Pressione sui prezzi dei metalli preziosi dopo il rialzo dei margini

I prezzi di oro e argento hanno registrato un calo significativo nella giornata di mercoledì, mentre gli investitori hanno deciso di consolidare i profitti accumulati durante un rally annuale senza precedenti. A pesare ulteriormente sul mercato è intervenuta la decisione del CME Group, il principale operatore di borsa per le materie prime, di aumentare i margini sui futures dei metalli preziosi per la seconda volta nell’arco di una settimana.

Andamento dei prezzi: oro ai minimi settimanali

Il prezzo spot dell’oro ha ceduto lo 0,1%, attestandosi a 4.339,89 dollari per oncia alle 14:50 ora italiana, estendendo le perdite in vista della chiusura dell’anno. Il metallo giallo aveva già toccato i minimi settimanali nella sessione precedente.

Argento in forte correzione dopo i massimi storici

L’argento ha subito una correzione ben più marcata, con un crollo del 5,6% che ha portato le quotazioni a 72,15 dollari per oncia. Il metallo aveva superato per la prima volta la soglia degli 80 dollari all’inizio della settimana, segnando un record storico prima di questa brusca inversione di tendenza.

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Un anno eccezionale per i metalli preziosi

Questi movimenti si inseriscono nel contesto di un anno straordinario per il comparto dei metalli preziosi, destinato a entrare nella storia dei mercati finanziari.

Oro: la migliore performance dal 1979

L’oro ha registrato un incremento superiore al 64% da inizio anno, proiettandosi verso la migliore performance annuale dal 1979 e il terzo anno consecutivo in territorio positivo. Il rally è stato sostenuto da una combinazione di fattori: Tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, che hanno ridotto il costo opportunità di detenere oro. Le tensioni commerciali legate ai dazi hanno alimentato la domanda di beni rifugio. Una robusta domanda proveniente dagli ETF e dalle banche centrali di tutto il mondo.

Argento: guadagni vicini al 150%

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L’argento ha nettamente sovraperformato l’oro nel 2025. Nonostante le oscillazioni violente degli ultimi giorni, il metallo si avvia a chiudere l’anno con guadagni prossimi al 150%, la migliore performance annuale dal 1979. Il boom dell’argento è stato alimentato da una combinazione di offerta limitata e forte domanda proveniente dall’India, oltre che dalle esigenze del settore industriale e dalle dinamiche tariffarie internazionali.

La decisione del CME Group sui margini

Il CME Group, uno dei più grandi mercati mondiali per il trading di materie prime, ha annunciato martedì un nuovo aumento dei margini per oro, argento, platino e palladio, con effetto dalla chiusura delle contrattazioni di mercoledì. In una nota ufficiale, l’operatore ha spiegato che la decisione è stata presa “nell’ambito della normale revisione della volatilità di mercato, per garantire un’adeguata copertura collaterale”.

Implicazioni per i trader

L’aumento dei margini comporta che i trader dovranno depositare maggiori garanzie in contanti sulle proprie posizioni, come protezione contro il rischio di default al momento della consegna del contratto. Già all’inizio della settimana il CME Group aveva innalzato i requisiti di margine sui metalli preziosi, provocando un brusco calo dei futures su oro e argento nella giornata di lunedì. Questa seconda stretta in pochi giorni evidenzia la preoccupazione dell’operatore per l’elevata volatilità che caratterizza attualmente il mercato.