Il dollaro perde terreno contro le principali valute

Il biglietto verde statunitense mostra segni di debolezza contro la maggior parte delle valute del G10 nella sessione odierna. Paradossalmente, il dollaro neozelandese guida i rialzi nonostante il taglio dei tassi di 25 punti base da parte della banca centrale, ampiamente previsto dal mercato. Il dollaro canadese risulta invece il fanalino di coda, unica valuta del G10 a non riuscire a guadagnare terreno contro il greenback.

Valute emergenti in rialzo prima delle decisioni delle banche centrali

Le valute dei mercati emergenti mostrano un tono generalmente positivo. Il won sudcoreano si rafforza in vista del previsto taglio di 25 punti base da parte della Bank of Korea nella giornata di domani. Questo movimento riflette l’ottimismo degli investitori verso le politiche monetarie più accomodanti nelle economie asiatiche.

Mercati azionari contrastati tra Asia e Occidente

Nonostante i forti guadagni registrati ieri da Wall Street, la maggior parte dei mercati azionari dell’Asia-Pacifico ha chiuso in territorio negativo. Taiwan, Corea del Sud e Singapore hanno rappresentato le eccezioni positive. In Europa, lo Stoxx 600 sta restituendo gran parte del rialzo dello 0,33% registrato ieri, mentre i futures sugli indici statunitensi indicano un’apertura in calo.

Pressione sui mercati obbligazionari globali

I mercati obbligazionari sono sotto pressione su scala globale. L’asta dei titoli giapponesi a 40 anni ha registrato la domanda più debole degli ultimi 12 mesi, con rendimenti in aumento lungo tutta la curva. I rendimenti dei benchmark decennali europei sono in rialzo di 2-4 punti base, con l’eccezione dei BTP italiani che si mantengono sostanzialmente invariati. Il rendimento del Treasury USA a 10 anni sale di quasi 3 punti base al 4,47%.

Dollar Index: resistenza chiave a quota 100

Il Dollar Index ha toccato un massimo di sessione vicino a 99,85 nel trading asiatico, fermandosi poco sotto il picco di venerdì scorso (99,95). Un superamento della zona 100,00-100,10 potrebbe dare nuovo slancio al biglietto verde. I verbali del FOMC in uscita oggi confermeranno probabilmente quanto già segnalato dai funzionari Fed: la banca centrale non ha fretta di tagliare i tassi, con la proiezione mediana di due tagli quest’anno che rischia di frammentarsi.

Euro sotto pressione in attesa dei dati sull’inflazione

L’euro ha tentato un recupero nella prima parte della sessione nordamericana di ieri, ma si è fermato sotto quota 1,1380 dollari. La moneta unica è scivolata brevemente sotto 1,1300 dollari oggi, livello dove sono in scadenza opzioni per 1,4 miliardi di euro. Il supporto importante nella zona 1,1275-1,1285 ha tenuto, permettendo un recupero verso 1,1340 dollari. I dati sull’inflazione dell’Eurozona saranno cruciali questa settimana. La Francia ha già riportato un calo al 2,6% dal 2,9% su base annua armonizzata UE. Germania e Spagna dovrebbero vedere l’inflazione di maggio scendere al 2,0%, mentre l’Italia potrebbe scivolare sotto questa soglia. Il mercato degli swap sconta quasi completamente un taglio BCE nella riunione del 5 giugno e un altro nel quarto trimestre.

Yuan cinese: PBOC punta all’internazionalizzazione

Dal picco record di 7,43 yuan offshore per dollaro toccato ad aprile, il biglietto verde è sceso del 3,6% fino al minimo di lunedì a 7,1615. La People’s Bank of China ha fissato il tasso di riferimento del dollaro sotto 7,19 yuan per la terza sessione consecutiva, alzandolo leggermente a 7,1894. Due notizie chiave emergono dalla Cina: il nuovo piano quinquennale (che sarà presentato ufficialmente a marzo) potrebbe raddoppiare gli sforzi per l’indipendenza economica e la strategia di sostituzione delle importazioni. Inoltre, la PBOC vuole che le principali banche aumentino la quota di prestiti in yuan nelle attività transfrontaliere dal 25% attuale al 40%.

Yen giapponese: disaccoppiamento dai rendimenti USA

Il dollaro ha raggiunto quasi 144,50 yen registrando la migliore sessione in due settimane, nonostante il calo di 7 punti base del rendimento del Treasury USA a 10 anni. Questo evidenzia il disaccoppiamento verificatosi nelle ultime settimane tra le due valute. Il biglietto verde ha trovato resistenza nella zona 144,60-144,80 yen, che ospita il ritracciamento del 38,2% del declino dal massimo del 12 maggio (148,65 yen) e la media mobile a 20 giorni. Il Ministero delle Finanze giapponese ha condotto un sondaggio tra gli operatori di mercato sulle condizioni attuali, ma l’asta odierna dei bond a 40 anni ha registrato una domanda debole. Con l’inflazione ad aprile al 3,6% e i rendimenti obbligazionari a lungo termine che offrono rendimenti reali negativi, la situazione rimane complessa per le autorità nipponiche.

Sterlina britannica mantiene forza relativa

La sterlina ha toccato un nuovo massimo triennale poco sotto 1,36 dollari lunedì, quando i mercati britannici e statunitensi erano chiusi per festività. La valuta britannica ha testato il supporto vicino a 1,3460 dollari e si è ripresa sopra 1,3500. L’euro ha toccato un nuovo minimo di otto settimane contro la sterlina ieri, leggermente sotto 0,8375 sterline, ma sembra formare un bottom.

Dollaro canadese: Bank of Canada verso il taglio dei tassi?

Il dollaro USA ha formato un pattern candlestick rialzista contro il dollaro canadese lunedì, dopo essere sceso a un nuovo minimo di sette mesi (1,3685 CAD). Il biglietto verde si sta consolidando nel range 1,3800-1,3840 CAD. Mentre il mercato degli swap assegna circa il 25% di probabilità a un taglio della Bank of Canada la prossima settimana, gli economisti che hanno risposto al sondaggio Bloomberg questo mese favoriscono un taglio con un rapporto di 7 a 4.

Dollaro australiano e kiwi: divergenze nelle politiche monetarie

Il dollaro australiano ha toccato un massimo semestrale sopra 0,6535 dollari USA lunedì, trovando supporto oggi vicino a 0,6425. L’inflazione australiana di aprile è rimasta invariata al 2,4%, con la misura trimmed mean bloccata nella fascia 2,7%-2,8% per il quinto mese consecutivo. Il mercato dei futures sconta circa il 60% di probabilità di un taglio a luglio, in calo dal 70% di ieri. Come ampiamente previsto, la Reserve Bank of New Zealand ha tagliato il tasso di riferimento di 25 punti base al 3,25%. La banca centrale neozelandese ha ridotto i tassi di 100 punti base quest’anno dopo i 125 punti base del 2023, confermandosi tra le più dovish del G10.

Peso messicano sotto pressione tra inflazione e sfide commerciali

Le valute latinoamericane hanno generalmente performato bene ieri, ma il peso messicano è rimasto indietro. Il dollaro ha esteso marginalmente i guadagni oggi fino a quasi 19,31 pesos. La banca centrale messicana pubblicherà oggi il suo rapporto trimestrale sull’inflazione, particolarmente importante dato che l’inflazione headline nella prima metà di maggio è salita sopra il limite superiore del target range per la prima volta quest’anno. Banxico probabilmente sottolineerà i rischi al ribasso per la crescita e potrebbe allineare la sua proiezione dello 0,6% con quella del FMI, che prevede una piccola contrazione. Oltre alle tariffe e al reshoring, gli USA stanno anche proponendo di tassare le rimesse dei lavoratori stranieri del 3,5%. Nel 2024, le rimesse dei lavoratori hanno rappresentato quasi 65 miliardi di dollari per il Messico, la maggior parte provenienti dagli Stati Uniti.