Il rapporto sull’occupazione americana rivela segnali contrastanti

Il Bureau of Labor Statistics ha pubblicato martedì i dati sull’occupazione statunitense, ritardati a causa dello shutdown governativo. I nonfarm payrolls hanno registrato una crescita di 64.000 unità a novembre, superando le previsioni degli analisti di Dow Jones che stimavano un incremento di 45.000 posti di lavoro. Tuttavia, il quadro complessivo presenta ombre significative. Il tasso di disoccupazione è salito al 4,6%, il livello più elevato da settembre 2021, superando le aspettative del mercato. L’indicatore più ampio, che include i lavoratori scoraggiati e quelli impiegati part-time per ragioni economiche, ha raggiunto l’8,7%, il picco più alto da agosto 2021.

Il crollo di ottobre: -105.000 posti di lavoro

Il rapporto ha rivelato anche i dati abbreviati di ottobre, che mostrano una perdita netta di 105.000 posti di lavoro. Questo calo drastico segue l’aumento a sorpresa di 108.000 unità registrato a settembre. La contrazione di ottobre è attribuibile principalmente al settore pubblico, dove i licenziamenti differiti implementati nei mesi precedenti hanno finalmente prodotto i loro effetti. L’occupazione governativa ha perso 162.000 unità nel mese, con un’ulteriore riduzione di 6.000 a novembre.

Revisioni al ribasso dei mesi precedenti

Il BLS ha inoltre rivisto i dati storici:

  • Agosto: revisione al ribasso di 22.000 unità, con una perdita complessiva di 26.000 posti
  • Settembre: riduzione di 11.000 unità rispetto alla stima iniziale

Si tratta della terza volta in sei mesi che i payrolls registrano un saldo negativo.

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Settori trainanti e in difficoltà

I comparti in crescita

Il settore sanitario continua a rappresentare il motore principale dell’occupazione americana, aggiungendo 46.000 posti di lavoro e contribuendo per oltre il 70% dell’incremento netto totale. Questo trend riflette la domanda strutturale legata all’invecchiamento della popolazione statunitense. Altri settori positivi includono:

  • Costruzioni: +28.000 unità
  • Assistenza sociale: +18.000 unità

I comparti in contrazione

Il settore trasporti e logistica ha perso 18.000 posti, confermando un trend negativo persistente. Anche il comparto leisure e hospitality ha registrato una flessione di 12.000 unità.

L’economia americana in recessione occupazionale

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Heather Long, chief economist di Navy Federal Credit Union, ha definito la situazione con parole nette: “L’economia statunitense è in una recessione occupazionale. Negli ultimi sei mesi sono stati creati appena 100.000 posti di lavoro, concentrati quasi esclusivamente nel settore sanitario.” Il mercato del lavoro si caratterizza attualmente per un equilibrio precario tra basse assunzioni e bassi licenziamenti, influenzato anche dalle politiche migratorie restrittive dell’amministrazione Trump che hanno ridotto l’afflusso di forza lavoro immigrata.

Le implicazioni per la Federal Reserve

La Fed si trova a navigare acque complesse, dovendo bilanciare il sostegno al mercato del lavoro con il contrasto all’inflazione persistente. Nell’ultima riunione, la banca centrale ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base, portando il range obiettivo al 3,5%-3,75%. Si tratta della terza riduzione consecutiva da settembre, ma i funzionari hanno segnalato che ulteriori tagli richiederanno evidenze più solide.

Salari sotto controllo

Un elemento positivo per la Fed emerge dai dati salariali: la retribuzione oraria media è cresciuta solo dello 0,1% mensile, ben al di sotto dello 0,3% previsto. Su base annua, l’incremento del 3,5% rappresenta il più contenuto da maggio 2021, confermando che il mercato del lavoro non sta alimentando pressioni inflazionistiche.

Prospettive sui tassi e reazioni del mercato

Kay Haigh, co-responsabile globale fixed income di Goldman Sachs Asset Management, ha sottolineato che la Fed probabilmente attribuirà poco peso a questo rapporto, data la discontinuità nei dati. Il report di dicembre, atteso per inizio gennaio, sarà determinante per le decisioni di politica monetaria. Secondo il FedWatch del CME Group, la probabilità di un ulteriore taglio a gennaio rimane bassa, intorno al 24,4%, invariata rispetto al giorno precedente.

Il contesto macroeconomico: vendite al dettaglio piatte

A completare il quadro economico, il Dipartimento del Commercio ha riportato vendite al dettaglio invariate a settembre, contro attese di un incremento dello 0,1%. Escludendo il comparto auto, tuttavia, le vendite sono cresciute dello 0,4%, superando la stima dello 0,2%.