I movimenti del Bitcoin sono complessi. Essi sono determinati certo da meccanismi interni alla criptovaluta, come l’halving o l’hash rate, ma anche da fattori esterni. Il più sottovalutato, ma capace di esercitare un’influenza profonda è la liquidità globale.
In questo articolo analizziamo il legame tra Bitcoin e la liquidità globale, spieghiamo come i trader possono sfruttarlo in modo razionale e presentiamo due esempi concreti che mostrano l’effetto dei cicli monetari sul prezzo della criptovaluta.
Il Legame tra Bitcoin e Cicli di Liquidità Globale
La liquidità globale rappresenta la quantità complessiva di denaro disponibile nei mercati finanziari internazionali.
È influenzata principalmente dalle politiche monetarie delle grandi banche centrali, in particolare la Federal Reserve (FED), la Banca Centrale Europea (BCE), la Bank of Japan e la People’s Bank of China.
Quando queste istituzioni immettono liquidità attraverso politiche espansive – come il Quantitative Easing o la riduzione dei tassi d’interesse – gli investitori tendono a spostarsi verso asset più rischiosi, alla ricerca di rendimenti maggiori.
In questi contesti, Bitcoin si comporta come un risk-on asset, cioè come un investimento che beneficia della disponibilità di capitale e dell’aumento dell’appetito per il rischio.
Quando invece la liquidità globale si contrae, ad esempio a causa di rialzi dei tassi o di riduzione dei bilanci delle banche centrali, Bitcoin tende a subire una pressione al ribasso, insieme ad altri asset speculativi come le azioni tecnologiche o le materie prime industriali.
La relazione non è diretta, ma avviene attraverso il sistema del dollaro. Poiché Bitcoin è quotato prevalentemente in USD e la gran parte dei flussi di capitale passa dal mercato statunitense, il livello di liquidità in dollari determina in larga parte la forza o la debolezza del suo prezzo.
In altre parole, più dollari circolano nel sistema, maggiore è la probabilità che parte di essi confluisca in Bitcoin o in altri asset alternativi.
Questa dinamica spiega perché, nei momenti di espansione monetaria, il prezzo di Bitcoin tende a crescere anche in assenza di notizie positive specifiche sul suo ecosistema. Viceversa, durante le fasi di contrazione della liquidità, il prezzo può scendere anche quando i fondamentali tecnologici o di adozione restano solidi.
Un indicatore utile per monitorare questa relazione è il Global Liquidity Index, un indice composito che combina la crescita dei bilanci delle principali banche centrali e l’offerta di dollari nel sistema interbancario. Analizzando le variazioni di questo indice negli ultimi dieci anni, si nota una correlazione significativa con i cicli di Bitcoin: le fasi di espansione della liquidità globale coincidono con i grandi rally del 2017, 2020 e 2023, mentre le fasi di contrazione anticipano i periodi di correzione.
Come Sfruttare il Legame
Sfruttare il legame tra Bitcoin e la liquidità globale non significa “prevedere il prezzo” nel breve periodo, ma piuttosto capire il contesto in cui il prezzo si muove. I trader che ignorano i cicli monetari rischiano di confondere i rimbalzi temporanei con veri trend rialzisti o di interpretare le fasi di correzione come crolli irreversibili.
Un approccio efficace consiste nell’integrare le analisi macro-finanziarie nel proprio processo decisionale. In particolare, occorre monitorare tre fattori chiave:
La politica monetaria della Federal Reserve. Poiché il dollaro è la valuta di riferimento globale, le decisioni della FED influenzano direttamente la disponibilità di capitale speculativo. I periodi di tassi bassi o di bilancio in espansione favoriscono l’afflusso di liquidità verso Bitcoin, mentre le fasi di rialzo dei tassi o di Quantitative Tightening lo penalizzano.
Il comportamento dei rendimenti obbligazionari. Quando i rendimenti reali (cioè al netto dell’inflazione) sono negativi, gli investitori tendono a cercare alternative nei mercati non tradizionali. Bitcoin, percepito come un bene scarso e potenzialmente difensivo nel lungo termine, diventa una delle scelte preferite.
La forza del dollaro (DXY). Storicamente, Bitcoin mostra una correlazione inversa con il Dollar Index. Un dollaro debole coincide con fasi di rialzo per Bitcoin e viceversa. Anche questo aspetto riflette la relazione con la liquidità: un dollaro debole implica maggiore offerta e, quindi, più capitale disponibile per gli investimenti rischiosi.
Una strategia operativa prudente può basarsi sulla lettura combinata di questi indicatori. Ad esempio, un trader potrebbe ridurre l’esposizione a Bitcoin quando la FED segnala politiche restrittive, i rendimenti reali salgono e il dollaro si rafforza. Al contrario, in fasi di allentamento monetario e di aumento della liquidità, può pianificare ingressi graduali o accumuli periodici.
Un altro approccio, più quantitativo, consiste nel correlare il prezzo di Bitcoin con indici di liquidità e volatilità come il Global Liquidity Index, il VIX e il MOVE Index. L’obiettivo non è prevedere il prezzo, ma individuare punti di disallineamento: quando la liquidità torna a crescere ma Bitcoin non ha ancora reagito, si può anticipare un possibile movimento rialzista.
Infine, comprendere la relazione tra Bitcoin e liquidità globale aiuta anche nella diversificazione di portafoglio. Sapere che Bitcoin tende a comportarsi come un asset “liquidity-sensitive” consente di bilanciare meglio le esposizioni con strumenti che reagiscono in modo opposto, come obbligazioni a breve termine o valute rifugio.
Due Esempi
Ma ecco due esempi.
Il Ciclo 2020–2021: La Spinta del Quantitative Easing
Nel marzo 2020, in risposta alla crisi pandemica, la Federal Reserve e le principali banche centrali hanno lanciato programmi di stimolo senza precedenti. Il bilancio della FED è passato da 4 a oltre 8 trilioni di dollari in meno di due anni, mentre i tassi d’interesse sono stati portati a zero. Questa espansione massiccia della liquidità ha inondato i mercati di capitali, spingendo gli investitori verso asset alternativi.
Bitcoin, che a marzo 2020 valeva circa 4.000 dollari, ha iniziato un rally culminato nel novembre 2021 oltre i 68.000 dollari. Durante questo periodo, il Global Liquidity Index e l’indice di Money Supply M2 statunitense mostravano un aumento parallelo. La crescita del prezzo di Bitcoin non fu solo il risultato di un aumento dell’adozione o di eventi come l’halving, ma rifletteva chiaramente il contesto di liquidità abbondante e di rendimenti reali negativi.
Quando, tra la fine del 2021 e il 2022, la FED ha iniziato a segnalare una politica monetaria più restrittiva e a ridurre il bilancio, il trend si è invertito. Il prezzo di Bitcoin è sceso rapidamente sotto i 20.000 dollari, anticipando di alcuni mesi la contrazione effettiva della liquidità globale.
Il Ciclo 2023–2024: L’Effetto ETF e la Liquidità Cinese
Un secondo esempio riguarda la fase successiva, tra il 2023 e il 2024. Dopo il forte calo dell’anno precedente, il mercato ha iniziato a mostrare segnali di recupero. Curiosamente, questa ripresa è coincisa con un aumento della liquidità proveniente da due fonti diverse: la Cina e gli Stati Uniti.
La People’s Bank of China, per sostenere l’economia interna, ha iniziato a ridurre i tassi e ad aumentare le iniezioni di liquidità nel sistema bancario. Contemporaneamente, negli Stati Uniti si è intensificata l’aspettativa di un’approvazione degli ETF spot su Bitcoin, che avrebbe portato nuovi flussi di capitale istituzionale.
Questi due elementi hanno generato un ritorno di fiducia nei mercati crypto, spingendo Bitcoin da circa 25.000 dollari a oltre 45.000 in pochi mesi. Ancora una volta, la ripresa non può essere spiegata soltanto dai fondamentali interni, ma trova una chiave di lettura nel miglioramento del contesto di liquidità globale.

