Dinamiche attuali dei mercati finanziari globali
I mercati finanziari stanno attraversando una fase di avversione al rischio innescata dalle rinnovate minacce tariffarie del Presidente Trump e dall’escalation delle tensioni con l’Iran. Tuttavia, contrariamente alle aspettative tradizionali, questa situazione non si sta traducendo in un rafforzamento del dollaro o in un’impennata dell’oro. Il biglietto verde sta perdendo terreno contro quasi tutte le valute del G10 e la maggior parte delle divise emergenti, con l’eccezione del peso messicano che ha toccato i massimi da agosto scorso. Le valute del G10, escluse la sterlina britannica e le divise del blocco del dollaro, registrano guadagni superiori allo 0,50% prima dell’apertura nordamericana.
Performance delle valute asiatiche e dell’oro
Il won sudcoreano guida i rialzi con un apprezzamento superiore all’1%, sostenuto dalla domanda per le azioni locali che hanno esteso il rally per la settima sessione consecutiva. L’oro ha registrato un nuovo massimo settimanale vicino a 3.378 dollari, per poi ripiegare verso 3.339 dollari all’apertura europea, trovando nuova domanda nell’area 3.360-3.362 dollari.
Andamento dei mercati azionari
I mercati azionari mostrano debolezza generalizzata, ad eccezione del continuo rally in Corea del Sud. Nella regione Asia-Pacifico, Hong Kong e le azioni cinesi continentali guidano le perdite con cali superiori all’1%. Lo Stoxx 600 europeo è in calo per la quarta sessione consecutiva, mentre i futures sugli indici statunitensi perdono tra lo 0,3% e lo 0,5%.
Mercato obbligazionario e materie prime
I bond sono in domanda con i rendimenti europei in calo di 4-6 punti base. Il rendimento del Treasury USA a 10 anni scende di quasi quattro punti base attestandosi intorno al 4,38%. Gli Stati Uniti collocheranno oggi 22 miliardi di dollari in bond trentennali, con il rendimento attuale al 4,88%, minimo da quattro giorni. Il petrolio WTI di maggio ha toccato un picco bimestrale vicino a 69,30 dollari per poi invertire la rotta, scendendo fino a quasi 67 dollari in Europa e avvicinandosi alla media mobile a 200 giorni.
Analisi del dollaro statunitense
L’inflazione più debole del previsto ha pesato sul dollaro, ma alla chiusura di ieri il mercato dei futures sui Fed funds non scontava ancora completamente due tagli dei tassi quest’anno. Le dichiarazioni post-mercato del Presidente Trump riguardo l’invio di lettere sui nuovi dazi nelle prossime due settimane hanno aumentato l’incertezza, mentre il Segretario al Tesoro Bessent suggeriva una possibile estensione del rinvio dei cosiddetti dazi reciproci.
Tensioni geopolitiche in Medio Oriente
Gli Stati Uniti stanno evacuando il personale non essenziale da numerose ambasciate mediorientali. La retorica si è intensificata dopo che l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha rilevato che l’Iran non rispetta più i suoi “obblighi di salvaguardia nucleare”. I prezzi alla produzione di maggio dovrebbero mostrare un rimbalzo dopo il calo di aprile, con attese per un aumento dello 0,2% che porterebbe il tasso annuale al 2,6% dal 2,4%. La misura core è vista in rialzo dello 0,3%, ma il tasso annuale potrebbe rimanere stabile al 3,1%.
Euro: test dei massimi pluriennali
L’euro ha raggiunto 1,15 dollari ieri, il miglior livello da fine aprile, estendendo il movimento fino a circa 1,1565 dollari oggi. Il massimo annuale è stato registrato il 21 aprile a quasi 1,1575 dollari, livello non visto da ottobre 2021. In caso di superamento di 1,1575 dollari, la resistenza tecnica successiva si trova nell’area 1,1685-1,1700 dollari. Il calendario economico dell’eurozona è leggero oggi ma si intensificherà domani con i dati sulla produzione industriale aggregata e le cifre commerciali.
Debolezza della produzione industriale europea
I rapporti nazionali di Germania, Francia e Spagna segnalano un forte calo della produzione industriale di aprile. La produzione è scesa dell’1,4% in Germania e Francia, mentre in Spagna il calo è stato dello 0,8%. L’Italia ha registrato la performance migliore tra i quattro grandi paesi con un aumento dell’1%.
Yuan cinese e dinamiche commerciali USA-Cina
Nonostante la debolezza generalizzata del dollaro, la valuta americana è riuscita a salire fino a un massimo di sei giorni contro lo yuan offshore, superando brevemente CNH7,20. Il dollaro è stato poi venduto fino quasi al minimo settimanale fissato martedì, leggermente sotto CNH7,1780. La PBOC ha fissato il tasso di riferimento del dollaro a CNY7,1803, il terzo fixing consecutivo più basso e il minimo da inizio aprile. Non è ancora chiaro cosa gli Stati Uniti abbiano concesso in cambio delle terre rare e dei magneti cinesi, con licenze di esportazione alle aziende statunitensi valide per sei mesi.
Yen giapponese e flussi di investimento
Il dollaro ha registrato i massimi di sessione vicino a JPY145,45, massimo da nove giorni, poco prima del CPI statunitense che lo ha fatto crollare rapidamente fino a circa JPY144,35. È rimbalzato fino a quasi JPY145,20 dove ha incontrato nuove vendite, per poi scendere fino a quasi JPY143,65.
Movimenti di capitale significativi
Nell’ultima settimana di maggio, gli investitori giapponesi hanno venduto JPY1.144 trilioni di azioni estere, il terzo importo più elevato dalla fine del 2022. Nella prima settimana di giugno hanno venduto altri JPY149 miliardi. Gli investitori stranieri hanno acquistato circa JPY1.165 trilioni di obbligazioni giapponesi nell’ultima settimana di maggio, interrompendo una fase di liquidazione durata quattro settimane.
Sterlina britannica sotto pressione dai dati economici
Il debole CPI statunitense ha prevalso sui pessimi dati occupazionali del Regno Unito, aiutando la sterlina a risalire sopra il settlement di lunedì (~1,3550 dollari) fino a raggiungere quasi 1,3570 dollari. Il miglior livello dal primo trimestre 2022 è stato registrato la scorsa settimana vicino a 1,3615 dollari.
Contrazione economica nel Regno Unito
Dopo i deludenti dati occupazionali di martedì, il Regno Unito ha pubblicato oggi ulteriori notizie economiche negative. Il PIL di aprile si è contratto dello 0,3% (atteso -0,1%) in una contrazione generalizzata, con il settore industriale e i servizi in calo (-0,6% e -0,4% rispettivamente) e il deficit commerciale in peggioramento. L’unico punto positivo è stato l’aumento delle costruzioni (+0,9%). La Bank of England potrebbe non potersi permettere la pazienza che il mercato precedentemente riteneva possibile. Il mercato degli swap ora sconta poco più di 50 punti base di tagli quest’anno, rispetto ai 39 punti base della scorsa settimana.
Dollaro canadese e australiano: performance contrastanti
L’ampio declino del biglietto verde lo ha portato ai minimi da quattro giorni contro il dollaro canadese vicino a CAD1,3650, a un soffio dal minimo di otto mesi fissato la scorsa settimana più vicino a CAD1,3635. Oggi ha toccato un minimo vicino a CAD1,3645. Il dollaro australiano ha mostrato debolezza, scivolando verso 0,6500 dollari nel pomeriggio di New York. Le perdite si sono estese fino a quasi 0,6475 dollari oggi prima che l’Aussie recuperasse verso l’area 0,6500 dollari. Le valute del blocco del dollaro continuano a sottoperformare.
Peso messicano: forza oltre il carry trade
Il peso ha visto il suo miglior livello da agosto scorso nonostante il debole rapporto sulla produzione industriale di aprile. La produzione è aumentata dello 0,1%, in linea con le aspettative, ma la contrazione di marzo è stata rivista a -1,2% dal -0,9%. È stata la valuta emergente più forte ieri, superando il fiorino ungherese e lo zloty polacco. Il mercato stava già vendendo il dollaro contro il peso prima del CPI statunitense. La posizione short dollaro/long peso sembra essere più di un semplice carry trade, considerando che il peso è salito di oltre il 10% contro il dollaro nel primo semestre, più del doppio del differenziale di rendimento.