L’incertezza economica come forza dominante nei mercati

L’incertezza rappresenta uno dei fattori più influenti nel plasmare le condizioni economiche globali. Quando le politiche economiche statunitensi diventano imprevedibili, gli effetti si propagano rapidamente oltre oceano, influenzando significativamente il credito alle imprese nell’area euro. Questo fenomeno pesa sugli investimenti aziendali e riduce l’efficacia delle politiche monetarie della BCE. I periodi caratterizzati da elevata incertezza politico-economica esercitano una pressione considerevole sui risultati economici. Le aziende tendono ad adottare un approccio “wait and see”, posticipando decisioni di investimento cruciali mentre attendono maggiore chiarezza sul futuro. Parallelamente, le banche contraggono l’offerta di credito per gestire i rischi potenziali derivanti da cambiamenti normativi, tariffari o di altre politiche economiche.

Il barometro dell’incertezza: indici record negli ultimi anni

L’Economic Policy Uncertainty Index (EPU), che misura la frequenza di termini legati alle politiche economiche nei principali quotidiani, ha raggiunto livelli record negli ultimi anni. Eventi come Brexit, la pandemia COVID-19 e il conflitto in Ucraina hanno contribuito a questi picchi di incertezza. Gli sviluppi più recenti stanno aggiungendo ulteriore volatilità. I rischi geopolitici e le incertezze sulla politica commerciale statunitense hanno portato l’EPU a livelli massimi, sia negli Stati Uniti che nell’area euro. Paradossalmente, mentre l’incertezza politica raggiunge nuovi picchi, la volatilità dei mercati finanziari rimane sorprendentemente contenuta. Storicamente, episodi di elevata incertezza politico-economica coincidevano con mercati finanziari più volatili. Tuttavia, i dati recenti mostrano una divergenza: l’incertezza politica aumenta mentre la volatilità di mercato resta moderata. Questo fenomeno solleva interrogativi cruciali: può l’incertezza politica, anche senza turbolenze nei mercati finanziari, compromettere prestiti e investimenti?

Come l’incertezza statunitense impatta il credito europeo

Le analisi dimostrano che l’incertezza sulle politiche economiche, indipendentemente dalla sua origine geografica, ha un impatto significativo sul credito alle imprese nell’area euro. I picchi di incertezza derivanti da sviluppi nelle politiche monetarie, fiscali, finanziarie o commerciali degli Stati Uniti si propagano nell’area euro attraverso collegamenti finanziari e commerciali.

Quantificazione degli effetti attraverso modelli econometrici

Utilizzando un modello VAR Bayesiano strutturale con dati aggregati dell’area euro dal 2003, emerge che uno shock di una deviazione standard porta a un rallentamento della crescita dei prestiti. Gli effetti si accumulano nel tempo, raggiungendo un picco di circa 0,5 punti percentuali dopo circa due anni dallo shock iniziale. L’impatto dell’incertezza diventa ancora più severo durante episodi di elevata volatilità dei mercati finanziari. Quando la volatilità aumenta, gli investitori richiedono un premio per il rischio più elevato, amplificando l’effetto negativo dell’incertezza politica. Le stime suggeriscono che questo effetto amplificatore aggiungerebbe circa 0,3 punti percentuali alla contrazione del credito.

Le banche come amplificatori dell’incertezza

L’incertezza sulle politiche economiche non passa inosservata alle banche, ma influenza direttamente il loro comportamento creditizio. Quando l’incertezza sulla politica economica statunitense aumenta, le banche dell’area euro tendono a inasprire le condizioni creditizie.

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Caratteristiche bancarie che influenzano la risposta all’incertezza

L’analisi basata su dati granulari del database Anacredit rivela che: – Le banche con maggiore esposizione al dollaro USA riducono significativamente l’offerta di credito alle imprese dell’area euro – Gli istituti aumentano i tassi di interesse sui nuovi prestiti e ne riducono la scadenza – Gli effetti sono più pronunciati per le imprese che commerciano intensamente con gli Stati Uniti Le caratteristiche specifiche delle banche giocano un ruolo cruciale. Gli istituti di credito con minore liquidità o quote più elevate di crediti deteriorati reagiscono in modo più marcato. Utilizzando dati dal 2007 per un campione di 80 banche dell’area euro, uno shock di una deviazione standard riduce la crescita dei prestiti di circa 1 punto percentuale in più per le banche a bassa liquidità rispetto a quelle con liquidità più elevata. Questa divergenza persiste fino a due anni.

Implicazioni per la politica monetaria della BCE

L’elevata incertezza sulle politiche economiche, derivante ad esempio da cambiamenti improvvisi nella politica commerciale o fiscale statunitense, indebolisce il canale di trasmissione della politica monetaria. Durante periodi di elevata incertezza, l’efficacia dei tagli dei tassi di interesse nel stimolare l’economia diminuisce significativamente.

Riduzione dell’efficacia degli stimoli monetari

Per gli investimenti aziendali, l’impatto di un taglio di 100 punti base nel tasso a breve termine è circa il 20% inferiore durante periodi di alta incertezza. Questo effetto è particolarmente pronunciato tra le imprese ad alta intensità di investimenti. Di conseguenza, in periodi di elevata incertezza, le banche centrali potrebbero dover rispondere con maggiore forza per ottenere lo stesso impatto previsto che avrebbero in condizioni di bassa incertezza.

Prospettive future e considerazioni strategiche

L’incertezza sulle politiche economiche può influenzare significativamente le dinamiche creditizie, gli investimenti aziendali e l’efficacia della politica monetaria nell’area euro. Quando l’incertezza aumenta, le imprese tendono a ritardare o ridimensionare gli investimenti, un effetto particolarmente visibile tra le aziende operanti in settori più esposti agli Stati Uniti. Contemporaneamente, le banche – specialmente quelle con elevata esposizione agli USA, liquidità limitata o livelli più alti di crediti deteriorati – inaspriscono le condizioni creditizie, riducendo i prestiti. Come risultato, l’incertezza politica, anche quando origina negli Stati Uniti, può indebolire l’efficacia della politica monetaria nell’area euro, creando sfide significative per la BCE nel perseguire i suoi obiettivi di stabilità economica e dei prezzi.

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