Le valute asiatiche rafforzano la loro posizione nelle riserve internazionali

Il renminbi cinese e il dollaro australiano hanno incrementato la loro quota nelle riserve valutarie globali durante il secondo trimestre del 2024, secondo i dati pubblicati dal Fondo Monetario Internazionale. L’analisi, che copre 149 economie mondiali, rivela un graduale riequilibrio nel sistema monetario internazionale.

Movimenti delle quote di mercato nel secondo trimestre

Entrambe le valute asiatiche hanno registrato un aumento di 0,03 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, portando la loro rappresentanza a poco più del 2% ciascuna sul totale delle riserve globali, che ammontano a quasi 13.000 miliardi di dollari. Nel frattempo, il dollaro statunitense ha perso 0,12 punti percentuali, attestandosi al 56,32% delle riserve globali alla fine del secondo trimestre, dopo l’aggiustamento per le fluttuazioni valutarie. L’euro mantiene la seconda posizione con una quota del 21,13%.

L’impatto delle fluttuazioni valutarie sulle riserve

Per la prima volta, il FMI ha pubblicato dati aggiustati per tenere conto delle drammatiche oscillazioni valutarie registrate dall’inizio dell’anno. Questi movimenti sono stati amplificati dalle aspettative sul ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e dalle sue politiche commerciali ed economiche che hanno scosso i mercati.

Performance del dollaro nel 2024

Il dollar index, che misura la performance del biglietto verde contro un paniere di valute principali (euro, yen, sterlina, dollaro canadese, corona svedese e franco svizzero), ha registrato un calo superiore al 10% nel primo semestre, il più marcato dal 1973. Solo nel secondo trimestre, il dollaro si è indebolito dell’8%. Secondo l’analisi del FMI, “i movimenti valutari spiegano il 92% della riduzione della quota del dollaro durante i tre mesi fino a giugno”. Effetti simili sui tassi di cambio sono stati osservati anche per altre valute, incluso l’euro.

Volume totale delle riserve in crescita

Il valore complessivo delle riserve valutarie detenute dalle banche centrali, espresso in dollari USA, è salito a 12.945 miliardi di dollari, rispetto ai 12.540 miliardi del primo trimestre, secondo i calcoli del FMI.

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Distinzione tra fluttuazioni di mercato e scelte strategiche

È importante sottolineare che le oscillazioni nei mercati forex non riflettono necessariamente un cambiamento nella volontà dei gestori delle riserve di detenere determinate valute. Le fluttuazioni di breve termine possono essere guidate da fattori tecnici piuttosto che da decisioni strategiche di lungo periodo.

Il dibattito sulla de-dollarizzazione

Le turbolenze di mercato indotte dalle politiche trumpiane e gli attacchi all’indipendenza della Federal Reserve hanno alimentato il dibattito sulla possibile perdita di dominanza del dollaro nel sistema monetario globale. Mentre alcuni analisti evidenziano segnali nascenti di de-dollarizzazione, esiste un ampio consenso sul fatto che qualsiasi cambiamento strutturale di questa portata richiederebbe tempi molto lunghi. La transizione verso un sistema monetario multipolare, se mai avverrà, sarà un processo graduale che si misurerà in decenni piuttosto che in anni.

Implicazioni per gli investitori

Per gli operatori del mercato forex e i gestori di portafoglio, questi dati suggeriscono l’importanza di monitorare attentamente la diversificazione valutaria nelle riserve globali. Sebbene il dollaro mantenga una posizione dominante, la crescente rilevanza di valute alternative come il renminbi potrebbe influenzare le dinamiche di mercato nel lungo termine.