Il Dollar Index guadagna terreno mentre i mercati attendono indicazioni dalla Fed
Il Dollar Index (DXY) registra un modesto rialzo nella sessione di martedì, con gli investitori concentrati sul discorso chiave del presidente della Federal Reserve Jerome Powell. La partecipazione al mercato rimane contenuta e i movimenti di prezzo sono limitati, poiché l’incertezza sulle prossime mosse della Fed mantiene sia il dollaro che i rendimenti dei Treasury in una fase di stallo. Alle 14:39 GMT, il DXY scambia a 97,394, in rialzo di 0,094 punti (+0,10%).
La Federal Reserve mantiene un approccio prudente dopo il taglio dei tassi
La recente decisione della Fed di ridurre i tassi di 25 punti base ha alimentato il dibattito tra i trader sulla possibilità di ulteriori allentamenti entro fine anno. Mentre alcuni funzionari come la governatrice Michelle Bowman e il neo-nominato Steven Miran hanno suggerito tagli più profondi per proteggere il mercato del lavoro, altri rimangono concentrati sulla lotta all’inflazione. Il presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee, ha respinto con fermezza qualsiasi ipotesi di modifica dell’obiettivo di inflazione al 2%, definendo tali speculazioni “discorsi pericolosi”. Nel frattempo, il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic, ha ribadito che la vigilanza sull’inflazione deve continuare.
Le aspettative del mercato puntano su ulteriori tagli
Si prevede che Powell manterrà un tono familiare, in linea con la conferenza stampa post-riunione della scorsa settimana, soprattutto considerando l’assenza di sviluppi macroeconomici significativi da allora. Le aspettative basate sul mercato, riflesse nel CME FedWatch Tool, indicano una probabilità del 90% per un taglio di 25 punti base a ottobre e del 75% per un secondo taglio a dicembre.
Il mercato dei Treasury segnala indecisione
I rendimenti lungo la curva dei Treasury mostrano variazioni minime, riflettendo l’indecisione degli investitori in attesa delle dichiarazioni di Powell. Il rendimento del decennale si aggira intorno al 4,145%, con il biennale al 3,605% e il trentennale appena sopra il 4,76%. Il movimento contenuto dei rendimenti suggerisce che il mercato obbligazionario è in una fase di attesa, in cerca di chiarezza su un eventuale proseguimento dell’allentamento monetario o una pausa. Gli analisti di ING hanno evidenziato che i recenti commenti della Fed – in particolare da Musalem, Bostic e Hammack – mostrano che il blocco hawkish rimane intatto. Pur non opponendosi apertamente a ulteriori tagli, il loro tono indica resistenza a un ciclo di allentamento prolungato senza un chiaro deterioramento economico.
Range ristretto per il dollaro: i trader osservano i livelli chiave
Il Dollar Index sta negoziando all’interno di un range ristretto tra 96,218 e 97,823. Se il tono di Powell dovesse risultare dovish, il DXY potrebbe ritracciare verso il suo pivot a 97,021. Al contrario, una posizione hawkish potrebbe alimentare un movimento sopra 97,823, con potenziali obiettivi al rialzo alla media mobile a 50 giorni di 98,042 e resistenza intermedia a 98,238.
Livelli tecnici da monitorare
Qualsiasi movimento oltre 98,238 richiederà convinzione per essere considerato un breakout significativo. Con un tetto a breve termine a 98,238 e i trader fortemente orientati verso un altro taglio dei tassi a ottobre, il tono di Powell oggi probabilmente consoliderà o metterà in discussione questa aspettativa.
Prospettive per il DXY: tutti gli occhi su Powell
Se Powell segnalerà pazienza o riaffermerà le preoccupazioni sull’inflazione, il DXY potrebbe salire verso la soglia dei 98. Ma un’inclinazione dovish – specialmente se legata ai rischi del mercato del lavoro – potrebbe spingere il dollaro verso il pivot di 97,021. Fino ad allora, è probabile che il range trading domini le contrattazioni. Il discorso di Powell rappresenta quindi un momento cruciale per determinare la direzione a breve termine del dollaro americano e delle aspettative sui tassi d’interesse. Gli investitori cercheranno segnali chiari sulla traiettoria della politica monetaria, in un contesto di dati economici contrastanti e pressioni inflazionistiche persistenti.