Il rallentamento economico USA riaccende le speranze sui tagli dei tassi

L’intelligenza artificiale sta perdendo il suo fascino e il settore tecnologico accusa il colpo. La Federal Reserve è tornata protagonista assoluta sui mercati, con gli investitori che attendevano con ansia i dati sull’occupazione americana per delineare uno scenario più chiaro. I numeri pubblicati questa mattina non gridano recessione, ma sussurrano “rallentamento” con sufficiente chiarezza da mantenere vive le aspettative di un taglio dei tassi.

Il tech in difficoltà: quando essere sottopesati conviene

Essere sottopesati sul settore tecnologico si sta rivelando un vantaggio competitivo. Ammettiamolo: negli ultimi anni non è accaduto spesso. Ma mentre il 2025 volge al termine e tutto ciò che riguarda l’AI inizia a destare qualche sospetto, le carenze tecnologiche si dimostrano sorprendentemente utili. L’Europa ha registrato un guadagno dello 0,7% nella seduta di ieri, mentre Wall Street ha proseguito la sua discesa, trascinata da un Nasdaq 100 apparentemente intenzionato a correggere i propri eccessi prima ancora delle festività natalizie. L’indice tecnologico americano ha ora accumulato tre sessioni consecutive in rosso. Gli investitori stanno abbandonando il trade affollato sull’intelligenza artificiale – è lo spirito del momento, una pausa di riflessione mentre i rendimenti su investimenti ancora nebulosi diventano più chiari. Tuttavia, il Nasdaq 100 rimane in rialzo del 19% da inizio anno, quindi l’attuale correzione va contestualizzata adeguatamente.

Il cambio di sentiment da novembre

Key to Markets Broker ECN

Dall’inizio di novembre, l’entusiasmo dei mercati si è notevolmente affievolito: il Global X AI ETF ha perso il 5%, mentre l’S&P 500 equal-weighted ha guadagnato il 2,5%. Quest’ultimo indice risulta particolarmente utile quando si vuole neutralizzare l’effetto delle società con valutazioni eccessive – tratta Nvidia allo stesso modo della più piccola componente dell’indice. Un dato significativo: la sessione di ieri ha permesso allo Stoxx Europe 600 di superare l’S&P 500 per il 2025, includendo i dividendi. Non male, tutto considerato – almeno sul fronte azionario. Quando si parla di flussi di investimento, tuttavia, il baricentro resta saldamente ancorato negli Stati Uniti.

I dati macro USA: segnali di decelerazione inequivocabili

L’umore resta pesante a Wall Street, ma ora disponiamo di numeri concreti anziché semplici speranze. Le vendite al dettaglio di ottobre sono rimaste invariate su base mensile, deludendo le aspettative di un modesto +0,1% e confermando che il consumatore americano sta finalmente perdendo slancio.

Il mercato del lavoro mostra crepe significative

blankblank

Sul fronte occupazionale, il report di ottobre (pubblicato in ritardo) ha mostrato un calo dei nonfarm payrolls di 105.000 unità (contro attese di -25.000), mentre novembre ha registrato un rimbalzo di 64.000 posti di lavoro, leggermente migliore del temuto. Il tasso di disoccupazione è salito al 4,6% a novembre, un filo sopra il consensus e un’altra piccola ma significativa crepa nel mercato del lavoro americano, un tempo considerato indistruttibile. Nel complesso, non siamo in territorio di collasso, ma la decelerazione è inequivocabile. La creazione di posti di lavoro rallenta, le revisioni sono sfavorevoli e i consumi non sostengono più la Fed come prima. Dal punto di vista dei mercati, si tratta quasi di cattive notizie ideali: sufficientemente deboli da mantenere i tagli dei tassi sul tavolo, non abbastanza da scatenare il panico sugli utili. Siamo tornati nel mondo dove “le cattive notizie sono buone notizie” – almeno finché dura.

Geopolitica e materie prime: l’Ucraina muove i mercati

Il mondo finanziario monitora attentamente un potenziale accordo di pace in Ucraina. Americani ed europei hanno allineato le loro posizioni, e il Cremlino sembra interessato alle ultime proposte. Donald Trump ha dichiarato che un accordo per porre fine alla guerra “è più vicino che mai”. La situazione ha contribuito a spingere il Brent verso i 60 dollari al barile, il livello più basso da maggio. Un dettaglio curioso: per la prima volta quest’anno, un’oncia d’argento vale più di un barile di petrolio. Mentre l’argento sale, il bitcoin è scivolato sotto gli 87.000 dollari, altra vittima del ritracciamento dei titoli tecnologici.

Settori da monitorare: difesa e automotive

blank

Due comparti meritano particolare attenzione oggi. Il primo è la difesa, che potrebbe reagire ai colloqui di pace sull’Ucraina. Il secondo è l’automotive, alla luce del ripensamento globale sui divieti ai motori a combustione interna. Ford ha annunciato ieri il ridimensionamento di parte delle sue ambizioni completamente elettriche, una mossa che comporterà una svalutazione di 19,5 miliardi di dollari nei suoi bilanci. La reazione del mercato è stata moderatamente positiva: gli investitori sembrano preferire una pesante svalutazione al caos che i veicoli elettrici stanno causando ai costruttori tradizionali.

Asia-Pacifico ed Europa: il quadro odierno

Nell’area Asia-Pacifico la correzione prosegue, in particolare sui mercati a forte componente tecnologica. Hong Kong, Taiwan e Tokyo hanno perso oltre l’1%, mentre Seoul ha ceduto più del 2%. Situazione più tranquilla a Sydney e Mumbai. L’Europa, che ieri era riuscita a chiudere in verde, stamattina viaggia prevalentemente in territorio negativo. I futures americani restano piatti.