L’accusa di Michael Burry contro i colossi tecnologici
Michael Burry, l’investitore reso celebre dal film “The Big Short” e noto per le sue posizioni contrarian, ha lanciato pesanti accuse contro alcune delle più grandi aziende tecnologiche americane. Secondo Burry, questi colossi starebbero utilizzando pratiche contabili aggressive per gonfiare artificialmente i profitti derivanti dal boom dell’intelligenza artificiale. In un post pubblicato lunedì su X, il fondatore di Scion Asset Management ha puntato il dito contro gli “hyperscaler” – i principali fornitori di infrastrutture cloud e AI – accusandoli di sottostimare le spese di ammortamento attraverso la manipolazione della vita utile stimata dei chip e dei server.
La strategia contabile sotto accusa
Come funziona il meccanismo di ammortamento
Burry sostiene che le aziende stiano estendendo artificialmente la vita utile prevista degli asset tecnologici per ridurre le spese di ammortamento annuali. Secondo i principi contabili GAAP (Generally Accepted Accounting Principles), quando un’azienda acquista un asset di grande valore – come semiconduttori o server – può distribuire il costo nel tempo come spesa annuale basata sulla stima di quanto rapidamente quell’asset si deprezzi. “Sottostimare l’ammortamento estendendo artificialmente la vita utile degli asset gonfia gli utili – una delle frodi più comuni dell’era moderna”, ha scritto Burry nel suo post. L’investitore ha evidenziato una contraddizione fondamentale: mentre le aziende aumentano massicciamente gli investimenti in chip e server Nvidia con cicli di prodotto di 2-3 anni, paradossalmente estendono la vita utile stimata delle apparecchiature informatiche.
L’impatto finanziario stimato
Secondo i calcoli di Burry, questa manovra contabile potrebbe portare a una sottostima dell’ammortamento di circa 176 miliardi di dollari nel periodo compreso tra il 2026 e il 2028, gonfiando artificialmente gli utili dichiarati dell’intero settore. L’investitore ha individuato specificamente Oracle e Meta Platforms come casi emblematici, stimando che i loro profitti potrebbero essere sovrastimati rispettivamente del 27% e del 21% entro il 2028. CNBC ha contattato Oracle e Meta per un commento, mentre Nvidia ha declinato di rilasciare dichiarazioni.
Le posizioni ribassiste di Burry sul settore tech
Le scommesse contro Nvidia e Palantir
La scorsa settimana, Burry ha rivelato nuove posizioni ribassiste contro due dei titoli più amati dagli investitori in AI: Nvidia e Palantir Technologies. Secondo i documenti regolatori depositati al 30 settembre, l’investitore detiene opzioni put con un valore nozionale di circa 187 milioni di dollari contro Nvidia e 912 milioni di dollari contro Palantir. La divulgazione ha provocato una reazione immediata da parte di Alex Karp, CEO di Palantir, che ha definito le scommesse di Burry “super strane” e “completamente folli”. Non è chiaro se Burry mantenga ancora queste posizioni o se fossero semplicemente operazioni di copertura.
La reazione del mercato
Nonostante le accuse e le posizioni ribassiste, i titoli coinvolti hanno mostrato resilienza. Le azioni Nvidia sono rimbalzate di quasi il 6% lunedì dopo un calo del 7% della settimana precedente, anche se hanno registrato nuove perdite martedì. Palantir ha visto le sue azioni salire di quasi il 9% lunedì, recuperando parte della svendita dell’11% della settimana precedente.
Il parallelo con la bolla tecnologica degli anni ’90
Burry, che si è guadagnato fama mondiale per aver previsto e scommesso contro i mutui subprime prima della crisi finanziaria del 2008, ha ripetutamente avvertito nel 2025 che l’entusiasmo per l’intelligenza artificiale ricorda pericolosamente la bolla tecnologica della fine degli anni ’90. Le sue preoccupazioni si concentrano sulla sopravvalutazione delle aziende tech e sulla sostenibilità degli investimenti massicci in infrastrutture AI, che potrebbero non generare i ritorni attesi dagli investitori.
La difficoltà di provare le accuse
Sebbene l’accusa di Burry sia seria, potrebbe essere difficile da dimostrare a causa della discrezionalità concessa alle aziende nella stima dell’ammortamento. Le normative contabili permettono infatti un certo margine di interpretazione nella determinazione della vita utile degli asset. CNBC non è stata in grado di confermare in modo indipendente che questa pratica venga effettivamente utilizzata dalle aziende menzionate. Tuttavia, Burry ha annunciato nel suo post su X che “maggiori dettagli” arriveranno il 25 novembre, invitando i lettori a “rimanere sintonizzati”.
Implicazioni per gli investitori
Le accuse di Burry sollevano questioni importanti per gli investitori che valutano le aziende tecnologiche esposte al settore dell’intelligenza artificiale. Se le sue affermazioni fossero confermate, potrebbero emergere rischi significativi: – Revisione degli utili: le aziende potrebbero essere costrette a rivedere al ribasso i profitti dichiarati – Volatilità dei titoli: maggiore incertezza potrebbe aumentare la volatilità delle azioni tech – Scrutinio regolatorio: le autorità potrebbero intensificare i controlli sulle pratiche contabili del settore Gli investitori dovrebbero monitorare attentamente gli sviluppi previsti per fine novembre e valutare l’esposizione ai titoli tecnologici nel proprio portafoglio, considerando che le valutazioni attuali potrebbero basarsi su dati finanziari potenzialmente distorti.
