La pressione fiscale britannica destinata ad aumentare nonostante le rassicurazioni del governo
Il Cancelliere dello Scacchiere britannico Rachel Reeves si trova di fronte a una sfida sempre più complessa. Dopo aver presentato lo scorso autunno un budget che prevedeva 70 miliardi di sterline (95 miliardi di dollari) di aumento della spesa pubblica, finanziati attraverso maggiore indebitamento e 40 miliardi di sterline di aumenti fiscali principalmente a carico delle imprese, aveva assicurato che si trattava di una misura straordinaria. “Non torneremo con ulteriori aumenti delle tasse o maggiore indebitamento”, aveva dichiarato Reeves ai parlamentari. Tuttavia, il deterioramento del quadro economico e la necessità di rispettare le rigide regole fiscali auto-imposte potrebbero costringerla a rivedere questa posizione.
Il margine fiscale si assottiglia pericolosamente
In primavera, il Tesoro britannico disponeva di un margine fiscale limitato di circa 9,9 miliardi di sterline per raggiungere l’obiettivo principale: finanziare la spesa corrente attraverso le entrate fiscali piuttosto che con nuovo debito. Da allora, la situazione è peggiorata significativamente. L’Office for Budget Responsibility (OBR), l’organismo indipendente che valuta i budget governativi, prevede una crescita del PIL britannico dell’1% nel 2025 e dell’1,9% nel 2026. Queste previsioni appaiono ora eccessivamente ottimistiche, secondo diversi analisti, e una loro revisione al ribasso potrebbe eliminare completamente il margine di manovra fiscale del governo.
Le opzioni sul tavolo
Il governo si trova di fronte a tre alternative: – Tagliare la spesa pubblica – Aumentare l’indebitamento – Incrementare ulteriormente le tasse Data la recente Spending Review che ha confermato aumenti significativi per sanità e difesa, e l’impegno di Reeves a non finanziare la spesa corrente con nuovo debito, gli aumenti fiscali appaiono sempre più inevitabili.
Analisti concordi: nuove tasse all’orizzonte
James Smith, economista di ING per i mercati sviluppati, non ha dubbi: “Riteniamo che il margine fiscale del governo evaporerà completamente e che gli aumenti delle tasse diventeranno inevitabili entro la fine dell’anno”. Secondo le simulazioni di ING, se l’OBR rivedesse al ribasso la crescita 2026 all’1,5%, il margine fiscale del governo si dimezzerebbe immediatamente. Lo scenario potrebbe generare un deficit di almeno 4 miliardi di sterline solo per effetto dei venti contrari economici, senza considerare le ulteriori pressioni su entrate e spese.
Le dichiarazioni ambigue del Cancelliere
Interrogata da Sky News sulla possibilità di nuovi aumenti fiscali, Reeves ha evitato una risposta diretta: “Non scriverò altri quattro anni di budget prima ancora di aver completato il primo anno di questo governo”. Ha tuttavia ammesso che “il mondo è molto incerto in questo momento”. Queste dichiarazioni sono arrivate dopo dati economici deludenti: il PIL britannico si è contratto dello 0,3% ad aprile su base mensile, colpito da dazi commerciali e dagli aumenti fiscali introdotti proprio da Reeves lo scorso autunno.
Le previsioni dell’Institute for Fiscal Studies
Paul Johnson, direttore dell’Institute for Fiscal Studies, dipinge un quadro preoccupante: “Né le previsioni economiche né i conti pubblici sono migliorati rispetto all’anno scorso, anzi il contrario”. “Reeves dovrà incrociare tutte le dita sperando che l’OBR non riveda al ribasso le proprie previsioni in autunno”, avverte Johnson. “Con i piani di spesa già definiti e le regole fiscali rispettate per un soffio, qualsiasi movimento nella direzione sbagliata provocherà quasi certamente nuovi aumenti delle tasse”.
Dove potrebbero colpire i nuovi aumenti
Il governo ha già fatto marcia indietro su alcuni tagli impopolari, come l’eliminazione dei sussidi invernali per il riscaldamento ai pensionati. La settimana scorsa ha annunciato aumenti miliardari per sanità e difesa. Con tagli alla spesa improbabili e l’impegno di Reeves a non ricorrere al debito per la spesa corrente, le tasse rimangono l’unica opzione praticabile. Questo però significherebbe violare sia le promesse di Reeves che il manifesto elettorale del Labour Party, che si era impegnato a non aumentare l’imposta sul reddito, i contributi previdenziali o l’IVA.
Le possibili strategie fiscali
Mujtaba Rahman, managing director per l’Europa di Eurasia Group, delinea gli scenari possibili: “La via più semplice sarebbe violare le promesse elettorali su imposte sul reddito, contributi previdenziali o IVA. Ma il Primo Ministro Keir Starmer vuole evitare accuse di promesse tradite”. Più probabilmente, Reeves opterà per una combinazione di misure minori: – Estensione del congelamento delle soglie fiscali fino al 2030 – Restrizioni sulle agevolazioni pensionistiche per i redditi elevati – Una tassa di 3 miliardi di sterline sul settore del gioco d’azzardo – Riforma della council tax, ancora basata su valori immobiliari del 1991
Un equilibrio sempre più precario
La situazione del Tesoro britannico diventerà ancora più complessa nei prossimi mesi, con nubi che si addensano sulle prospettive di crescita del paese. Gli insider del Labour Party temono mesi di speculazioni su dove potrebbero cadere i nuovi aumenti fiscali. “Per Reeves non ci saranno risposte facili alla domanda su come far quadrare i conti”, conclude Rahman. Il Cancelliere dovrà navigare tra le promesse elettorali, le necessità di bilancio e un contesto economico sempre più sfidante, in un equilibrio che appare ogni giorno più precario.