La Banca Centrale Europea riduce il costo del denaro al 2%
La Banca Centrale Europea ha annunciato giovedì un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2%, in netto calo rispetto al picco del 4% registrato a metà 2023. La decisione era ampiamente attesa dai mercati, con i trader che secondo i dati LSEG avevano prezzato una probabilità del 99% per questa riduzione di un quarto di punto.
Le motivazioni dietro la decisione del Consiglio Direttivo
Il Consiglio Direttivo della BCE ha basato la propria scelta su una valutazione aggiornata delle prospettive inflazionistiche, analizzando attentamente le dinamiche dell’inflazione sottostante e l’efficacia della trasmissione della politica monetaria. Il tasso sui depositi rappresenta lo strumento principale attraverso cui la BCE orienta la propria stance di politica monetaria.
Inflazione in calo sotto l’obiettivo del 2%
Un elemento determinante per questa decisione è stato il raffreddamento dell’inflazione nell’Eurozona, scesa sotto l’obiettivo del 2% fissato dalla BCE. I dati preliminari pubblicati questa settimana mostrano che a maggio l’inflazione si è attestata all’1,9%, un valore inferiore alle aspettative degli analisti.
Crescita economica ancora debole nonostante l’allentamento monetario
Nonostante la progressiva riduzione dei tassi di interesse, la crescita economica dell’area euro rimane modesta. Le stime più recenti indicano che nel primo trimestre del 2025 l’economia della zona euro è cresciuta solo dello 0,3%, evidenziando una ripresa ancora fragile che preoccupa i policy maker europei.
Il contesto geopolitico pesa sulle prospettive economiche
La decisione della BCE arriva in un momento particolarmente delicato per l’economia europea. Le imprese e i responsabili politici devono confrontarsi con un’incertezza crescente alimentata dalle tensioni geopolitiche internazionali. La politica tariffaria del presidente americano Donald Trump rappresenta una delle principali preoccupazioni, con i dazi che potrebbero avere un impatto significativo sulla crescita economica europea.
L’impatto dei dazi USA sull’economia europea
Settori strategici come l’acciaio e l’automotive potrebbero subire conseguenze particolarmente severe dalle tariffe settoriali americane. L’effetto di questi dazi sull’inflazione europea rimane incerto e dipenderà in larga misura dalla risposta dell’Unione Europea.
La strategia di risposta dell’UE
Attualmente le misure di ritorsione dell’Unione Europea sono sospese, ma i leader del blocco hanno dichiarato di essere pronti ad attivarle qualora necessario. Questa situazione di stallo diplomatico aggiunge ulteriore incertezza al quadro economico complessivo.
Le sfide future per la politica monetaria europea
Un altro elemento di incertezza riguarda i piani per aumentare la spesa per la difesa in tutta Europa e il loro potenziale impatto sull’economia. L’incremento degli investimenti nel settore della difesa potrebbe avere effetti contrastanti: da un lato potrebbe stimolare la domanda interna e sostenere la crescita, dall’altro potrebbe esercitare pressioni inflazionistiche che la BCE dovrebbe monitorare attentamente. La Banca Centrale Europea si trova quindi a navigare in acque complesse, dovendo bilanciare il sostegno alla crescita economica con il mantenimento della stabilità dei prezzi, il tutto in un contesto internazionale caratterizzato da crescenti tensioni commerciali e geopolitiche.