Il Crollo del Biglietto Verde e le Preoccupazioni sulla Federal Reserve

Il dollaro americano sta attraversando una fase di profonda debolezza, registrando perdite significative contro tutte le principali valute del G10. Solo il rublo russo e la lira turca hanno mostrato una performance peggiore tra le valute dei mercati emergenti. Il catalizzatore principale di questa ondata di vendite è stata la notizia secondo cui potrebbe essere annunciato nei prossimi mesi un successore per Jerome Powell alla guida della Federal Reserve. L’impatto sui mercati è stato immediato e severo. Il tentativo di influenzare così direttamente l’operato della banca centrale americana ha generato forte preoccupazione tra gli investitori, che temono per l’indipendenza dell’istituzione monetaria. Nel mercato dei futures sui Fed funds, le probabilità di un taglio dei tassi a luglio sono salite al 25%, mentre i mercati scontano ora quasi 63 punti base di allentamento monetario entro fine anno – il livello più alto da inizio maggio.

Dinamiche di Mercato e Flussi di Fine Trimestre

La debolezza del dollaro è amplificata dai flussi tecnici di fine mese e fine trimestre, oltre che dall’imminente scadenza della sospensione delle cosiddette “tariffe reciproche” prevista per il 9 luglio. Questo cocktail di fattori sta creando una tempesta perfetta per la valuta americana.

Performance dei Mercati Azionari

La maggior parte dei mercati azionari globali sta registrando rialzi, con alcune eccezioni notevoli nell’area Asia-Pacifico: – Cina, Hong Kong, Australia e Corea del Sud hanno chiuso in territorio negativo – Lo Stoxx 600 europeo guadagna circa lo 0,25% a metà giornata, recuperando dal -0,75% di ieri – I futures sugli indici USA mostrano guadagni tra lo 0,2% e lo 0,4%

Movimenti nel Mercato Obbligazionario

I rendimenti dei titoli di stato decennali sono in calo generalizzato, con l’eccezione del Giappone dove si registra un aumento di 2 punti base. I tassi europei scendono di 1-2 punti base, mentre il Treasury USA a 10 anni cede un punto base al 4,28%. Il tasso effettivo medio dei Fed funds atteso per fine anno è ora al 3,70%, in calo per la quinta sessione consecutiva e 11 punti base più basso rispetto alla fine della scorsa settimana.

Analisi delle Principali Valute

Dollar Index: Nuovi Minimi Triennali

Il Dollar Index ha aperto con un gap ribassista per la seconda volta questa settimana, sfondando quota 97,00 e toccando nuovi minimi da tre anni. Dal punto di vista tecnico, non si intravedono supporti significativi prima dell’area 95,00, anche se gli indicatori di momentum intraday appaiono ipervenduti. La banda di Bollinger inferiore si posiziona ora vicino a 97,40.

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Euro: Slancio Rialzista Inarrestabile

L’euro ha raggiunto un nuovo massimo triennale a $1,1665 ieri, per poi accelerare oggi fino a $1,1745. Il differenziale di rendimento USA-Germania si sta comprimendo rapidamente: il premio USA sui titoli a 2 anni è sceso da 213 a 193 punti base, il livello più basso da fine aprile. Anche sul decennale, il premio si è ridotto a circa 173 punti base dai 195 di due settimane fa.

Yen Giapponese: Recupero in Corso

Dopo essere stata la valuta più debole del G10 ieri, lo yen sta recuperando terreno. Il dollaro è sceso a 143,75 yen, minimo da otto giorni. Il supporto tecnico della trendline si trova vicino a 143,35 yen, mentre il minimo di metà giugno era circa 142,80. Gli investitori giapponesi continuano ad acquistare obbligazioni estere, con 615,5 miliardi di yen la scorsa settimana dopo i 1,57 trilioni della settimana precedente.

Sterlina Britannica: Nuovo Massimo Triennale

La sterlina ha toccato un nuovo massimo triennale a $1,3765, estendendo il rally oltre $1,3670 di ieri. Il prossimo obiettivo tecnico si trova nell’area $1,3830. I tentativi di collegare la forza della sterlina alle voci su una possibile acquisizione di BP da parte di Shell si sono rivelati infondati dopo la smentita ufficiale di Shell.

Focus sui Mercati Emergenti

Peso Messicano: Domanda Robusta sui Ribassi

Per almeno la terza volta quest’anno, è emersa una forte domanda di peso sui picchi del dollaro. Il biglietto verde è sceso sotto 18,8665 pesos oggi, avvicinandosi al minimo da agosto scorso di 18,8250. La banca centrale messicana dovrebbe tagliare i tassi di 50 punti base oggi, portando il tasso overnight all’8%, in risposta al rallentamento della crescita nonostante un’inflazione ancora sopra il target del 2-4%. Un dato interessante emerge dal commercio automobilistico: la Cina ha esportato circa 188.000 veicoli in Messico nei primi quattro mesi del 2025, conquistando circa il 40% del mercato interno messicano. Questi veicoli, principalmente auto piccole ed efficienti, non competono direttamente con la produzione USA né vengono riesportati negli Stati Uniti.

Dollaro Australiano: Rally di Tre Giorni

L’aussie ha registrato un rally di tre giorni consecutivi, il più lungo degli ultimi due mesi, testando la resistenza nell’area $0,6550. Il prossimo livello tecnico importante si trova vicino a $0,6700. Il differenziale di rendimento a due anni con gli USA si sta restringendo, passando da oltre 70 a meno di 60 punti base.

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Prospettive e Considerazioni Finali

La debolezza del dollaro riflette una combinazione di fattori tecnici e fondamentali che potrebbero persistere nel breve termine. L’incertezza sulla leadership futura della Fed rappresenta un rischio significativo per la credibilità e l’indipendenza della politica monetaria americana. I mercati stanno già scontando un ciclo di allentamento più aggressivo, con implicazioni potenzialmente durature per i flussi di capitale globali. Gli investitori dovrebbero monitorare attentamente:

– L’evoluzione delle aspettative sui tassi Fed

– I dati economici USA in uscita, inclusi ordini di beni durevoli e bilancia commerciale

– Le dinamiche dei differenziali di rendimento tra USA e altre economie sviluppate – I flussi tecnici di fine trimestre che potrebbero amplificare la volatilità La situazione attuale sottolinea l’importanza di mantenere un approccio diversificato e di considerare strategie di copertura valutaria in un contesto di crescente incertezza sul dollaro americano.

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