Vendite sui titoli tecnologici AI: terzo giorno consecutivo di ribassi
I principali titoli tecnologici legati all’intelligenza artificiale statunitensi stanno registrando un’ondata di vendite che si protrae ormai da tre sessioni consecutive. Venerdì i mercati hanno assistito a un ulteriore deterioramento del sentiment sulle azioni AI, con Oracle in calo del 6% e Nvidia che ha perso quasi il 5%. Ancora più pesanti le perdite per Micron, scivolata del 7%, e CoreWeave, che ha ceduto oltre il 10% intorno alle 11:35 ora della costa orientale. Particolarmente significativo il crollo di Broadcom, in ribasso del 10% nonostante la società abbia presentato risultati trimestrali solidi giovedì. Il Nasdaq Composite ha chiuso la sessione con una flessione di circa il 2%, confermando la pressione vendita concentrata sul comparto tecnologico.
Oracle trascina al ribasso l’intero settore AI
La settimana si è rivelata particolarmente difficile per il comparto dell’intelligenza artificiale, con Oracle che ha innescato la spirale negativa. Il produttore di software per database ha subito un crollo dell’11% giovedì, dopo aver pubblicato mercoledì sera risultati trimestrali che hanno deluso le aspettative degli analisti sul fronte dei ricavi. Oracle ha registrato ricavi per 16,06 miliardi di dollari, inferiori ai 16,21 miliardi attesi dal consensus degli analisti secondo i dati LSEG. Questo scivolone ha trascinato con sé l’intero ecosistema dei titoli legati all’AI, nonostante il resto di Wall Street abbia registrato una performance record, con il Dow Jones Industrial Average e l’S&P 500 che hanno toccato nuovi massimi storici a fine sessione. Il Nasdaq Composite ha chiuso giovedì in calo dello 0,26%, evidenziando come gli investitori stiano ruotando i propri capitali dal settore tecnologico verso altri comparti del mercato.
Preoccupazioni sulla sostenibilità del modello di business AI
Nonostante la domanda in forte espansione per l’infrastruttura di intelligenza artificiale di Oracle, i risultati misti della società hanno alimentato speculazioni sulla solidità a lungo termine del suo modello di business. Gli investitori mostrano crescente cautela riguardo alla dipendenza dal debito che Oracle sta utilizzando per finanziare l’espansione della propria infrastruttura AI. Anche le pratiche di dealmaking circolare nel settore hanno sollevato perplessità tra gli operatori di mercato. Queste operazioni, in cui le società si scambiano reciprocamente contratti e forniture, stanno attirando l’attenzione critica degli analisti.
La valutazione di Morningstar
Luke Yang, analista azionario di Morningstar, ha commentato: “Riteniamo che il recente scrutinio degli investitori sul potenziale dell’intelligenza artificiale e sugli accordi circolari relativi alle GPU possa essere eccessivamente punitivo nei confronti di fornitori chiave di AI come Oracle. Oracle rimane un fornitore cloud rispettabile che beneficia di elevati switching costs attraverso la sua gamma di database, applicazioni e infrastrutture.” Tuttavia, Morningstar ha rivisto al ribasso la propria stima del fair value per Oracle, portandola a 286 dollari per azione dai precedenti 340 dollari. La società mantiene comunque il rating “wide-moat” per Oracle, che indica la presenza di un vantaggio competitivo duraturo.
Prospettive riviste ma fiducia nel lungo termine
“Abbiamo abbassato le nostre previsioni sugli utili a lungo termine poiché la consegna della capacità pianificata da Oracle nei tempi previsti si è rivelata un compito più arduo del previsto”, ha aggiunto Yang. “Tuttavia, continuiamo a considerare le azioni sottovalutate rispetto al loro valore intrinseco.” La correzione in atto sui titoli tecnologici legati all’AI rappresenta un momento di riflessione per il mercato, che sta rivalutando le aspettative di crescita e la sostenibilità dei modelli di business in un settore che ha registrato valutazioni particolarmente elevate negli ultimi trimestri. La rotazione settoriale in corso suggerisce che gli investitori stiano cercando opportunità in comparti meno esposti ai rischi specifici dell’intelligenza artificiale, pur mantenendo un’esposizione complessiva al mercato azionario americano.

