Il dollaro americano mostra segni di stabilizzazione
Il biglietto verde registra guadagni contenuti contro tutte le principali valute del G10, ma i movimenti rimangono limitati e il termine “consolidamento” descrive meglio l’attuale dinamica dei prezzi. Il dollaro australiano guida i ribassi tra le major, cedendo oltre lo 0,5% dopo la pubblicazione dei verbali della banca centrale interpretati come dovish dal mercato. Il dollaro canadese mostra la maggiore resilienza, limitando le perdite a meno dello 0,10%.
Performance mista tra le valute emergenti
Le valute dei mercati emergenti presentano andamenti divergenti. Le divise dell’Europa centrale risultano le più deboli della giornata, mentre rublo russo, ringgit malese e yuan cinese guidano i rialzi. I mercati hanno accolto con relativa calma la notizia del collasso del governo olandese, con l’euro che perde circa lo 0,25% – una performance nella media odierna.
Mercati obbligazionari: rendimenti in calo
I rendimenti dei titoli di stato olandesi a 10 anni registrano un lieve calo, rimanendo comunque all’interno del range delle altre obbligazioni europee che mostrano ribassi tra 1 e 2 punti base. La forte domanda all’asta di titoli britannici a lunga scadenza ha sostenuto i Gilt decennali, con rendimenti in calo di circa 6 punti base. Il Treasury USA a 10 anni scende di quasi 3 punti base al 4,41%.
Dinamiche nei mercati azionari
I mercati azionari mostrano andamenti contrastanti. Le principali borse dell’Asia-Pacifico chiudono in rialzo, ad eccezione di Tokyo e India. Lo Stoxx 600 europeo cede circa lo 0,25% per la seconda seduta consecutiva, mentre i futures sugli indici americani perdono circa lo 0,35%.
Analisi delle principali coppie valutarie
EUR/USD: test di resistenza e supporti chiave
L’euro ha toccato un massimo a sei settimane vicino a 1,1450 dollari durante la sessione nordamericana, per poi ritracciare verso 1,1415 nel pomeriggio americano. La coppia ha successivamente testato nuovi massimi a 1,1455 prima di essere respinta verso 1,1400. Un movimento sotto 1,1385 indebolirebbe il quadro tecnico. I dati preliminari sull’inflazione dell’eurozona di maggio mostrano un rallentamento al 1,9% annuo dal 2,2% precedente, mentre il core scende al 2,3% dal 2,7%. Entrambi i dati risultano leggermente inferiori alle attese, rafforzando le aspettative per un taglio dei tassi BCE questa settimana.
USD/JPY: pressioni ribassiste sul dollaro
Il raddoppio dei dazi USA su acciaio e alluminio complica ulteriormente i negoziati commerciali tra Stati Uniti e Giappone. Il primo ministro Ishiba ha dichiarato che il Giappone non intende scendere a compromessi sui dazi americani. Il dollaro è sceso ai minimi da cinque giorni vicino a 142,40 yen, rompendo la trendline rialzista tracciata sui minimi di aprile e maggio.
GBP/USD: sterlina sotto pressione
La sterlina ha raggiunto 1,3560 dollari ieri, avvicinandosi ai massimi triennali della scorsa settimana a 1,3595. La valuta britannica ha poi invertito la rotta nel pomeriggio americano, scendendo fino a 1,3515. Oggi il cable è stato respinto dai massimi di ieri e venduto fino a quasi 1,3500. Il supporto chiave si trova nell’area 1,3480.
Focus sulle commodity e materie prime
L’oro ha subito vendite dopo aver raggiunto un massimo a quattro settimane vicino a 3.392 dollari l’oncia, scendendo ora sotto i 3.360 dollari. Il petrolio WTI di luglio consolida nella parte alta del range di ieri, oscillando intorno a 62,75 dollari al barile dopo il rally del 2,8% della seduta precedente.
Dollaro australiano penalizzato dai verbali RBA
L’AUD/USD ha testato l’area di supporto vicino a 0,6400 nella seconda metà della scorsa settimana, per poi risalire verso 0,6500 grazie alla debolezza generale del dollaro USA. I verbali della Reserve Bank of Australia, interpretati come conferma di un orientamento dovish della politica monetaria, hanno riportato la coppia verso 0,6450. I mercati futures prezzano circa l’80% di probabilità per un altro taglio dei tassi il mese prossimo.
Peso messicano: resilienza notevole
Il peso messicano continua a mostrare una resilienza straordinaria. Nonostante l’indebolimento pre-weekend legato al voto giudiziario, con il dollaro che aveva toccato nuovi massimi settimanali poco sotto 19,44, la valuta messicana ha recuperato con forza ieri, registrando il maggior guadagno tra le valute emergenti (+1,15%). Il dollaro USA ha formato un pattern ribassista “outside down day” e oggi rimane ancorato ai minimi di ieri nel range 19,2030-19,2435.