La riunione Fed di dicembre: un taglio dei tassi tra aspettative e cautela
La riunione della Federal Reserve di questa settimana si presenta come un appuntamento particolarmente delicato, con i mercati che scontano un taglio dei tassi mentre i funzionari della banca centrale mostrano evidenti segnali di riluttanza. Gli investitori puntano con decisione su una riduzione di 25 punti base, convinti che i dati economici in raffreddamento offrano alla Fed lo spazio necessario per allentare la politica monetaria. Tuttavia, l’istituto centrale sembra intenzionato a frenare le aspettative di un ciclo di tagli più rapido, evidenziando quanto sia ampia la distanza tra mercati e decisori politici.
Mercati e Fed: una divergenza sempre più marcata
Raramente le riunioni delle banche centrali generano così tanta suspense. Eppure la decisione della Federal Reserve di questa settimana viene presentata come la più controversa degli ultimi decenni. Gli investitori hanno già piazzato le loro scommesse: i futures azionari statunitensi hanno registrato un rialzo lunedì, sostenuti da una probabilità dell’86-87% che la Fed riduca i tassi di 25 punti base. Un taglio che fino a novembre sembrava remoto – i mercati gli attribuivano appena il 30% di probabilità – ma un mix di consumi più deboli, dati sul mercato del lavoro discontinui e la percezione che l’inflazione persistente abbia perso parte della sua minaccia ha fatto pendere decisamente l’ago della bilancia. Tuttavia, l’unanimità è tutt’altro che garantita. Secondo gli analisti di Societe Generale, è probabile che emergano voci dissenzienti, e l’ala più hawkish sembra pronta a utilizzare il dot plot come strumento per segnalare che dicembre potrebbe rappresentare l’ultimo taglio per un periodo prolungato. La Fed si appresta a lanciare un messaggio di moderazione che diverge notevolmente dalle aspettative di mercato per un ciclo di allentamento più sostenuto.
Dati economici contrastanti alimentano l’incertezza
A sostenere questa cautela è una serie di dati economici statunitensi che offrono poche rassicurazioni. Il rapporto ADP di novembre ha mostrato un calo delle buste paga private di 32.000 unità – la contrazione più marcata dall’inizio del 2023 – mentre la crescita salariale ha rallentato al ritmo più debole dal 2021. Contemporaneamente, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono scese inaspettatamente a 191.000, anche se quelle continuative sono rimaste elevate, rafforzando la percezione di un mercato del lavoro bloccato in un equilibrio di “no-hire, no-fire”. Per una Fed desiderosa di mantenere flessibilità operativa, tale ambiguità suggerisce una marcia lenta piuttosto che uno sprint. Il taglio in sé rappresenta solo metà della storia: le dichiarazioni del presidente Jerome Powell costituiscono il vero evento. I trader cercano conferma che ulteriori allentamenti siano in arrivo, ma gli economisti avvertono che Powell potrebbe invece indicare il 2026 come un anno di tagli più lenti e condizionati.
Il mercato del lavoro: segnali misti e interpretazioni difficili
I segnali contrastanti dal mercato del lavoro e i ritardi nella pubblicazione dei dati causati dallo shutdown governativo hanno ulteriormente aumentato l’incertezza. Questa ambiguità ha lasciato i mercati in un tentativo di equilibrio precario: in rialzo per l’ottimismo un momento, in pausa per scrutare nervosamente i rischi inflazionistici quello successivo. Le small-cap, sensibili ai costi di finanziamento, hanno registrato guadagni la settimana scorsa, mentre l’S&P 500 e il Nasdaq hanno anch’essi segnato una seconda settimana consecutiva di progressi. I rendimenti dei Treasury, nel frattempo, sono saliti leggermente mentre i trader cercavano di decifrare cosa significhi realmente “dipendente dai dati” questa volta.
Tech sotto i riflettori: valutazioni e strategie AI
La settimana pone anche le valutazioni tecnologiche al centro dell’attenzione. Le azioni Broadcom sono balzate dopo notizie di trattative con Microsoft per chip personalizzati. Anche Oracle è salita, sostenuta dalle speranze che le sue ambizioni nell’intelligenza artificiale giustifichino eventualmente la sua strategia finanziata dal debito. L’entusiasmo non è universale: le vendite guidate dal tech all’inizio dell’anno hanno dimostrato che i mercati rimangono diffidenti verso le aziende che finanziano i sogni AI con bilanci che assomigliano sempre più a carte di credito al limite.
Ed Yardeni riduce l’esposizione sui Magnifici Sette
L’intelligenza artificiale sembra aver preso una pausa dopo una straordinaria corsa al rialzo. Il recente entusiasmo ha persino spinto Ed Yardeni – rinomato per la sua posizione rialzista di lunga data – a ridurre il suo sovrappeso sui titoli tecnologici, una posizione che manteneva dal 2010. È particolarmente cauto sui “Magnifici Sette”, le cui dinamiche degli utili stanno cambiando. Tuttavia, mantiene una visione complessivamente costruttiva sul settore, credendo che nuovi player sfideranno il dominio degli hyperscaler. Per riequilibrare la sua allocazione, Yardeni ha aumentato il sovrappeso nei finanziari, negli industriali e nella sanità. IBM ha aggiunto un colpo di scena, con notizie di un accordo da 11 miliardi di dollari per acquisire Confluent, facendo balzare le azioni di quest’ultima di quasi il 30%. Marvell, invece, è stata esclusa dall’S&P 500 e ha prontamente perso oltre il 6%. Carvana, al contrario, ha ottenuto l’ingresso nell’indice e è balzata di oltre il 9%. Tesla, tuttavia, non ha trovato la stessa fortuna: un downgrade da parte di Morgan Stanley ha spinto le sue azioni al ribasso.
Scenario globale: divergenze monetarie e tensioni commerciali
Mentre l’America si orienta verso una politica più accomodante, gli investitori si aspettano che Giappone, Canada e Australia inaspriscano entro il 2026. La Cina, nel frattempo, ha annunciato un surplus commerciale che supera per la prima volta i mille miliardi di dollari: un traguardo straordinario radicato in esportazioni che spaziano dai veicoli elettrici di alta gamma alle semplici magliette. Tuttavia, non tutto è roseo: le vendite di auto cinesi continuano a crollare sul mercato interno, anche se le esportazioni rimangono robuste.
Tensioni geopolitiche in Asia e sviluppi europei
Restando nella regione, le tensioni tra Giappone e Cina sono aumentate dopo un provocatorio incontro aereo tra jet da combattimento nel fine settimana. La disputa diplomatica è stata innescata da una dichiarazione non filtrata del Primo Ministro giapponese su Taiwan, provocando una cascata di misure ritorsive da Pechino, in particolare contro il turismo cinese verso il Giappone e i flussi import-export. I leader europei si stanno riunendo in Germania oggi nel tentativo di sostenere l’alleato ucraino, nell’ambito di un piano di pace sostenuto dagli Stati Uniti che favorisce palesemente la Russia.
Calendario macro: la Fed al centro della scena
Nel calendario macroeconomico, la decisione sui tassi della Fed di mercoledì minaccia di oscurare il resto del flusso di notizie economiche. Anche altre banche centrali – tra cui quelle di Australia, Canada, Svizzera, Brasile e Turchia – sono attese alle loro riunioni. Negli Stati Uniti, i ritardi nella pubblicazione dei dati causati dal recente shutdown vengono gradualmente recuperati. Gli indicatori del mercato del lavoro sono in agenda questa settimana, insieme ai dati di settembre sul commercio internazionale e quello all’ingrosso. La settimana è iniziata con toni misti nell’area Asia-Pacifico. Giappone, Corea del Sud e Taiwan sono in rialzo, mentre India e Australia arretrano leggermente. Gli indici europei mostrano andamenti contrastanti. I futures su Wall Street sono leggermente rialzisti.
