Crescita economica cinese rallenta nel terzo trimestre

L’economia della Cina ha registrato una crescita del 4,8% nel terzo trimestre  rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnando il ritmo di espansione più lento degli ultimi dodici mesi. Nonostante il dato sia in linea con le previsioni degli analisti, il risultato evidenzia le difficoltà strutturali che il Paese sta affrontando, in particolare nel settore immobiliare. Il rallentamento si inserisce in un contesto di profonda trasformazione dell’economia cinese, dove le autorità stanno cercando di riequilibrare il modello di sviluppo verso i consumi interni e l’innovazione tecnologica, allontanandosi dalla dipendenza dagli investimenti in infrastrutture e dal settore immobiliare.

Contrazione degli investimenti fissi: un segnale d’allarme

Il dato più preoccupante emerge dagli investimenti in asset fissi, che includono il settore immobiliare, le infrastrutture e il manifatturiero. Nei primi nove mesi, questi investimenti hanno registrato una contrazione dello 0,5%, un risultato inatteso che ha sorpreso gli analisti, i quali prevedevano invece una crescita dello 0,1%. Zhiwei Zhang, presidente e chief economist di Pinpoint Asset Management, ha definito questo calo “raro e allarmante”, avvertendo che la crescita del PIL nel quarto trimestre potrebbe subire ulteriori pressioni al ribasso. L’ultima volta che la Cina ha registrato una contrazione negli investimenti fissi risale al 2020, durante la fase più acuta della pandemia, secondo i dati disponibili dal 1992.

Il settore immobiliare continua a soffrire

Gli investimenti nel settore immobiliare hanno esteso il loro declino, registrando un calo del 13,9% nei primi nove mesi dell’anno, in peggioramento rispetto al -12,9% registrato nei primi otto mesi. Questa tendenza negativa rappresenta uno dei principali freni alla crescita economica complessiva. Bruce Pang, professore associato presso la CUHK Business School, ha sottolineato che la debolezza degli investimenti immobiliari potrebbe persistere più a lungo del previsto. “Potremmo trovarci di fronte a una ristrutturazione strutturale, ed è possibile che gli investimenti non tornino mai ai livelli precedenti”, ha affermato Pang. “In questo contesto, la Cina deve considerare come sfruttare gli investimenti di altri settori per colmare il gap”.

Settore manifatturiero e produzione industriale

In controtendenza rispetto agli investimenti, la produzione industriale ha mostrato segnali di vitalità, crescendo del 6,5% a settembre, superando le aspettative di un aumento del 5% e in accelerazione rispetto al 5,2% del mese precedente. Escludendo il settore immobiliare, gli investimenti in asset fissi nei primi tre trimestri sono aumentati del 3%, in rallentamento rispetto al 4,2% registrato ad agosto. Gli investimenti del settore privato al di fuori del real estate sono cresciuti del 2,1% fino a settembre, anche in questo caso in decelerazione rispetto al 3% di agosto. Eswar Prasad, professore di economia alla Cornell University, ha commentato: “La debolezza della spesa in investimenti, specialmente da parte del settore privato, riflette una mancanza di fiducia nelle prospettive di crescita dell’economia e nelle politiche governative che potrebbero sostenere la crescita”.

Consumi interni: crescita modesta e segnali contrastanti

Le vendite al dettaglio sono aumentate del 3% a settembre su base annua, in linea con le previsioni degli analisti ma in rallentamento rispetto al 3,4% di agosto. Un segnale della diminuzione dell’efficacia del programma governativo di sussidi per i beni di consumo emerge dalle vendite di elettrodomestici, cresciute solo del 3,3% a settembre, rispetto al balzo del 25,3% registrato nei primi tre trimestri dell’anno. Dan Wang di Eurasia Group ha sottolineato l’interconnessione tra mercato immobiliare e consumi: “Non credo che si possa stimolare la domanda interna senza prima stabilizzare il mercato immobiliare”.

Reddito disponibile e occupazione

Secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica cinese, il reddito disponibile dei residenti urbani è aumentato del 4,5% nei primi nove mesi dell’anno, dopo l’aggiustamento per le variazioni dei prezzi, mentre i residenti rurali hanno registrato un incremento del 6%. Il tasso di disoccupazione urbana è sceso al 5,2% a settembre dal 5,3% del mese precedente, segnalando una relativa stabilità del mercato del lavoro.

Export e dinamiche inflazionistiche

Nonostante le tensioni commerciali con gli Stati Uniti, i dati ufficiali di settembre hanno mostrato una continua resilienza delle esportazioni cinesi, che rimangono un pilastro fondamentale dell’economia del Paese. Sul fronte dei prezzi, l’indice dei prezzi al consumo core, che esclude alimentari ed energia, è cresciuto al ritmo più veloce da febbraio. Tuttavia, l’inflazione complessiva è scesa dello 0,3%, mancando le aspettative e confermando la persistenza di pressioni deflazionistiche nell’economia.

Politica monetaria e prospettive future

Lunedì, la Banca Centrale cinese ha mantenuto invariati i tassi di riferimento per il sesto mese consecutivo, in linea con le aspettative: il tasso sui prestiti a un anno rimane al 3% e quello a cinque anni al 3,5%. I vertici del Partito Comunista Cinese si sono riuniti da lunedì a giovedì per discutere le politiche e gli obiettivi di sviluppo per i prossimi cinque anni, in un momento cruciale per l’economia del Paese.

La sfida della transizione economica

Pechino sta cercando di orientare l’economia verso i consumi interni e lo sviluppo tecnologico domestico, in risposta alle crescenti restrizioni imposte dagli Stati Uniti. Tuttavia, questa transizione si sta rivelando complessa. Ting Lu, chief economist per la Cina di Nomura, ha affermato: “La Cina dovrebbe intensificare gli sforzi nel settore tecnologico, ma crediamo fermamente che la cosiddetta vecchia economia rimarrà la spina dorsale dell’economia nel prossimo futuro. Pechino dovrà ripulire il disastro del settore immobiliare tra il 2026 e il 2030 per diverse ragioni”. Lu ha evidenziato che il settore immobiliare rimane secondo solo alle esportazioni nel contributo al PIL cinese, mentre circa la metà della ricchezza delle famiglie è investita in proprietà immobiliari. Il settore rappresenta ancora circa il 18% delle entrate dei governi locali. Inoltre, ha avvertito che il sovrainvestimento in nuove industrie come i veicoli elettrici “è già diventato controproducente”.

Implicazioni per i mercati globali

Il rallentamento dell’economia cinese e la contrazione degli investimenti hanno implicazioni significative per i mercati finanziari globali. La Cina rappresenta la seconda economia mondiale e un motore fondamentale della crescita globale. La debolezza strutturale del settore immobiliare e la cautela del settore privato negli investimenti potrebbero pesare sulla domanda di materie prime e sui flussi commerciali internazionali. Gli investitori stanno monitorando attentamente le decisioni politiche di Pechino e la capacità del governo di gestire la transizione economica senza provocare un rallentamento eccessivo. La stabilizzazione del settore immobiliare e il rilancio della fiducia del settore privato rimangono priorità cruciali per sostenere la crescita nei prossimi trimestri.