Mercati londinesi in ribasso: doppia pressione da USA e Regno Unito

I mercati azionari di Londra hanno registrato un calo significativo giovedì, con ribassi generalizzati causati da due fattori principali: le crescenti preoccupazioni per il deterioramento delle prospettive fiscali negli Stati Uniti e un deficit di bilancio del governo britannico superiore alle attese. L’indice FTSE 100, che raggruppa le principali blue-chip britanniche, ha perso lo 0,7% alle ore 10:37 GMT, interrompendo così una serie positiva che durava da cinque sessioni consecutive. Parallelamente, l’indice FTSE 250, maggiormente focalizzato sul mercato domestico, ha subito un calo della stessa entità.

La riforma fiscale di Trump preoccupa gli investitori

Al centro dell’attenzione degli investitori c’è il disegno di legge su tasse e spesa pubblica proposto dal presidente statunitense Donald Trump, approvato giovedì dalla Camera dei Rappresentanti a maggioranza repubblicana dopo mesi di conflitti interni riguardanti i tagli alla spesa e le politiche fiscali. I partecipanti al mercato temono che il debito pubblico americano possa aumentare di migliaia di miliardi di dollari qualora il Congresso approvasse definitivamente il provvedimento. Questa prospettiva sta generando nervosismo sui mercati globali, incluso quello londinese.

Pressione sulle finanze pubbliche britanniche

Sul fronte interno, i dati pubblicati giovedì hanno evidenziato che il governo britannico ha iniziato l’anno finanziario 2025/26 in aprile con cifre di indebitamento superiori alle previsioni, segnalando una continua pressione sulle finanze pubbliche. Il mercato dei titoli di Stato britannici è diventato sempre più volatile negli ultimi anni, riflettendo il disagio degli investitori riguardo alla combinazione di crescita economica lenta, elevati costi per interessi sul debito e un’inflazione persistente che caratterizza l’economia del Regno Unito.

Performance dei titoli principali

Tra i maggiori perdenti dell’indice FTSE 100 figura la compagnia aerea low-cost easyJet, che ha ceduto il 3,6% dopo la pubblicazione dei risultati semestrali. Sul versante positivo, Johnson Matthey ha registrato un impressionante balzo del 30,2% dopo che l’azienda chimica ha accettato di vendere la sua divisione di tecnologie catalitiche a Honeywell International. Anche QinetiQ ha mostrato una performance positiva, avanzando del 6% in seguito alla firma di un’estensione quinquennale del contratto con il governo britannico del valore di 1,5 miliardi di sterline (circa 2,01 miliardi di dollari).

Indicatori economici in miglioramento

Parallelamente, l’indice S&P Global UK Composite Purchasing Managers’ Index (PMI), un indicatore chiave dell’economia del settore privato, è salito a 49,4 dai 48,5 di aprile. Questo incremento, sostanzialmente in linea con le stime degli economisti interpellati da Reuters, avvicina l’indice alla soglia di 50 che segna l’ingresso in territorio di crescita economica. Nonostante questo segnale incoraggiante, il sentiment degli investitori rimane cauto di fronte alle sfide fiscali sia interne che internazionali che continuano a influenzare i mercati finanziari britannici.