La posizione accomodante del presidente della Fed di New York
John Williams, presidente della Federal Reserve di New York, ha dichiarato venerdì di aspettarsi che la banca centrale possa continuare a ridurre il tasso d’interesse di riferimento, poiché la debolezza del mercato del lavoro rappresenta una minaccia economica maggiore rispetto all’inflazione elevata. In un contesto di crescenti divisioni all’interno della banca centrale sul futuro della politica monetaria, Williams si è schierato con la fazione più accomodante, ritenendo che l’attuale orientamento rimanga ancora moderatamente restrittivo per la crescita economica.
Politica monetaria ancora restrittiva secondo Williams
Durante un intervento a Santiago del Cile, Williams ha affermato: “Considero la politica monetaria come moderatamente restrittiva, sebbene in misura inferiore rispetto a prima delle nostre recenti azioni”. Il presidente della Fed di New York ha aggiunto di vedere ancora margine per un ulteriore aggiustamento a breve termine del tasso sui federal funds, al fine di avvicinare la politica monetaria al livello neutrale e mantenere l’equilibrio tra i due obiettivi della banca centrale.
Reazione immediata dei mercati finanziari
Le dichiarazioni di Williams hanno avuto un impatto significativo sui mercati finanziari. I futures azionari hanno registrato un’ulteriore spinta al rialzo, mentre i rendimenti dei Treasury sono scesi bruscamente.
Cambiamento nelle aspettative sui tassi
Particolarmente rilevante è stato il cambiamento nelle aspettative sui futures dei federal funds. Secondo il FedWatch della CME Group, i trader ora attribuiscono una probabilità superiore al 72% a un’ulteriore riduzione di 25 punti base durante la riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) del 9-10 dicembre, con solo il 28% di possibilità che i tassi rimangano invariati. Si tratta di un’inversione drammatica rispetto alle aspettative di giovedì.
Il peso delle parole di Williams nella leadership Fed
Le osservazioni di Williams assumono particolare rilevanza considerando che è parte di una troika di leadership che include anche il presidente Jerome Powell e il vicepresidente Philip Jefferson. Powell non si è espresso pubblicamente dall’ultima riunione FOMC di fine ottobre 2024, durante la quale il comitato ha approvato una riduzione di 25 punti base.
Voci discordanti all’interno della Federal Reserve
Susan Collins: cautela sui futuri tagli
Susan Collins, presidente della Fed di Boston e membro votante del FOMC nel 2025, ha adottato un tono differente rispetto a Williams in un’intervista a CNBC. Collins ha sottolineato la minaccia persistente dell’inflazione, dichiarandosi riluttante a sostenere ulteriori tagli. “Ritengo che una politica moderatamente restrittiva sia molto appropriata in questo momento”, ha affermato Collins, evidenziando come questo la renda esitante riguardo alle prossime mosse di politica monetaria. La presidente della Fed di Boston ha inoltre rilevato una particolare debolezza tra le fasce di reddito più basse, legata agli elevati livelli dei prezzi e a un’inflazione che rimane elevata da quasi cinque anni.
Lorie Logan: opposizione netta ai tagli recenti
Lorie Logan, presidente della Fed di Dallas, ha assunto una posizione ancora più restrittiva, dichiarando che si sarebbe opposta al taglio di ottobre e probabilmente anche a quello di settembre. Sebbene Logan non abbia diritto di voto nel 2025, lo avrà nel 2026, rendendo le sue opinioni rilevanti per le future decisioni di politica monetaria. “Con due tagli già implementati, troverei difficile sostenere un’ulteriore riduzione a dicembre”, ha affermato Logan in un discorso a Zurigo, a meno che non emergano prove chiare che l’inflazione scenderà più rapidamente del previsto o che il mercato del lavoro si raffredderà più velocemente. Logan ha inoltre sottolineato come l’impennata dei mercati azionari nel 2024 abbia aumentato la sua cautela riguardo all’allentamento monetario, aggiungendo: “Anche a settembre non ero certa che avessimo spazio per più di uno o due tagli mantenendo una posizione restrittiva”.
Beth Hammack: politica “appena restrittiva”
Beth Hammack, presidente della Fed di Cleveland e futura votante nel 2026, ha dichiarato a CNBC giovedì di considerare la politica attuale come “appena restrittiva”, segnalando una potenziale resistenza a ulteriori tagli.
La struttura decisionale del FOMC
Il Federal Open Market Committee è composto da 12 membri votanti: i sette membri permanenti del Board of Governors e cinque membri a rotazione provenienti dalle banche regionali, tra cui sempre il presidente della Fed di New York.
Il dibattito sul livello restrittivo della politica monetaria
Le divisioni all’interno della Fed si articolano principalmente tra funzionari che ritengono la politica ancora moderatamente restrittiva – lasciando quindi spazio per ulteriori riduzioni senza innescare inflazione – e coloro che la considerano non più restrittiva, con il rischio che un ulteriore allentamento possa far aumentare i prezzi, specialmente nell’era dei dazi significativamente più elevati sulle importazioni statunitensi.
Valutazione dei rischi secondo Williams
Williams ha chiarito la sua valutazione: “I rischi al ribasso per l’occupazione sono aumentati mentre il mercato del lavoro si è raffreddato, mentre i rischi al rialzo per l’inflazione si sono in qualche modo ridotti”. Ha inoltre sottolineato che l’inflazione sottostante continua a tendere verso il basso, senza evidenze di effetti di secondo round derivanti dai dazi.
Prospettive sull’inflazione e aspettative a lungo termine
Williams ha riconosciuto, come molti altri funzionari della Fed, che i progressi sull’inflazione “si sono arrestati” a causa dell’impatto dei dazi e di altri fattori. Tuttavia, ha evidenziato che le aspettative a lungo termine rimangono sotto controllo, offrendo alla Fed margine di manovra mentre l’inflazione dovrebbe tornare all’obiettivo della banca centrale, secondo le sue proiezioni, entro il 2027. Questo orizzonte temporale suggerisce che la Fed dispone ancora di spazio per calibrare la politica monetaria in modo graduale, bilanciando le esigenze di sostegno al mercato del lavoro con il controllo dell’inflazione nel medio-lungo periodo.
