L’inflazione britannica torna a salire oltre le aspettative degli analisti
Il tasso di inflazione annuale del Regno Unito ha raggiunto il 3,5% in aprile, superando le previsioni degli analisti, secondo i dati pubblicati mercoledì dall’Office for National Statistics (ONS). Gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto che l’indice dei prezzi al consumo avrebbe toccato il 3,3% nei dodici mesi fino ad aprile. Questo aumento interrompe il recente trend di raffreddamento dell’inflazione, che aveva rallentato al 2,8% a febbraio e al 2,6% a marzo.
Inflazione core in aumento e pressioni sui costi domestici
L’inflazione core, che esclude i prezzi più volatili di energia, cibo, alcol e tabacco, è salita al 3,8% nell’anno fino ad aprile, in aumento rispetto al 3,4% dei dodici mesi fino a marzo. I maggiori contributi al rialzo del tasso di inflazione mensile sono venuti da: – Abitazioni e servizi domestici – Trasporti – Attività ricreative e cultura Sul versante opposto, il maggiore contributo al ribasso è stato fornito dall’abbigliamento e dalle calzature, come ha dichiarato l’ONS in un comunicato stampa.
Bollette domestiche in forte aumento
I dati hanno evidenziato crescenti pressioni sulle famiglie britanniche, con i prezzi di elettricità, gas e altri combustibili aumentati del 6,7% nell’anno fino ad aprile. Particolarmente significativo l’incremento dei costi di acqua e fognature, saliti del 26,1% nel mese di aprile, segnando il maggiore aumento mensile almeno dal febbraio 1988. La Cancelliera britannica Rachel Reeves ha dichiarato mercoledì di essere “delusa” dagli ultimi dati e che “le pressioni sul costo della vita continuano a pesare sulle persone che lavorano”.
Le cause dell’aumento inflazionistico
Gli economisti avevano previsto questo rialzo, attribuendolo principalmente a diversi fattori: – L’aumento del price cap energetico (il prezzo massimo che i fornitori di energia possono addebitare ai clienti) – Una serie di aggiustamenti una tantum, tra cui: – L’aumento delle imposte sulle imprese nazionali introdotte in aprile – Le festività pasquali – Il recente bel tempo Questi dati rappresentano una delusione per il governo laburista, che mira a ridurre le pressioni sul costo della vita per i consumatori britannici. Costituiscono inoltre un elemento di riflessione per i responsabili politici della Bank of England (BoE), che ha tagliato il suo tasso d’interesse chiave al 4,25% nell’ultima riunione di inizio maggio.
Reazioni del mercato e implicazioni per la BoE
Nicholas Hyett, investment manager presso il broker Wealth Club, ha dichiarato mercoledì che gli ultimi dati sull’inflazione potrebbero “causare un po’ di scompiglio” nella banca centrale. “Due membri del Comitato di Politica Monetaria (MPC) volevano lasciare i tassi invariati e potrebbero sentirsi giustificati dal dato odierno. L’inflazione core più elevata sarà particolarmente preoccupante, poiché questa misura dell’inflazione generata internamente dovrebbe essere più facilmente influenzabile dalla Banca”, ha aggiunto.
Le aspettative per la politica monetaria
La BoE aveva ampiamente segnalato che si aspettava un aumento temporaneo dell’inflazione al 3,7% nel terzo trimestre, in parte a causa degli aumenti dei prezzi dell’energia e di alcuni prezzi regolamentati, come le bollette dell’acqua. L’aumento previsto dell’inflazione non è stato sufficiente a dissuadere la BoE dal tagliare il suo tasso d’interesse chiave, nonostante l’incertezza persistente sulla crescita economica e sui dazi commerciali. Tuttavia, consapevole delle pressioni inflazionistiche, la BoE ha insistito sul fatto che eventuali ulteriori tagli dei tassi d’interesse sarebbero stati “graduali e attenti” nel tentativo di riportare il tasso d’inflazione al suo obiettivo del 2%. Il ritmo dei tagli dei tassi potrebbe tuttavia essere soggetto a modifiche se i dazi commerciali statunitensi dovessero ridurre la domanda globale e colpire la crescita del Regno Unito più del previsto.
Prospettive economiche del Regno Unito
La scorsa settimana è arrivata una rara buona notizia sul fronte della crescita, con i dati preliminari trimestrali del prodotto interno lordo (PIL) che hanno mostrato un’espansione dello 0,7% della produzione economica britannica durante il primo trimestre. Gli economisti hanno sottolineato che è improbabile che questi dati impressionanti si ripetano nel secondo trimestre, osservando che il notevole risultato del primo trimestre è stato in gran parte il risultato di attività anticipate in previsione dei potenziali dazi statunitensi e dell’aumento delle tasse sulle imprese nazionali in aprile. Julien Lafargue, chief market strategist di Barclays Private Bank, ha dichiarato in commenti inviati via email martedì che gli ultimi dati sull’inflazione “produrranno un rapporto relativamente rumoroso in un momento in cui la Bank of England sta cercando con ansia di capire cosa fare”. “Tuttavia, al di là delle distorsioni a breve termine, riteniamo che la direzione generale dell’inflazione nel Regno Unito sia verso il basso. Questo dovrebbe fornire alla banca centrale lo spazio per considerare almeno un paio di ulteriori tagli dei tassi d’interesse quest’anno, sostenendo condizioni economiche favorevoli in futuro”, ha aggiunto.