Mercati in attesa della decisione Fed: focus sul rendimento decennale
La riunione del Federal Open Market Committee (FOMC) rappresenta il principale evento di mercato di oggi. Gli operatori scontano almeno due tagli dei tassi nel corso del 2025, rispetto alla proiezione mediana di settembre che indicava un solo taglio come appropriato. Questo disallineamento rende probabile un taglio hawkish, ovvero una riduzione dei tassi accompagnata da un tono prudente. Il dollaro ha registrato rialzi dopo i tagli di settembre e ottobre, e potrebbe replicare questo schema.
La Bank of Canada si riunisce oggi e, sebbene sia certo che manterrà i tassi invariati, l’attenzione si concentra su quanto la banca centrale contrasterà le crescenti aspettative di un rialzo dei tassi nella seconda metà del 2026.
Dinamiche valutarie: dollaro stabile, emergenti in ripresa
Il dollaro statunitense mostra un tono leggermente più debole, muovendosi principalmente all’interno dei range di ieri. Il dollaro canadese è la valuta peggiore del G10, praticamente invariato. La maggior parte delle valute dei mercati emergenti si rafforza contro il biglietto verde.
La PBOC ha fissato il fixing del dollaro leggermente più basso per la prima volta in quattro sessioni. L’inflazione cinese di novembre è salita allo 0,7% anno su anno, eguagliando il massimo da febbraio 2023. Tuttavia, la deflazione dei prezzi alla produzione si è inaspettatamente accentuata.
Azionario e obbligazionario: vendite in Europa, Treasury sotto pressione
I mercati azionari dell’area Asia-Pacifico hanno chiuso contrastati, mentre lo Stoxx 600 europeo estende le perdite per la quarta sessione consecutiva. I futures sugli indici statunitensi sono anch’essi in calo.
Il sell-off obbligazionario si intensifica: i rendimenti decennali di Australia e Nuova Zelanda sono saliti di 4-5 punti base. Paradossalmente, i rendimenti giapponesi a 10 anni hanno registrato un lieve calo. I rendimenti benchmark europei a 10 anni sono aumentati di 2-5 punti base, con diversi paesi che vedono i rendimenti ai massimi da sei mesi. Il rendimento del Treasury decennale USA supera il 4,20% per la prima volta in tre mesi.
L’oro continua a oscillare intorno ai 4.200 dollari in scambi poco ispirati. Il WTI gennaio, che aveva testato i 60 dollari a inizio settimana, ora si attesta vicino ai 58 dollari, nella parte bassa del range recente.
Dollaro USA: mercato più dovish della Fed
Il mercato mantiene una posizione più accomodante rispetto alla Federal Reserve. A settembre, il “dot plot” mediano indicava un taglio dei tassi nel 2026. I futures sui Fed funds ora prezzano due tagli con una piccola probabilità di un terzo intervento.
Le aspettative di un taglio hawkish si basano su una sostanziale conferma del dot plot mediano. Il mercato potrebbe essere influenzato dal cambio di leadership, con il mandato di Powell come presidente che termina a maggio 2026. Hassett, direttore del National Economic Council, è considerato il successore più probabile e più accomodante di Powell.
Prima dei tagli di settembre e ottobre, il dollaro aveva registrato un drift al ribasso, per poi rafforzarsi dopo l’annuncio: un classico “sell the rumor, buy the fact”. Il Dollar Index ha toccato il massimo mensile vicino a 100,40 il 21 novembre, scendendo poi a circa 98,75 la scorsa settimana. Ha raggiunto 99,30 ieri, massimo a cinque giorni. Oggi si muove in un range ristretto tra 99,00 e 99,25. Un movimento sopra 99,40-50 potrebbe segnalare un test del massimo del mese scorso.
Euro: difficoltà nonostante il restringimento dello spread
L’euro fatica a guadagnare terreno nonostante il premio biennale USA-Germania si sia ridotto ai minimi da settembre scorso, vicino a 142 punti base. A fine ottobre/inizio novembre superava i 160 punti base, mentre a settembre 2024 aveva toccato un minimo intorno a 136 punti base.
Il mercato ritiene concluso il ciclo monetario della BCE, prezzando una piccola probabilità di rialzo a fine terzo trimestre 2026. La presidente Lagarde ha confermato questa visione, con ulteriori chiarimenti attesi nella conferenza stampa della prossima settimana.
Il parlamento francese ha approvato il disegno di legge sul finanziamento della previdenza sociale, aumentando le probabilità di approvazione del budget 2026 (il dibattito inizia lunedì), ma il premio decennale francese sulla Germania si è ampliato oggi. In un contesto di tassi in rialzo, è normale che i premi periferici sulla Germania si allarghino.
Un movimento dell’euro sopra 1,1695 dollari, il ritracciamento del 50% delle perdite dal massimo annuale del 17 settembre (primo taglio Fed del 2025), è necessario per riavviare lo slancio rialzista. Al ribasso, il supporto si trova nell’area 1,1600-10 dollari. Opzioni per 3,44 miliardi di euro sono posizionate a 1,1610 dollari con scadenza domani.
L’Italia ha registrato una contrazione della produzione industriale dell’1,0% a ottobre. Dopo il forte aumento del 2,7% di settembre, il ritracciamento è più marcato del previsto. La stima aggregata dell’eurozona sarà pubblicata lunedì.
Yuan cinese: consolidamento dopo i minimi annuali
Il range del dollaro di giovedì scorso, tra CNH7,0560 e CNH7,0720, continua a dominare l’attività. A giudicare dal fixing giornaliero della PBOC, Pechino è soddisfatta del consolidamento dopo il mercato apparentemente unidirezionale che ha portato il dollaro al minimo annuale la scorsa settimana (~CNH7,0540).
La PBOC ha fissato il tasso di riferimento del dollaro leggermente più basso oggi a CNY7,0753 (CNY7,0773 ieri), per la prima volta in quattro sessioni.
Inflazione cinese: segnali contrastanti
La Cina ha pubblicato i dati di CPI e PPI di novembre. I beni di consumo e gli alimentari continuano a esercitare una pressione al ribasso, ma il tasso headline è salito allo 0,7% anno su anno, eguagliando il massimo da febbraio 2023. A ottobre era allo 0,2%, il livello più alto da gennaio.
I prezzi core sono aumentati dell’1,2% anno su anno, come a ottobre. I prezzi alimentari sono saliti dello 0,2% (2,9% a ottobre) e i prezzi non alimentari dello 0,8% (0,9% a ottobre). I prezzi dei beni sono aumentati dello 0,6% e quelli dei servizi dello 0,7%.
I prezzi alla produzione hanno deluso: le forze deflazionistiche si sono rafforzate per la prima volta in quattro mesi. Il PPI cinese si attesta a -2,2% dopo il -2,1% di ottobre. Il FMI ha invitato Pechino a stimolare la domanda interna, ridurre gli investimenti e la dipendenza dalle esportazioni con maggiore urgenza.
Yen giapponese: dollaro verso i massimi di novembre
Il dollaro ha registrato il picco recente contro lo yen il 20 novembre vicino a JPY157,90, per poi ritracciare fino a JPY154,35 la scorsa settimana. Con il rialzo di ieri, il biglietto verde ha raggiunto il ritracciamento del 61,8% di quelle perdite. Oggi si consolida in un range ristretto tra JPY156,55 e JPY156,95.
Il prossimo ostacolo tecnico si trova nell’area JPY157,00-20, ma sembra pronto a sfidare il massimo del mese scorso. Il Giappone ha riportato i prezzi alla produzione di novembre in linea con le aspettative: +0,3% mensile per un ritmo del 2,7% anno su anno.
Il mercato degli swap è fiducioso (~90%) che la Bank of Japan alzerà i tassi la prossima settimana. Le tensioni con la Cina rimangono elevate ed è difficile vedere una via d’uscita a breve termine. Il Giappone sta intensificando il dispiegamento militare nella catena delle isole Ryukyu.
Sterlina britannica: in attesa della BOE
Regno Unito e Stati Uniti sono le due banche centrali del G10 ancora in modalità di allentamento. Gli USA si muoveranno oggi e il Regno Unito la prossima settimana. Il mercato degli swap prezza una confidenza del 90% per un taglio della BOE la prossima settimana.
La sterlina ha registrato un forte rimbalzo da 1,3180 dollari il 2 dicembre a 1,3385 dollari il 4 dicembre. È poi scivolata leggermente sotto 1,3290 dollari ieri, registrando un outside day ribassista. La sterlina si è avvicinata al ritracciamento del 50% dell’ultima gamba rialzista vicino a 1,3280 dollari. Oggi non c’è stato seguito nelle vendite e si consolida tra 1,3295 e 1,3325 dollari.
Contro l’euro, la forza della sterlina è svanita. L’euro ha toccato il picco a metà novembre vicino a GBP0,8865, per poi formare una base vicino a GBP0,8720, sebbene non sia riuscito a risalire sopra GBP0,8755.
Dollaro canadese: Bank of Canada sotto i riflettori
I mercati sono convinti che la Bank of Canada manterrà i tassi invariati oggi quanto lo sono per il taglio della Federal Reserve. La questione chiave è se la banca centrale contrasterà le aspettative di un rialzo, che il mercato degli swap prezza con una probabilità di 2/3 a settembre 2026 e completamente scontato a ottobre.
Il dollaro USA ha testato CAD1,38, il livello più basso da fine settembre, lunedì. Si è ripreso fino a circa CAD1,3860, livello che regge finora oggi. Può salire a CAD1,3880-CAD1,3900 inizialmente, con resistenza più formidabile nell’area CAD1,3965-75.
Dollaro australiano: RBA hawkish ma AUD limitato
Nonostante la posizione hawkish della RBA ieri e il balzo dei tassi australiani, il dollaro australiano non è riuscito a sostenere la spinta sopra il tetto di 0,6650 dollari violato in intraday. Oggi continua a testare questo livello. Il rally di due settimane e mezzo di 2,25 centesimi ha esteso gli indicatori di momentum. Ci sono quasi A$770 milioni in opzioni a 0,6650 dollari che scadono venerdì. Il massimo annuale è stato fissato il 17 settembre (Fed Day), leggermente sopra 0,6705 dollari.
Peso messicano: inflazione più alta del previsto
L’inflazione messicana di novembre, leggermente superiore alle attese, sembra aver aiutato il peso a recuperare dalle perdite iniziali. Il dollaro USA ha inizialmente esteso il recupero di lunedì ieri, raggiungendo quasi MXN18,31 prima che riemergesse la pressione di vendita. Il biglietto verde è sceso a quasi MXN18,17 ieri e si consolida tranquillamente finora oggi.
L’inflazione headline è salita al 3,80% dal 3,57%, il livello più alto da giugno. Il tasso core è salito al 4,43% dal 4,20%, il più alto da marzo 2024. La banca centrale punta a un’inflazione headline e core tra il 2% e il 4%. Prevede che entrambe scendano verso il 3% entro la fine del 2025.
Questo, insieme alle preoccupazioni sulla debolezza economica, significa che la banca centrale molto probabilmente taglierà il tasso overnight target di 25 punti base al 7,0% la prossima settimana. Potrebbe essere un taglio hawkish, con la banca centrale che potrebbe segnalare una pausa dopo aver ridotto i tassi di 275 punti base nel 2025 (contando la mossa della prossima settimana).

