Il dollaro USA sotto pressione: analisi dei movimenti valutari globali
Il biglietto verde continua a mostrare debolezza dopo il calo registrato ieri sui mercati nordamericani. La valuta statunitense perde terreno contro tutte le principali divise del G10 e la maggior parte delle valute emergenti. Un segnale particolarmente significativo arriva dalla Cina, dove il dollaro è stato fissato al minimo annuale contro lo yuan.
Yuan cinese: rally di cinque giorni consecutivi
Lo yuan ha registrato un avanzamento per cinque sessioni consecutive, segnando la serie positiva più lunga dallo scorso settembre. La People’s Bank of China (PBOC) ha fissato il cambio dollaro/yuan a CNY7.1063, un nuovo minimo annuale rispetto ai CNY7.1108 di ieri. Il dollaro ha toccato un minimo sotto CNH7.13, prima di stabilizzarsi. Un dato interessante emerge dai flussi di capitale: gli investitori della Cina continentale hanno venduto un ammontare record di 20,4 miliardi di dollari di Hong Kong in azioni quotate a Hong Kong, rimpatriando i capitali. Questo movimento ha spinto l’indice CSI 300 in rialzo dell’1,8%, mentre l’indice delle società cinesi quotate a Hong Kong è sceso dell’1,15%.
Dollar Index: test dei supporti chiave
Il Dollar Index, dopo aver raggiunto quasi 98,75 nella sessione di ieri, ha subito vendite aggressive da parte degli operatori nordamericani che lo hanno spinto fino a 98,15. Le vendite sono proseguite oggi, portando l’indice vicino a quota 98,00, pur rimanendo all’interno del range stabilito venerdì scorso (97,55-98,35). Le probabilità di un taglio dei tassi il prossimo mese rimangono leggermente superiori rispetto alla fine della scorsa settimana. Il rendimento del Treasury a due anni è sceso di circa sette punti base, mentre quello decennale si attesta poco sotto il 4,23%, in calo di tre punti base.
Euro: recupero tecnico dopo il test dei minimi
L’euro ha toccato i minimi di tre settimane ieri a $1,1575, avvicinandosi al ritracciamento del 50% dei guadagni mensili (situato poco sopra $1,1565). Durante la sessione nordamericana, la moneta unica ha recuperato terreno raggiungendo quasi $1,1650, lasciando una formazione a martello rialzista sul grafico giornaliero. Gli acquisti di follow-through sono stati limitati a $1,1655 oggi, ma gli indicatori di momentum intraday suggeriscono che il massimo di sessione potrebbe non essere ancora stato raggiunto. Il premio del rendimento USA a due anni sulla Germania si è ridotto sotto i 170 punti base, il livello più basso da marzo.
Yen giapponese: range trading persistente
Il dollaro ha raggiunto un massimo di tre giorni vicino a JPY148,20, segnando la nona volta questo mese che supera JPY148. Tuttavia, non è riuscito a consolidarsi sopra questo livello, cosa che è accaduta solo due volte nel mese corrente. Con il calo dei rendimenti USA di 4-5 punti base dai massimi intraday, il dollaro è sceso fino a JPY147,30 e oggi è stato venduto fino a JPY147. Il cambio rimane all’interno del range stabilito venerdì scorso (JPY146,60-JPY148,80). I dati macro giapponesi di questa settimana sono concentrati domani, con particolare attenzione all’inflazione di Tokyo, che potrebbe mostrare un rallentamento per il terzo mese consecutivo.
Sterlina britannica: momentum positivo
La sterlina è stata venduta fino a un minimo di tre giorni ieri a $1,3415, ma ha recuperato durante la sessione nordamericana superando il massimo di martedì ($1,3495). L’avanzamento odierno si è fermato davanti a $1,3520. Le probabilità di un altro taglio dei tassi quest’anno sono scese al 40%, dal 100% scontato prima della riunione della Bank of England di questo mese. Il tasso implicito di fine anno nel mercato degli swap è salito di circa 12 punti base questo mese.
Dollaro canadese: pressioni dal deficit commerciale
Il dollaro USA è stato venduto fino a un minimo di sette giorni ieri vicino a CAD1,3780, chiudendo sotto la media mobile a 20 giorni (CAD1,3810) per la prima volta in un mese. Le vendite odierne hanno spinto il biglietto verde a nuovi minimi di due settimane sotto CAD1,3770. Il Canada pubblica oggi il saldo delle partite correnti del secondo trimestre, con il rischio di un deficit record di circa C$19,3 miliardi, che sarebbe il più grande in almeno un decennio. Un dato significativamente peggiore potrebbe influenzare le aspettative per il PIL di domani.
Dollaro australiano: CPI non offre supporto
Nonostante il balzo dell’inflazione di luglio in Australia (2,8% contro 1,9% di giugno), il dollaro australiano ha toccato un minimo di tre giorni contro il biglietto verde (~$0,6465) prima di recuperare. Ha raggiunto un nuovo massimo di sette giorni vicino a $0,6515, registrando un outside up day. Il mercato dei futures sconta poco più di un taglio di 25 punti base per la riunione RBA di novembre. Il tasso implicito di fine anno rimane praticamente invariato questa settimana, vicino al 3,25%.
Peso messicano e real brasiliano: volatilità nelle valute emergenti
Il Messico ha riportato inaspettatamente un piccolo deficit commerciale per luglio, aggiungendo pressione sulla valuta. Le esportazioni sono cresciute del 5%, il maggior aumento da marzo, raggiungendo un livello record. Il dollaro è salito sopra MXN18,80 prima di ritracciare verso MXN18,63. Movimento simile per il real brasiliano: il dollaro ha toccato un massimo di tre giorni testando la media mobile a 20 giorni intorno a BRL5,4555 prima di invertire. Il minimo annuale è stato registrato all’inizio del mese vicino a BRL5,38.