Il mercato dell’argento tra record storici e crolli improvvisi
I futures sull’argento hanno registrato un rimbalzo del 7,2% nelle prime ore di contrattazione, portandosi a 75,54 dollari l’oncia. Questo movimento segue una delle sessioni più turbolente degli ultimi anni per i metalli preziosi, confermando la straordinaria volatilità che caratterizza il 2025. Il contratto con scadenza marzo ha accumulato un guadagno del 158% dall’inizio dell’anno, una performance che ha pochi precedenti nella storia recente delle materie prime.
Il record storico e il crollo successivo
Nella sessione di lunedì, l’argento ha toccato per la prima volta nella storia la soglia degli 80 dollari l’oncia. Tuttavia, i guadagni si sono rapidamente dissolti, trasformando quella che sembrava una giornata trionfale nel peggior ribasso dal febbraio 2021, con una chiusura in calo dell’8,7%. Jeff Kilburg, CEO di KKM Financial, ha commentato: “Si tratta di un movimento storico. Non assistevamo a oscillazioni di questa portata da molto tempo”.
Prospettive per il 2026: cambio di scenario in vista
Secondo Florian Ielpo, responsabile macro di Lombard Odier Investment Managers, il prossimo anno potrebbe riservare sorprese per gli investitori in metalli preziosi. Con la prevista riaccelerazione della crescita economica globale nel 2026, oro e argento potrebbero perdere parte del loro appeal come beni rifugio. “Vediamo le commodities tra i migliori performer per il prossimo anno, ma la fonte della performance sarà rappresentata dalle materie prime cicliche piuttosto che dai metalli preziosi difensivi”, ha dichiarato Ielpo.
Oro e rame seguono il trend rialzista
Anche i futures sull’oro hanno recuperato terreno dopo il selloff di lunedì, scambiando in rialzo dell’1,2% a 4.394,30 dollari l’oncia. Il rame ha mostrato un incremento dell’1,9%, attestandosi a 5,673 dollari.
I fattori che hanno alimentato il rally dei metalli preziosi
La straordinaria performance del 2025 è stata sostenuta da una combinazione di elementi: Tensioni geopolitiche: l’instabilità internazionale ha spinto gli investitori verso asset considerati sicuri, favorendo l’accumulo di posizioni su oro e argento. Copertura dall’inflazione: i metalli preziosi continuano a essere percepiti come protezione efficace contro l’erosione del potere d’acquisto. Debolezza del dollaro: un biglietto verde più debole rende le materie prime denominate in dollari più accessibili per gli acquirenti internazionali. Aspettative sui tassi di interesse: le previsioni di tagli da parte della Federal Reserve hanno contribuito a sostenere le quotazioni.
L’allarme di Elon Musk sulle restrizioni cinesi
Un ulteriore elemento di pressione sui prezzi è arrivato dalle dichiarazioni di Elon Musk. Il CEO di Tesla ha espresso preoccupazione per le restrizioni all’export di argento imposte dalla Cina, entrate in vigore il primo gennaio. “L’argento è necessario in molti processi industriali”, ha scritto Musk sulla piattaforma X, evidenziando le potenziali ripercussioni su settori chiave come pannelli solari, data center e veicoli elettrici. Queste limitazioni all’offerta potrebbero rappresentare un fattore di supporto strutturale per i prezzi nel medio termine, aggiungendo un elemento di incertezza a un mercato già caratterizzato da elevata volatilità.