Il mercato finanziario è un ecosistema complesso, regolato da dinamiche che spesso sfuggono a una lettura superficiale. Ogni movimento dei prezzi è il risultato dell’interazione tra domanda e offerta, tra la presenza o l’assenza di ordini eseguiti. Alcuni fenomeni che emergono da questa continua negoziazione hanno assunto un ruolo centrale nelle strategie dei trader professionisti. Tra questi vi è il cosiddetto liquidity void, un concetto che affonda le proprie radici nell’analisi del flusso degli ordini e che si rivela essenziale per comprendere certe accelerazioni improvvise dei prezzi.

Ne parliamo qui. Daremo una definizione di liquidity void, spiegheremo quali sono le sue cause, come può essere utilizzato in ottica operativa e quali rischi comporta.

Cos’è il liquidity void

Il termine liquidity void si traduce letteralmente in “vuoto di liquidità”. Si tratta di un’area del grafico in cui il prezzo si muove con estrema velocità, lasciando dietro di sé una sorta di “gap” privo di scambi significativi. In altre parole, è il risultato di una mancanza di ordini opposti sufficienti ad assorbire la pressione di acquisto o di vendita in un determinato momento.

Dal punto di vista grafico, il liquidity void appare come una candela o una serie di candele molto ampie, prive di sostanziali ritracciamenti. L’assenza di contrattazioni consistenti lungo quel movimento segnala che il mercato è passato da un livello di prezzo a un altro senza incontrare una resistenza significativa.

Le cause del liquidity void

Le ragioni che possono portare alla formazione di un liquidity void sono molteplici:

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  • Notizie economiche o politiche improvvise: dati macroeconomici inattesi, dichiarazioni di banche centrali, eventi geopolitici possono innescare movimenti repentini che lasciano dietro di sé aree prive di ordini.
  • Ordini istituzionali di grandi dimensioni: i cosiddetti big player, come hedge fund e banche d’investimento, muovono volumi imponenti che, se immessi in un mercato con bassa liquidità, creano squilibri evidenti.
  • Sessioni a ridotta liquidità: orari notturni o momenti di festività in cui la partecipazione è limitata possono amplificare l’effetto di movimenti improvvisi.
  • Breakout di livelli tecnici chiave: quando il prezzo supera un supporto o una resistenza molto osservata, gli ordini pendenti possono attivarsi in massa, svuotando l’area circostante di controparti sufficienti.

La conseguenza è un movimento rapido e deciso che lascia “scoperta” una porzione del grafico. Secondo molti analisti, queste aree hanno una forte probabilità di essere rivisitate dal prezzo in futuro, poiché rappresentano zone in cui il mercato non ha scambiato a sufficienza per stabilizzare la quotazione.

Come si usa il liquidity void

Il liquidity void non è soltanto un fenomeno da osservare; per molti trader è uno strumento operativo che può fornire segnali utili a pianificare entrate e uscite dal mercato. La logica di base è semplice: i vuoti di liquidità tendono a essere colmati, poiché il mercato “ricerca” continuamente aree in cui completare gli scambi mancanti.

Ma ecco i passaggi che consentono di sfruttare il liquidity void:

  • Individuazione del vuoto: il primo passo consiste nell’identificare graficamente un movimento eccessivamente rapido, caratterizzato da candele ampie e prive di ombre significative.
  • Tracciamento dell’area: si segnano i livelli di prezzo che delimitano il liquidity void, dal punto di partenza a quello di arrivo del movimento repentino.
  • Attesa di un ritorno: si osserva il mercato per verificare se, in un secondo momento, il prezzo torni a visitare quell’area, colmando il vuoto lasciato.
  • Pianificazione dell’entrata: l’ingresso in posizione avviene quando il prezzo rientra nella zona segnalata, puntando su una reazione significativa.

Ma facciamo un esempio.

Consideriamo il cambio EUR/USD, che in seguito a un dato macroeconomico inatteso passa repentinamente da 1,1000 a 1,1070. L’intero movimento avviene in pochi minuti, con una candela priva di ritracciamenti intermedi.

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Ecco, l’area compresa tra 1,1000 e 1,1070 è considerata liquidity void.

Nei giorni seguenti, il prezzo inizia a ritracciare. Al raggiungimento di 1,1050, molti trader ipotizzano un ritorno completo verso l’area di 1,1000–1,1020.

Rilevato ciò, si entra short a 1,1050 con target a 1,1010, fissando uno stop loss a 1,1085 per contenere il rischio.

Se il mercato colma il vuoto, l’operazione porta un profitto di 40 pips, mentre la perdita potenziale è di 35 pips.

I rischi del liquidity void

Sebbene possa sembrare un concetto semplice da applicare, il liquidity void comporta insidie rilevanti. Affidarsi esclusivamente a questa strategia senza considerare il contesto di mercato può portare a risultati deludenti. Soprattutto, espone a rischi importanti.

  • Mancata chiusura del vuoto: non tutti i liquidity void vengono colmati. Alcuni rimangono aperti per mesi o addirittura anni, specialmente se originati da eventi fondamentali di lungo periodo. Basare la propria operatività sulla convinzione che ogni void debba essere riempito è un errore che può costare caro.
  • Timing errato: anche quando il vuoto viene colmato, il momento in cui ciò avviene è imprevedibile. Può richiedere ore, giorni o settimane. Entrare troppo presto espone a drawdown pesanti, difficili da sostenere psicologicamente e finanziariamente.
  • Rischio di falsi segnali: movimenti simili a un liquidity void possono in realtà derivare da trend strutturali e non da un vero squilibrio momentaneo. In tali casi, attendere un ritorno che non avviene porta a perdite prolungate.
  • Impatto della volatilità: l’operatività sui liquidity void spesso si svolge in contesti di forte volatilità, come durante la pubblicazione di dati economici. Questi scenari, se non gestiti con precisione, aumentano il rischio di slippage, esecuzioni a prezzi peggiori e stop loss saltati.
  • Richiesta di competenze avanzate: infine, sfruttare il liquidity void non è un’operazione adatta a tutti. Richiede conoscenza dei mercati, capacità di lettura del flusso degli ordini e padronanza delle dinamiche di gestione del rischio. Senza un adeguato livello di esperienza, la probabilità di incorrere in errori cresce in modo significativo.