L’economia americana accelera nel terzo trimestre 2025
L’attività economica degli Stati Uniti ha registrato un’accelerazione significativa a luglio, secondo i dati preliminari del PMI di S&P Global, segnando un robusto inizio per il terzo trimestre. L’indice composito PMI è salito a 54,6 punti da 52,9 di giugno, raggiungendo il livello più alto degli ultimi sette mesi. Questa espansione, tuttavia, presenta forti squilibri settoriali: mentre il settore dei servizi ha mostrato una vigorosa crescita, il manifatturiero ha subito un deterioramento delle condizioni operative, alimentando preoccupazioni sulla sostenibilità della ripresa economica.
Divergenza marcata tra servizi e manifatturiero
Il settore dei servizi ha guidato l’espansione con l’indice di attività che è balzato a 55,2 punti, il valore più elevato da dicembre scorso. Al contrario, il PMI manifatturiero è sceso a 49,5 punti, sotto la soglia critica di 50 che separa espansione da contrazione, segnalando il primo deterioramento delle condizioni del settore dall’inizio dell’anno.
Dinamiche della domanda e produzione
La produzione manifatturiera ha registrato solo una modesta crescita, con l’indice che è sceso a 51,2 da 53,1 di giugno. I nuovi ordini nel settore industriale sono diminuiti per la prima volta nel 2025, un segnale preoccupante attribuito principalmente all’impatto dei dazi commerciali e all’aumento dei prezzi. Nel settore dei servizi, invece, la domanda interna sia da parte delle famiglie che delle imprese ha sostenuto una robusta crescita dell’attività. Tuttavia, le esportazioni complessive hanno registrato il calo più marcato da aprile, influenzate negativamente dall’incertezza economica globale.
Pressioni inflazionistiche in intensificazione
Un aspetto particolarmente preoccupante emerso dai dati di luglio riguarda l’accelerazione delle pressioni sui prezzi. L’inflazione dei prezzi praticati dalle aziende ha raggiunto uno dei livelli più elevati degli ultimi tre anni, con aumenti diffusi sia nel manifatturiero che nei servizi.
Impatto dei dazi commerciali
Circa due terzi dei produttori che hanno riportato aumenti dei costi hanno attribuito questi rincari direttamente ai dazi commerciali. L’impatto non si è limitato al settore manifatturiero: circa il 40% dei fornitori di servizi ha esplicitamente menzionato i dazi come causa degli aumenti dei prezzi praticati ai clienti. I costi degli input hanno registrato il secondo aumento più marcato da gennaio 2023, con pressioni particolarmente acute nel settore manifatturiero nonostante un leggero raffreddamento rispetto al picco post-pandemico di giugno.
Mercato del lavoro e capacità produttiva
L’occupazione ha continuato a crescere per il quinto mese consecutivo, ma con dinamiche settoriali divergenti. Il settore dei servizi ha registrato l’aumento più significativo dei posti di lavoro da gennaio, mentre l’occupazione manifatturiera è diminuita per la prima volta in tre mesi.
Accumulo di ordini inevasi
Gli ordini inevasi sono aumentati al ritmo più veloce dal maggio 2022, riflettendo le difficoltà delle aziende nel soddisfare la domanda crescente. Questo fenomeno è stato particolarmente pronunciato nel settore dei servizi, dove l’accumulo di lavoro arretrato ha raggiunto il livello più alto in oltre tre anni.
Deterioramento della fiducia aziendale
Le aspettative delle imprese per i prossimi 12 mesi sono peggiorate per il secondo mese consecutivo, scendendo sotto la media di lungo periodo del sondaggio. Il calo della fiducia ha interessato sia il manifatturiero che i servizi, con le aziende che citano preoccupazioni crescenti riguardo alle politiche governative, in particolare i tagli alla spesa federale e l’impatto dei dazi.
Gestione delle scorte e catene di fornitura
Dopo aver accumulato scorte di materie prime e prodotti finiti a maggio e giugno in anticipazione dei dazi, i produttori hanno ridotto le giacenze a luglio. Gli acquisti di input sono cresciuti a un ritmo nettamente inferiore, mentre i tempi di consegna dei fornitori sono migliorati, segnalando una minore pressione sulle catene di approvvigionamento.
Prospettive economiche e implicazioni per la politica monetaria
Secondo Chris Williamson, Chief Business Economist di S&P Global Market Intelligence, i dati del PMI suggeriscono che l’economia statunitense stia crescendo a un tasso annualizzato del 2,3%, un netto miglioramento rispetto all’1,3% del secondo trimestre. Tuttavia, la sostenibilità di questa crescita rimane incerta. L’eccessiva dipendenza dal settore dei servizi e il deterioramento delle condizioni manifatturiere, quest’ultimo collegato all’esaurirsi dell’effetto di accumulo preventivo legato ai dazi, sollevano interrogativi sulla solidità dell’espansione. L’intensificarsi delle pressioni inflazionistiche rappresenta una sfida significativa per la Federal Reserve. L’aumento dei prezzi al consumo, alimentato dai rincari registrati a luglio, potrebbe spingere l’inflazione ulteriormente sopra l’obiettivo del 2% nei prossimi mesi, complicando le decisioni di politica monetaria della banca centrale americana.