Il nuovo trend delle banche centrali: l’oro domestico

Le banche centrali stanno rivoluzionando le loro strategie di accumulo delle riserve auree, privilegiando sempre più l’acquisto diretto dalle miniere nazionali. Questa tendenza, alimentata dal rally dei prezzi dell’oro e dalle crescenti tensioni geopolitiche, rappresenta un cambio di paradigma nel modo in cui le istituzioni monetarie gestiscono le proprie riserve. Secondo il World Gold Council, 19 banche centrali su 36 intervistate stanno già acquistando oro direttamente dai produttori locali, mentre altre quattro stanno valutando questa opzione. Un incremento significativo rispetto all’anno precedente, quando solo 14 istituti su 57 seguivano questa pratica.

I vantaggi economici dell’approvvigionamento domestico

L’acquisto di oro dalle miniere nazionali offre molteplici benefici economici. Il risparmio sui costi è immediato: le banche centrali evitano commissioni bancarie, spese di intermediazione e costi di trasporto internazionale. Inoltre, molti istituti riescono a negoziare prezzi leggermente scontati rispetto alle quotazioni internazionali. “L’argomento economico è convincente”, spiega Shaokai Fan, responsabile globale per le banche centrali presso il WGC. “Questi istituti possono acquistare oro a un prezzo inferiore rispetto al mercato internazionale, dove le transazioni avvengono attraverso le grandi banche d’investimento di Londra”.

Il rally dei prezzi alimenta la strategia

Con l’oro che scambia attualmente a 3.328,3 dollari l’oncia, in rialzo del 27% dall’inizio dell’anno, la convenienza economica diventa ancora più rilevante. Adrian Ash, direttore della ricerca presso BullionVault, sottolinea come “l’impennata dei prezzi e il ruolo dell’oro come protezione contro i rischi geopolitici rendono naturale per le banche centrali dei paesi produttori rivolgersi alla produzione domestica”.

La strategia monetaria: preservare le riserve in valuta estera

Un aspetto cruciale di questa strategia riguarda la gestione ottimale delle riserve valutarie. Tradizionalmente, l’acquisto di oro sui mercati internazionali richiede dollari americani, euro o sterline britanniche, costringendo le banche centrali a sacrificare una riserva per acquisirne un’altra. “Utilizzando la valuta locale per acquistare oro domestico”, evidenzia Fan, “le banche centrali possono far crescere le proprie riserve auree senza intaccare le riserve in valuta estera”. Questa flessibilità monetaria diventa particolarmente preziosa in un contesto di crescenti livelli di debito globale e rischi commerciali.

I pionieri del modello

Diversi paesi stanno guidando questa trasformazione: – Ghana: Il Ghana Gold Board ha siglato accordi per acquistare il 20% della produzione aurea nazionale – Tanzania: Ha imposto ai produttori di riservare almeno il 20% dell’output alla banca centrale – Colombia, Zambia, Mongolia e Filippine: Stanno costruendo attivamente le proprie riserve attraverso l’oro estratto localmente Le Filippine rappresentano un caso di eccellenza, con la banca centrale certificata come raffineria London Good Delivery (LGD), lo standard internazionale per i lingotti d’oro di grandi dimensioni.

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Le sfide operative e i costi nascosti

Nonostante i vantaggi, questa strategia presenta delle complessità. La raffinazione agli standard LGD rappresenta una voce di costo significativa per i paesi privi di capacità domestiche. Mentre Kazakhstan vanta due raffinerie accreditate dalla London Bullion Market Association, nazioni come Ghana e Zambia devono affidarsi a raffinerie estere, riducendo parte dei risparmi iniziali. La Russia, che disponeva di sette raffinerie accreditate prima della sospensione nel 2022 a seguito dell’invasione dell’Ucraina, dimostra come anche le capacità esistenti possano essere compromesse da fattori geopolitici.

Il sostegno all’economia locale e le questioni etiche

L’acquisto di oro domestico genera un circolo virtuoso per l’economia nazionale. Nicky Shiels, responsabile della ricerca presso MKS PAMP, evidenzia come in alcuni paesi la domanda interna di oro sia insufficiente, rendendo l’intervento delle banche centrali fondamentale per sostenere le operazioni minerarie e l’occupazione locale.

La questione delle miniere artigianali

Gran parte dell’oro acquistato proviene da miniere artigianali e su piccola scala (ASGM), un settore storicamente associato a pratiche lavorative inadeguate, danni ambientali e contrabbando. Tuttavia, il coinvolgimento delle banche centrali può rappresentare un’opportunità di formalizzazione e miglioramento del settore. “Le banche centrali possono sfruttare il loro enorme potere d’acquisto per fare del bene a questi minatori artigianali”, afferma Fan. “Avere un acquirente credibile e su larga scala come la banca centrale offre ai piccoli minatori uno sbocco legale ed equo per vendere il loro oro, sottraendo flussi alle reti criminali e migliorando tracciabilità e responsabilità”.

Le prospettive future del mercato

L’indagine del World Gold Council rivela che il 95% delle 73 banche centrali intervistate prevede un aumento delle riserve auree globali nel prossimo anno. Questa aspettativa, combinata con l’incertezza geopolitica persistente e la ricerca di alternative ai tradizionali asset di riserva, suggerisce che la tendenza all’acquisto di oro domestico continuerà a rafforzarsi. La strategia rappresenta quello che gli esperti definiscono una situazione “win-win”: le banche centrali ottimizzano i costi e preservano le riserve valutarie, mentre le economie locali beneficiano di un sostegno diretto al settore minerario. In un mondo sempre più frammentato e incerto, questa convergenza di interessi nazionali e stabilità finanziaria potrebbe ridefinire il futuro della gestione delle riserve auree globali.

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