Il Dollar Index si stabilizza ma resta sotto pressione
Il Dollar Index (DXY) ha trovato una temporanea stabilizzazione intorno a quota 98,80 nelle prime contrattazioni, dopo aver recuperato dalle perdite iniziali della sessione. Tuttavia, il sentiment sul biglietto verde rimane estremamente fragile, con le rinnovate preoccupazioni sui dazi commerciali statunitensi e i rischi per la crescita economica che continuano a pesare sulla valuta americana.
Dati macroeconomici USA deludenti alimentano i timori
Gli ultimi dati macroeconomici provenienti dagli Stati Uniti dipingono un quadro preoccupante per l’economia a stelle e strisce. L’ISM Services PMI è crollato a 49,9 a maggio, segnalando una contrazione nel settore dei servizi per la prima volta da giugno 2024. Il dato si è posizionato ben al di sotto delle aspettative degli analisti, che prevedevano una lettura di 52,0. Parallelamente, il rapporto ADP sull’occupazione privata ha mostrato un incremento di soli 37.000 posti di lavoro, mancando clamorosamente le previsioni di 115.000 unità e registrando la crescita occupazionale più debole da marzo 2023. Questi numeri hanno intensificato le preoccupazioni sulla debolezza del mercato del lavoro e sulla resilienza complessiva dell’economia americana.
Trump aumenta la pressione sulla Federal Reserve
Il Presidente Donald Trump ha intensificato la sua campagna pubblica contro la Federal Reserve, esortando il Presidente Jerome Powell a tagliare immediatamente i tassi di interesse. Attraverso il suo social network Truth Social, Trump ha criticato aspramente Powell, sottolineando come l’Europa abbia già implementato diversi tagli dei tassi e definendo “incredibile” il ritardo della Fed nell’agire. In netto contrasto con le pressioni presidenziali, Neel Kashkari, Presidente della Fed di Minneapolis, ha riconosciuto un certo indebolimento del mercato del lavoro ma ha sottolineato la necessità di raccogliere ulteriori dati prima di modificare la politica monetaria. Kashkari ha sostenuto un approccio misurato e prudente, segnalando l’assenza di urgenza per un movimento sui tassi.
Analisi tecnica del Dollar Index
Dal punto di vista tecnico, il DXY continua a mostrare una pressione ribassista, scambiando vicino a 98,85 dopo aver fallito nel tentativo di riconquistare la resistenza a 98,95. Questo livello si trova appena sotto una trendline discendente tracciata dal massimo del 30 maggio. L’azione dei prezzi rimane limitata sia dalla EMA a 50 periodi a 99,06 che dalla EMA a 200 periodi a 99,56, entrambe con pendenza negativa – un allineamento ribassista che rafforza la pressione al ribasso più ampia. Il DXY ha formato una serie di massimi decrescenti dalla fine di maggio e rimane bloccato sotto la resistenza della trendline discendente. Il supporto è attualmente individuato intorno a 98,57, con ulteriori rischi di ribasso verso 98,27 e 97,93 se il momentum ribassista dovesse accelerare. Sul lato positivo, sarebbe necessaria una rottura e chiusura sopra 98,95, seguita da un movimento decisivo attraverso 99,34, per invalidare l’attuale trend ribassista e aprire la strada verso 99,66 e 99,97.
GBP/USD: la sterlina mantiene il momentum rialzista
La sterlina britannica sta guadagnando terreno contro il dollaro, attualmente scambiata a $1,3566, dopo aver trovato supporto vicino alla trendline ascendente e alla zona pivot di $1,3541. Il prezzo rimane saldamente sopra la EMA a 50 periodi a $1,3526, con la EMA a 200 periodi a $1,3452 che rafforza il tono rialzista più ampio. La coppia ha testato l’area di resistenza a $1,3578 più volte dall’inizio di giugno. Un breakout confermato sopra questo livello potrebbe aprire le porte verso $1,3608 e potenzialmente $1,3640 in estensione. Al contrario, se la sterlina dovesse chiudere nuovamente sotto $1,3541, potrebbe seguire un nuovo test di $1,3503.
EUR/USD consolida sopra i supporti chiave
L’EUR/USD mantiene la sua posizione a $1,1415 dopo essere rimbalzato dal supporto della trendline ascendente e dalla EMA a 50 periodi a $1,1392 sul grafico a 2 ore. Questo rimbalzo riafferma la struttura rialzista che si sta costruendo dalla fine di maggio, con la EMA a 50 sopra la EMA a 200 ($1,1335), segnalando che il momentum al rialzo rimane intatto. Nonostante il recente consolidamento sotto $1,1445, gli acquirenti continuano a difendere la trendline e mostrano impegno sopra $1,1389, suggerendo accumulo piuttosto che distribuzione. Un movimento sostenuto sopra $1,1445 potrebbe aprire la strada per una spinta verso $1,1480, seguita dal livello di resistenza chiave a $1,1513. D’altra parte, una chiusura sotto $1,1389 minaccerebbe il trend rialzista, esponendo $1,1323 come prossimo obiettivo al ribasso.
Prospettive per il dollaro americano
Con i rischi legati ai dazi commerciali, i dati economici deboli e i segnali divergenti dalla Fed, le prospettive per il dollaro USA rimangono incerte. Mentre il DXY mantiene la posizione intorno a 98,80, i mercati sono sempre più cauti in vista del rapporto sui Non-Farm Payrolls di venerdì, che potrebbe determinare se il dollaro romperà al ribasso o troverà supporto nel breve termine. Gli investitori dovranno monitorare attentamente non solo i dati sull’occupazione, ma anche eventuali sviluppi sul fronte dei dazi commerciali e le dichiarazioni dei membri della Fed, che potrebbero influenzare significativamente la direzione del biglietto verde nelle prossime sessioni di trading.