L’oro consolida la sua posizione come asset di riserva strategico
L’oro ha raggiunto un traguardo storico nel 2024, diventando il secondo asset di riserva più importante a livello globale dopo il dollaro americano. Secondo un rapporto pubblicato dalla Banca Centrale Europea, il metallo prezioso rappresenta ora il 19% delle riserve ufficiali mondiali, superando l’euro che si attesta al 16%. Il dollaro mantiene saldamente la leadership con il 47% del totale. Le riserve auree delle banche centrali hanno raggiunto livelli che non si vedevano dagli anni ’50 e ’60. Questo accumulo, combinato con il forte apprezzamento del prezzo dell’oro, ha portato a una ridefinizione degli equilibri nelle riserve valutarie internazionali.
Le motivazioni dietro l’accumulo di oro
Le banche centrali accumulano asset liquidi come valute estere e oro per diversi motivi strategici. L’oro offre una protezione contro l’inflazione e permette di diversificare le riserve, riducendo l’esposizione ai rischi valutari. In periodi di stress finanziario, questi asset possono essere venduti per sostenere la propria valuta nazionale. Il metallo giallo è particolarmente apprezzato per la sua capacità di mantenere valore nel lungo termine e di resistere alla volatilità dei mercati. Le banche centrali rappresentano oggi oltre il 20% della domanda globale di oro, un dato che è raddoppiato rispetto al decennio 2010-2020.
Il ruolo dei mercati emergenti
Secondo i dati della BCE, l’oro risulta sempre più attraente per i paesi emergenti e in via di sviluppo. Queste nazioni sono preoccupate per il rischio di sanzioni internazionali e per il potenziale indebolimento del ruolo delle principali valute nel sistema monetario internazionale. La ricerca di alternative al dollaro ha accelerato gli acquisti di oro fisico.
Il rally dei prezzi e i fattori geopolitici
I prezzi dell’oro hanno stabilito una serie di nuovi record storici negli ultimi anni, incluso il 2025. Dopo un rally impressionante, il mercato ha mostrato maggiore volatilità negli ultimi mesi, influenzato dalle incertezze sulla politica tariffaria statunitense. Un punto di svolta cruciale per il metallo prezioso è stato l’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022. Questo evento, combinato con l’impennata dell’inflazione e le aspettative di rialzo dei tassi d’interesse, ha innescato una corsa verso i cosiddetti beni rifugio. Da allora, l’incertezza geopolitica ed economica è rimasta costantemente elevata.
I principali acquirenti
La Cina ha guidato il rally dell’oro, seguita da India e Turchia tra i maggiori acquirenti. Questi paesi hanno aumentato significativamente le loro riserve auree, contribuendo a sostenere i prezzi a livelli record.
Prospettive future: rallentamento in vista?
Nonostante i fattori favorevoli rimangano in gran parte intatti, emergono segnali di un possibile rallentamento negli acquisti delle banche centrali. Mark Haefele, chief investment officer di UBS Global Wealth Management, consiglia agli investitori di “garantire la diversificazione del portafoglio e mantenere un’esposizione adeguata all’oro e agli hedge fund”. Hamad Hussain, economista specializzato in materie prime presso Capital Economics, prevede che le banche centrali “continueranno probabilmente ad acquistare oro, anche se a un ritmo più lento rispetto agli ultimi due anni”. La percezione dell’oro come copertura contro i rischi fiscali, inflazionistici e geopolitici globali supporta la tesi di una maggiore allocazione nei portafogli delle riserve.
Dati sul rallentamento
I dati del World Gold Council analizzati da ING mostrano che gli acquisti di oro delle banche centrali sono diminuiti del 33% su base trimestrale nei primi tre mesi dell’anno. La Cina, in particolare, ha rallentato notevolmente i suoi acquisti. Ewa Manthey, strategist di ING, osserva che “nonostante il rallentamento, le banche centrali continueranno probabilmente ad aggiungere oro alle loro riserve dato l’ambiente economico ancora incerto e la spinta a diversificare dal dollaro USA. Negli ultimi sei mesi, i volumi sono aumentati di circa 30 tonnellate”.
L’equilibrio tra domanda e offerta
Secondo il rapporto della BCE, l’impatto della geopolitica e della domanda sui prezzi dell’oro dipenderà dalla “rigidità dell’offerta di oro”. Il documento evidenzia che l’offerta di oro ha risposto in modo elastico agli aumenti della domanda nei decenni passati, inclusa una forte crescita degli stock fuori terra. “Se la storia è una guida affidabile, ulteriori aumenti nella domanda ufficiale di riserve auree potrebbero sostenere un’ulteriore crescita nell’offerta globale di oro”, conclude il rapporto della BCE. Questo suggerisce che il mercato potrebbe trovare un nuovo equilibrio, anche se a livelli di prezzo più elevati rispetto al passato.