Il trading algoritmico è davvero alla portata di tutti? È una domanda che molti trader retail si pongono soprattutto oggi, nel tempo dell’intelligenza artificiale e dell’uso massivo delle tecnologie più sorprendenti.
La risposta è sì, ma non è affatto semplice. In questo articolo indagheremo sulle reali possibilità, per un trader comune, di praticare il trading algoritmico.
Cos’è il trading algoritmico
Prima di tutto, una panoramica sul trading algoritmico. Con questa espressione si intende una modalità operativa basata su algoritmi informatici che eseguono ordini di acquisto e vendita in maniera automatica, secondo regole prestabilite. L’obiettivo è eliminare l’intervento umano durante l’esecuzione, velocizzare le operazioni e aumentare l’efficienza decisionale.
A differenza del trading manuale, dove è il trader a inviare fisicamente gli ordini, nel trading algoritmico l’intervento umano si limita alla progettazione e al monitoraggio del sistema.
Il trading algoritmico garantisce alcuni vantaggi:
- Velocità di esecuzione. Gli algoritmi operano in millisecondi. Ciò consente di cogliere opportunità che sarebbero irraggiungibili per un operatore umano.
- Eliminazione dell’emotività. Le decisioni sono prese sulla base di regole logiche e statistiche, riducendo l’impatto di errori cognitivi e reazioni impulsive.
- Operatività continua. Il sistema può funzionare 24 ore su 24, senza pause. È utile soprattutto nei mercati non-stop, come il Forex o le criptovalute.
- Gestione simultanea di più strumenti. Un algoritmo può seguire decine di coppie valutarie o indici contemporaneamente, migliorando la diversificazione operativa.
- Scalabilità. Lo stesso algoritmo può essere applicato su conti con capitali diversi, mantenendo coerenza nella gestione del rischio.
Cosa serve per fare trading algoritmico
Per iniziare a fare trading algoritmico non è sufficiente scaricare un software o acquistare un bot. Serve una preparazione specifica, sia tecnica che strategica, e l’accesso a determinati strumenti.
Ecco una panoramica degli elementi fondamentali.
- Piattaforma compatibile con l’automazione. Bisogna scegliere una piattaforma che consenta l’uso di script o algoritmi personalizzati. Ce ne sono tante, le più note sono cTrader e MetaTrader con linguaggio dedicato.
- Broker con accesso API. Il broker deve fornire un’API (Application Programming Interface) per consentire la comunicazione tra il software e il mercato. Non tutti i broker la offrono, e alcuni pongono limiti di uso o costi aggiuntivi.
- Conoscenze di programmazione. Parliamo di algoritmi, i quali vanno programmati. Dunque, servono conoscenze ad hoc. Alcuni linguaggi utilizzati sono Python, MQL4/5, JavaScript, C#. Anche se esistono strumenti visuali “drag-and-drop”, la programmazione rimane un vantaggio competitivo.
- Dati di mercato di qualità. Per testare o far girare un algoritmo servono dati accurati, in tempo reale o storici, con profondità adeguata (tick by tick o almeno minuto per minuto). Alcuni fornitori sono a pagamento.
- Server VPS o connessione stabile. Il sistema deve essere sempre online. Un server VPS (Virtual Private Server) garantisce continuità e bassa latenza, soprattutto se situato vicino ai server del broker.
- Strategia algoritmica robusta. Una strategia algoritmica deve avere una logica coerente, testata su più scenari e capace di adattarsi al mutare delle condizioni di mercato. Non è sufficiente una regola semplice.
- Capacità di analisi statistica. Per validare la strategia sono utili strumenti di analisi statistica: rapporto rischio/rendimento, frequenza dei trade, profit factor, sharpe ratio, ecc.
- Controlli di sicurezza e monitoraggio. Serve un sistema di alert e monitoraggio per verificare che l’algoritmo non stia agendo in modo anomalo. Anche i migliori sistemi possono subire errori o bug.
Perché il trading algoritmico è complicato
Nonostante l’apparente semplicità offerta da molte piattaforme, il trading algoritmico presenta numerose difficoltà, alcune di queste esiziali.
Vediamo i principali ostacoli da considerare.
- Overfitting durante il backtest. È un errore comune: si costruisce una strategia che funziona perfettamente sui dati storici ma fallisce completamente nel mercato reale. Succede quando si adattano troppo i parametri al passato, il che compromette la generalizzabilità.
- Malfunzionamenti e bug. Gli algoritmi sono software. Possono contenere errori di codice, eseguire ordini errati o non gestire bene eventi imprevisti. Una strategia apparentemente sicura può diventare disastrosa, e basta un semplice errore logico.
- Ritardi e latenza di rete. Soprattutto nel trading ad alta frequenza, la latenza tra algoritmo e server può causare slippage, ordini rifiutati o esecuzioni ritardate. Il problema è più marcato senza VPS o con broker lenti.
- Dipendenza da dati esterni. Molti algoritmi si basano su feed di dati in tempo reale. Se il flusso dati si interrompe o presenta anomalie, la strategia può saltare segnali, bloccare operazioni o sbagliare i calcoli.
- Mercati che cambiano struttura. Un algoritmo può funzionare bene per mesi e poi smettere di essere efficace perché il mercato cambia. È il caso, ad esempio, di eventi geopolitici, nuove regolazioni, cambiamenti nella liquidità.
Cosa possiamo trarre da quanto detto fin qui?
Semplice, che il trading algoritmico non è più una prerogativa delle grandi banche d’investimento. Grazie alla diffusione di piattaforme avanzate e strumenti accessibili, anche il trader retail può costruire e gestire sistemi automatizzati. Allo stesso tempo, non è un’attività per tutti. Servono competenze tecniche, risorse adeguate e una forte disciplina.