Il settore delle compagnie aeree low cost sta attraversando una fase cruciale. Dopo l’euforia post-pandemia, quando la domanda di viaggi era esplosa e i bilanci mostravano segni di ripresa, oggi il quadro è radicalmente diverso. L’aumento dei costi operativi, la pressione della concorrenza e clienti sempre più esigenti stanno riducendo i margini. Alcuni vettori sono riusciti ad adattarsi rapidamente, mentre altri mostrano evidenti difficoltà. Il 2025 potrebbe trasformarsi in un anno decisivo, tra consolidamenti, ridimensionamenti e possibili uscite di scena.

Ryanair continua a dominare

Nel panorama europeo delle aziende aeree low cost, Ryanair rappresenta l’eccezione positiva. La compagnia irlandese mantiene margini elevati e riesce a gestire in modo efficiente i costi, consolidando la propria leadership. Con un margine operativo di quasi 16 euro per passeggero, il modello ultra low cost si conferma vincente, dimostrando che la disciplina nei costi è il vero punto di forza del settore.

Wizz Air: da promessa a caso critico

Fino a pochi anni fa, Wizz Air era vista come l’astro nascente del trasporto aereo europeo low cost. La sua flotta giovane, le tariffe ultra competitive e l’espansione rapida sembravano garanzia di successo. Oggi la realtà appare più complessa. Nel secondo trimestre 2025, la compagnia ha registrato un margine operativo per passeggero di appena 1,6 euro, a fronte degli oltre 15 euro di Ryanair. Eppure i ricavi medi per viaggiatore sono superiori a quelli della rivale: il vero problema sono i costi, pari a circa 82 euro per passeggero.

Le difficoltà derivano da diversi fattori concatenati. Il fermo dei motori Pratt & Whitney ha immobilizzato 41 aerei, quasi un quinto della flotta. La chiusura della base di Abu Dhabi ha eroso risorse, mentre scelte strategiche passate – come la mancata copertura carburante durante la crisi Covid o la penetrazione in mercati già saturi – hanno pesato sui conti. In totale, negli ultimi cinque anni Wizz ha accumulato oltre 350 milioni di euro di perdite. Oggi l’azienda tenta di invertire la rotta, riducendo ordini, concentrandosi sui mercati core dell’Europa centro-orientale e adottando politiche più prudenti. Resta però l’incognita: queste misure arriveranno in tempo per salvaguardarne la competitività?

Vueling e il peso del modello ibrido

La situazione di Vueling è diversa, ma non meno delicata. Pur essendo considerata una compagnia low cost, la società spagnola – parte del gruppo IAG insieme a Iberia e British Airways – sostiene costi operativi elevati, difficili da conciliare con il vero modello ultra low cost. Questa impostazione ibrida ha conseguenze negative. In Spagna, Vueling deve affrontare la concorrenza aggressiva di Ryanair e Wizz Air, mentre in Italia la sua presenza si è ridotta, lasciando campo libero ad altri operatori.

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I dati economici non sono pubblici, poiché inglobati nei conti del gruppo IAG, ma gli indicatori di attività mostrano margini ridotti e forte pressione competitiva. Il rischio per Vueling è di restare in una posizione marginale all’interno del gruppo: non abbastanza low cost per competere con i giganti del settore, né sufficientemente premium per differenziarsi. Un riposizionamento strategico appare indispensabile se la compagnia vorrà restare protagonista nel medio termine.

Uno scenario in evoluzione

Il 2025 sarà un anno chiave per le compagnie aeree low cost. Alcuni vettori, come Ryanair, hanno dimostrato la forza del modello ultra-economico. Altri, come Wizz Air e Vueling, si trovano di fronte a scelte difficili: rivedere strategie, ridurre costi e rafforzare il posizionamento, oppure rischiare di essere esclusi dal mercato. Il settore, da sempre dinamico, sembra avviato verso una nuova fase di selezione naturale: solo chi saprà mantenere efficienza e flessibilità potrà continuare a volare alto.