Il settore manifatturiero europeo mostra segnali di ripresa

L’indice PMI manifatturiero dell’Eurozona ha registrato un miglioramento a maggio, raggiungendo quota 49,4 rispetto ai 49,0 di aprile. Questo valore rappresenta il livello più alto degli ultimi 33 mesi, confermando le stime preliminari, anche se rimane ancora sotto la soglia critica di 50 punti che separa l’espansione dalla contrazione. Secondo Cyrus de la Rubia, chief economist di Hamburg Commercial Bank, “il trend ascendente del PMI principale continua a indicare una ripresa in corso”. Un segnale particolarmente incoraggiante arriva dalla produzione industriale, che ha registrato il terzo mese consecutivo di crescita, con l’indice di output stabile a 51,5 punti – il livello più elevato da marzo 2022.

Domanda in recupero e ordini export ai massimi

Gli indicatori della domanda mostrano un netto miglioramento. I nuovi ordini si avvicinano alla stabilizzazione dopo quasi due anni di contrazione continua, mentre gli ordini dall’estero hanno toccato il picco degli ultimi 38 mesi. Questo dato suggerisce una rinnovata competitività delle aziende manifatturiere europee sui mercati internazionali. Sul fronte occupazionale, le imprese hanno rallentato il ritmo dei tagli al personale, con l’occupazione che diminuisce al ritmo più lento da settembre 2023. Parallelamente, l’attività di acquisto si è contratta al passo più debole degli ultimi tre anni, segnalando una maggiore fiducia nel futuro prossimo.

Performance divergenti tra i paesi membri

L’analisi per singolo paese rivela dinamiche eterogenee all’interno dell’Eurozona: – Grecia: mantiene la leadership con un PMI a 53,2, invariato rispetto ad aprile – Spagna: torna in territorio espansivo con 50,5 punti – Francia: si avvicina alla stabilizzazione a 49,8, il massimo da 28 mesi – Germania: resta il fanalino di coda tra le grandi economie con 48,3, anche se registra uno dei deterioramenti più contenuti degli ultimi tre anni “La produzione è aumentata in tutte e quattro le principali economie dell’Eurozona, evidenziando quanto sia ampia la base di questa ripresa”, ha sottolineato de la Rubia.

Prospettive ottimistiche nonostante i rischi geopolitici

La fiducia dei produttori per i prossimi 12 mesi è balzata ai massimi da febbraio 2022, con l’indice delle aspettative future che è salito a 61,6 da 58,0. Questo ottimismo persiste nonostante le preoccupazioni per possibili aumenti tariffari statunitensi sulle importazioni europee.

Pressioni inflazionistiche in calo

Un elemento particolarmente rilevante per la politica monetaria riguarda l’andamento dei prezzi. I costi degli input sono diminuiti per il secondo mese consecutivo, con il calo che si è accelerato al ritmo più veloce degli ultimi 14 mesi. Di conseguenza, le aziende manifatturiere hanno ridotto i prezzi di vendita per la prima volta da febbraio.

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Implicazioni per la politica monetaria della BCE

Questi sviluppi forniscono un contesto favorevole per le decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Europea. “La BCE sta ricevendo venti favorevoli per i suoi attesi tagli dei tassi di interesse”, ha commentato de la Rubia. “Il settore industriale ha ricominciato a tagliare i prezzi di vendita dopo due mesi di aumenti, dando alla banca centrale margine aggiuntivo per procedere con la riduzione dei tassi”. Le aspettative del mercato sono chiare: tutti gli 81 economisti intervistati da Reuters prevedono che la BCE taglierà il tasso sui depositi nella riunione di giovedì, con la maggioranza che anticipa almeno un’ulteriore riduzione dopo giugno. Questo scenario di allentamento monetario potrebbe fornire ulteriore sostegno al settore manifatturiero europeo nel suo percorso verso una piena ripresa.