L’impatto dei dazi Trump sull’economia americana nel 2025

La politica commerciale aggressiva dell’amministrazione Trump ha generato onde d’urto significative attraverso l’economia statunitense nel corso del 2025. L’imposizione di tariffe doganali su vasta scala ha creato un clima di incertezza senza precedenti, influenzando profondamente le dinamiche di mercato e le aspettative degli investitori. Nonostante i chiari segnali di rallentamento economico, l’S&P 500 ha mostrato una resilienza sorprendente, superando livelli tecnici cruciali e avvicinandosi ai massimi storici. Questo paradosso tra fondamentali economici in deterioramento e performance azionaria positiva merita un’analisi approfondita.

L’escalation tariffaria e le sue conseguenze

La struttura dei nuovi dazi

Il ritorno di Trump alla Casa Bianca ha segnato l’inizio di una fase di protezionismo commerciale intensificato. Ad aprile, l’amministrazione ha annunciato una tariffa del 10% su tutte le importazioni, percentuale che è stata progressivamente incrementata nei mesi successivi. Secondo le analisi di Bloomberg Economics, l’aliquota tariffaria media sui principali partner commerciali è salita al 15,2%. In termini complessivi, il tasso medio dei dazi negli Stati Uniti è passato dal 2% pre-secondo mandato Trump all’attuale 14%, rappresentando un incremento di sette volte.

Effetti a catena sui settori produttivi

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Le ripercussioni si sono manifestate rapidamente su molteplici fronti: Aumento dei prezzi al consumo: beni di uso quotidiano hanno registrato rincari significativi, con alcuni prodotti stagionali che hanno visto incrementi a doppia cifra. Pressione sulle piccole imprese: le aziende di dimensioni ridotte hanno subito l’impatto più severo, con margini compressi e difficoltà nella pianificazione strategica, nelle assunzioni e negli investimenti.

Prospettive di de-escalation secondo Bank of America

Brian Moynihan, CEO di Bank of America, ha offerto una prospettiva più ottimistica in una recente intervista a CBS News. Secondo il banchiere, la fase attuale segna un passaggio dalla escalation alla de-escalation. Moynihan prevede che l’aliquota tariffaria mediana si stabilizzerà intorno al 15%, con tassi più elevati riservati esclusivamente ai paesi che non rispettano i requisiti commerciali statunitensi. Tuttavia, il CEO ha sottolineato che le tensioni strategiche tra Stati Uniti e Cina non si risolveranno nel breve termine, limitando il potenziale di sollievo che i mercati internazionali potrebbero offrire.

Il doppio problema: dazi e carenza di manodopera

Le piccole imprese americane affrontano una sfida su due fronti. Se da un lato l’allentamento delle tariffe ha portato un certo sollievo, dall’altro le politiche migratorie restrittive dell’amministrazione Trump hanno creato nuovi colli di bottiglia nel mercato del lavoro. La disponibilità di manodopera è diventata un vincolo critico, con il settore delle piccole imprese che segnala difficoltà crescenti nel reperire personale qualificato. Questa incertezza sul fronte occupazionale potrebbe rappresentare un freno maggiore al sentiment imprenditoriale rispetto agli stessi dazi.

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Indicatori di recessione: il crollo delle vendite di camion pesanti

I dati macroeconomici confermano il quadro di rallentamento. Le vendite di camion pesanti hanno registrato un crollo drammatico nei mesi di ottobre e novembre 2025, con la media mobile a 12 mesi in netto calo. Questo indicatore riveste particolare importanza per gli analisti finanziari: le vendite di veicoli commerciali pesanti riflettono direttamente la circolazione di merci, l’attività edilizia e la domanda industriale. I livelli attuali sono storicamente associati a fasi recessionali, segnalando una perdita di slancio economico nonostante la stabilizzazione delle tariffe.

S&P 500: breakout tecnico nonostante le tensioni commerciali

La reazione iniziale ai dazi

L’annuncio del piano tariffario di aprile ha provocato una correzione significativa dell’S&P 500, con un’impennata della volatilità mentre le aziende cercavano di valutare le conseguenze delle nuove politiche commerciali.

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Il rimbalzo e la configurazione tecnica attuale

L’indice ha trovato supporto sui livelli inferiori e ha messo a segno un recupero deciso. Attualmente, l’S&P 500 si muove all’interno di un pattern a cuneo ascendente allargato (ascending broadening wedge), configurazione che riflette l’elevata volatilità del mercato. Dal punto di vista dell’analisi tecnica, questo pattern proietta un target potenziale intorno ai 7.200 punti. L’indice si trova in territorio di ipercomprato, ma continua a mostrare price action positiva.

Il paradosso tra mercati e economia reale

La guerra commerciale di Trump ha prodotto conseguenze economiche di vasta portata: dazi più elevati, costi operativi in aumento e difficoltà diffuse per le piccole imprese. Settori chiave come trasporti e manifatturiero mostrano già segni evidenti di decelerazione. Eppure, l’S&P 500 ha reagito positivamente ai segnali di stabilizzazione, superando importanti resistenze tecniche. Questo scollamento tra Wall Street e Main Street solleva interrogativi cruciali per gli investitori. Se le tensioni commerciali continueranno ad allentarsi e la crescita economica troverà un nuovo equilibrio, l’indice potrebbe effettivamente raggiungere il target tecnico di 7.200 punti. Tuttavia, i segnali di recessione provenienti dall’economia reale suggeriscono cautela: il rally azionario potrebbe non essere sostenibile se i fondamentali economici dovessero deteriorarsi ulteriormente.