giugno”. La previsione per il 2026 è stata leggermente ridotta a una crescita dell’1%.